Ecosistema Urbano: pochi i passi avanti e ancora meno nella direzione della mobilità green

La fotografia di un Paese “ingessato, statico e pigro”, nel Rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. A pesare in negativo ancora: qualità dell’aria, traffico e mobilità tradizionale

ecosistema urbano

Un’Italia dei Comuni “statica e pigra” dal punto di vista dello della vivibilità degli ambienti urbani. È una fotografia in chiaroscuro quella che emerge dalla lettura della XXII edizione del Rapporto “Ecosistema Urbano 2015” di Legambiente realizzato in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore la cui presentazione, in sede di Convegno programmato per il 26 ottobre a Benevento, è stata posticipata – a causa dei gravi disagi provocati dal maltempo – al prossimo 4 dicembre.

Il Rapporto, ugualmente diffuso on-line sul sito di Legambiente, confronta la vivibilità dei Comuni-capoluogo di provincia stilando una classifica sulla base dell’analisi di 18 indicatori desunti da dati forniti dagli stessi Comuni, dall’Istat e dall’Aci, così suddivisi:
– 3 sulla qualità dell’aria (NO2, PM10 e Ozono che pesano sul punteggio finale per il 23%!),
– 3 sulla gestione delle acque,
– 2 sui rifiuti,
– 2 sul trasporto pubblico (passeggeri e offerta),
– 5 sulla mobilità (modal share mezzi motorizzati privati, Tasso di motorizzazione auto, Tasso di motorizzazione motocicli, isole pedonale e piste ciclabili),
– 1 sull’incidentalità stradale,
– 2 sull’energia.

Lo studio evidenzia, fra le positività: “pochi e timidi passi avanti sul fronte della raccolta differenziata e delle energie rinnovabili” ed anche un leggero miglioramento per quanto concerne lo smog, ma, sottolinea pure che “poco è stato fatto a livello locale per diminuire il traffico e per rigenerare le periferie e rilanciare il patrimonio edilizio“.

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, scendono a 27 (6 in meno rispetto all’anno precedente) le città in cui almeno una centralina ha rilevato concentrazioni medie annue di biossido di azoto (NO2) superiori al limite di legge, mentre sono 4 i comuni che non rispettano il limite della concentrazione media annua di PM10. Ma va detto, tuttavia che i dati 2014 risentono delle condizioni metereologiche più favorevoli alla dispersione degli inquinanti. La situazione rimane più critica, anche se in miglioramento, per quanto riguarda i superamenti giornalieri di polveri sottili (PM10): passano da 40 a 33 i capoluoghi in cui almeno una centralina supera i 35 giorni di sforamento consentiti dalla normativa nell’arco dell’anno e cinque di questi arrivano a oltre 75 giorni di superamenti. Da segnalare in negativo: Frosinone (110 superamenti), Torino (94) e Alessandria (86). Il miglioramento più evidente è quello dell’ozono (O3) dove sono 28 i capoluoghi che superano i limiti consentiti (contro i 51 della passata edizione), ma sono ancora sei le città che, almeno in una centralina, fanno registrare superamenti della soglia di guardia per la salute pari o maggiori a due volte il valore obiettivo. Da segnalare i picchi negativi di Genova (87 giorni all’anno di superamento del limite giornaliero) e di Rimini (64 giorni).

Se il parco auto e moto circolanti rimane sostanzialmente stabile, sono proprio le politiche di mobilità a mostrare un trasporto pubblico in grande affanno, con il 68% dei comuni che vede diminuire il numero di passeggeri, accanto ad una sostanziale stabilità nella percentuale della rete di piste ciclabili ed isole pedonali. Soltanto a Bolzano le politiche di mobilità sono riuscite a limitare gli spostamenti motorizzati privati al di sotto di un terzo degli spostamenti complessivi, mentre in 46 città questa percentuale supera ancora il 50%.

Cala anche – in media – il monte viaggi effettuati con i servizi di trasporto pubblico. Tra le grandi città spicca solo Venezia che cresce ancora (629 viaggi per abitante annui, erano 592 l’anno passato). Milano cala (457 viaggi per abitante all’anno rispetto ai 474 dello scorso anno), mentre Catania, Messina, Palermo e Taranto non raggiungono i 50 viaggi per abitante all’anno. Tra le città medie superano i 150 viaggi/abitante annui solo Brescia e Trento, come lo scorso anno, i valori peggiori invece sono per Alessandria, Brindisi, Grosseto, Latina che non arrivano nemmeno a 15 viaggi per abitante nell’arco dei 12 mesi.

Per sperare che le nostre città migliorino – ha dichiarato il Presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – c’è una sola strada. Fare la scelta strategica, con i Ministeri interessati coordinati da una vera cabina di regia, di fare dell’innovazione urbana e del miglioramento della vita in città la vera grande opera pubblica. La trasformazione delle città è una grande sfida che intreccia nuovi bisogni con cambiamenti istituzionali e organizzativi con sviluppo di nuove filiere industriali e passa dalla messa in sicurezza dalle catastrofi naturali, dal rilancio della vita sociale nei quartieri, dalla valorizzazione della cultura, dalla riqualificazione energetica, dall’arresto del consumo di suolo, dagli investimenti nel sistema del trasporto periurbano, dal sostegno alla mobilità nuova. Una scelta politica che andrebbe nella direzione dell’interesse generale: si crea lavoro migliorando il benessere e mettendo al sicuro le nostre città. Questa sì sarebbe un’ottima carta con cui l’Italia, patria dei liberi comuni, si potrebbe presentare a Parigi, nella prossima COP 21 a dicembre“. 

A guidare la classifica di Ecosistema Urbano è Verbania, il capoluogo piemontese totalizza quasi l’83% dei punti assegnabili (sui 100 relativi a una ipotetica città ideale) collezionando buone performance negli indicatori più significativi del rapporto. Al secondo posto c’è Trento, seguito da Belluno e Bolzano, quest’ultimo è l’unica città con solo il 30% di spostamenti urbani effettuati con mezzi privati a motore, nessuno fa meglio. Al quinto e sesto posto si piazzano due città del centro Italia, la marchigiana Macerata e la sarda Oristano. Macerata arriva quinta grazie al panel abbastanza completo delle risposte inviate e al fatto che centra buoni risultati in tutti e tre gli indici legati all’inquinamento atmosferico, rimanendo di molto sotto le medie per le polveri sottili e il biossido di azoto e addirittura non facendo segnare superamenti delle medie nell’arco dell’anno per quel che riguarda l’ozono, indice nel quale è prima assieme ad altre dodici città.  

Per consultare il Rapporto Ecosistema Urbano completo e scaricare la classifica finale dei comuni-capoluogo di provincia, clicca qui.

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