CARBURANTE… QUANTO MI COSTI
I dati degli ultimi mesi mostrano un quadro di forte crisi; dopo l’impennata estiva, i prezzi sono crollati, ma anche i consumi
Sono passati pochi mesi eppure, qualcuno dalla memoria ancora buona ricorda con sgomento l’escalation del prezzo del greggio che, da gennaio 2008 a giugno, determinò, contestualmente un aumento incontrollato dei prezzi alla pompa. Già con l’avvento dell’Euro si era capito che i tempi allegri delle 10.000 Lire di benzina erano finiti, disintegrati contro il muro di un poco manovrabile mercato globale e, nove mesi fa, persino i liberisti ed energeticamente spreconi “cugini americani”, avevano dovuto improvvisamente aprire gli occhi (e il portafogli), scoprendo che il prezzo della benzina (fino a quel momento sin troppo accessibile) stava cominciando a diventare proibitivo contro ogni logica. Il crollo dei mutui sub-prime, e la “deriva dei derivati”, agli inizi di settembre hanno dato il colpo di grazia a quel sistema di consumo del carburante che era appena uscito da un periodo nero. Ma la crisi era nell’aria da tempo. Si è tentato fino all’ultimo, attraverso timide e velate allusioni da parte dei guru dell’economia e dei dicasteri economici, di sminuire la portata globale di certe dinamiche del mercato, per poi ammettere, troppo drammaticamente in fretta che “il Re è nudo”, al punto che oggi anche nelle dichiarazioni ufficiali dei capi dei governi si parla apertamente di recessione. E se lo spettro del calo dei consumi appare evidente nel- la diminuzione degli acquisti di certi beni (per i quali si invocano meccanismi di protezione da parte del settore pubblico), anche il comparto automotive (settore trainante dell’economia, nonché specchio di un certo benessere), si scopre in debito d’ossigeno. Intanto, anche il consumatore finale comincia a fare i suoi conti, stimolato, da un lato, dall’ipotesi di un futuro incerto, dall’altro, da una rinnovata attenzione verso il risparmio energetico e una più oculata partecipazione alla vivibilità dei centri urbani. Fatto sta che ad un calo sensibile dei prezzi dei carburanti, non è corrisposto un prevedibile aumento dei consumi, tutt’altro, si è registrata, infatti, una notevole diminuzione dell’erogato alla pompa. I dati di ottobre, forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie (ndr: si veda la Tabella allegata), registrano un calo del 4,8% nelle vendite di benzina; calo che si presenta – in maniera più contenuta, è vero – anche per il gasolio (- 2,2%). I dati, se esplosi su base annuale sono ancora più evidenti: il consumo di benzina perde 7,3 punti percentuali e le vendite del gasolio rimangono pressoché inalterate. Confrontando i dati di ottobre 2008 con quelli dell’anno precedente, si può osservare un decremento nel consumo totale dei prodotti petroliferi, pari al 3,8%, con un crollo, in termini di quantità venduta, pari alle 49.000 tonnellate (per la benzina) e le 64.000 tonnellate (per il gasolio). A questo punto non resta che aspettare i dati relativi agli ultimi tre mesi dell’anno, periodo che coincide con le festività e che, tradizionalmente, è più favorevole ai consumi di ogni genere. Certo che gli allarmi dell’OCSE sul 2009, confermati in sede europea dalla BCE non fanno presagire nulla di buono.