Stop alla velocità, il nuovo trend è guidare piano
Dalle corsie lente negli Usa ai nuovi limiti della Francia: la nuova tendenza sono le città “slow traffic”. Le auto del futuro sono destinate a velocità ridotte, probabilmente elettriche e sempre più spesso autonome, da guidare senza stress, distrazioni e consumi.
Basta con il brivido al volante, al massimo lo proveremo distesi sul divano o incollati con lo sguardo allo schermo alle prese con un nuovo videogioco. Nel prossimo futuro, infatti, sembra proprio che le automobili andranno solo a velocità ridotta, saranno soprattutto elettriche e sempre più spesso autonome, guidate cioè da un computer che ci porterà dritto alla meta senza stress, distrazioni e soprattutto consumi.
Slowdrive, ecodrive, driverless saranno le parole d’ordine per molti governi e stanno già condizionando la politica commerciale delle grandi industrie automobilistiche. Perché una riduzione del limite di velocità significa meno inquinamento, meno incidenti, meno traffico, meno spese per carburanti e assicurazioni. Insomma una vita più tranquilla e salutare.
Hanno già iniziato a seguire la politica dello slow traffic sia Olanda che Gran Bretagna e da poco anche la Francia ha deciso che la battaglia del sindaco di Valenza, nel Drôme, il repubblicano Nicolas Daragon, non è poi così folle. Il sindaco della città del sudest francese si batte da anni per la riduzione dei limiti di velocità dell’autostrada A7, la Lione-Marsiglia, una delle arterie più trafficate d’Europa: un fiume di 70 mila veicoli ogni giorno. L’emissione dei gas di scarico e delle polveri sottili ha ovviamente un impatto decisivo sulla vita della comunità. Tanto da spingere Daragon ad imputare al traffico la morte per tumore di 55 residenti del circondario. Forte di tre studi scientifici che ha commissionato, tra cui un rapporto dell’Agenzia Regionale Sanitaria sull’Impatto sulla Salute dell’Inquinamento da Emissioni di Gas Serra, il sindaco ha chiesto che il tratto della A7 che taglia la periferia di Valenza abbia un limite di 90 chilometri orari. “Abbiamo accertato – ha sottolineato Daragon – che anche solo una riduzione di 30 km/h della velocità riduce del 5% il livello di contaminazione dell’aria. Analogamente, a Parigi, l’imposizione dei limiti di velocità a 70 km/h rispetto agli attuali 80 ha permesso di ridurre del 23% il numero di incidenti e del 65% quello delle vittime della strada. Numeri che lasciano riflettere sul senso della velocità, in un paese come il nostro dove si discute ancora di elevare i limiti sulle autostrade”.
Il sindaco ha invitato i colleghi dei comuni attraversati dalle autostrade a prendere parte al progetto. “È urgente adottare misure significative per preservare la salute delle popolazioni colpite da queste tratte urbane delle autostrade, che subiscono le conseguenze di inquinamento atmosferico e acustico” e ha anche convinto il Ministro dell’Ecologia francese Ségolène Royal, da sempre scettica, a presentare un decreto in materia. “E’ necessario – ha spiegato la Royal recentemente – adottare delle misure per tutelare la salute delle popolazioni attraversate da tratti di autostrada”.
Pochi ci riflettono, ma i numeri e i confronti aiutano a capire il male che ci facciamo. In Francia il costo annuale dei danni da inquinamento è di 101,3 miliardi: il doppio del tabacco (47) e tre volte l’alcol (31). Le mini particelle di ozono sono all’origine dei 45 mila decessi legati all’aria che respiriamo. Il decreto dovrebbe essere applicato in 12 grandi città del paese in via sperimentale tra cui Tours, Lione, Reims, Tolone. Alcune case automobilistiche come Renault e Citrôen hanno già messo a punto modelli con limiti di velocità predefiniti, altre come Fiat Chrysler si stanno adeguando. Persino Google, con Apple, sta progettando macchine totalmente robotizzate.
“Le auto automatizzate – ha dichiarato Sebastian Thurn, coordinatore Ricerche Mobilità della casa di Cupertino – ridurranno del 90% gli incidenti, il tempo impiegato, l’energia usata, il numero di veicoli in circolazione. Ad esempio per una città come New York i vantaggi possono essere notevoli: un guadagno di 1,3 trilioni di dollari (8% del PIL). Nella Grande Mela si è proceduto a una simulazione su 13 mila taxi che forniscono 500 mila corse al giorno. Per coprire il fabbisogno basterebbero 9 mila auto robotizzate. I tempi di percorrenza si limiterebbero da 5 a 1 minuto; i costi sarebbero ridotti di 7 volte. A Rotterdam ce ne sono una decina, su piccoli percorsi, e funzionano”.