Mercato auto Italia; a dicembre ancora una contrazione: -4,93%

Quinto calo mensile consecutivo per il mercato delle autovetture italiano che chiude il 2024 in leggera contrazione rispetto all’anno precedente; – 0,5%.

L’ultimo mese dell’anno appena trascorso ha chiuso il bilancio del mercato auto in negativo; secondo i dati diramati il 2 gennaio dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono state immatricolate, a dicembre, 105.715 autovetture, in calo del 4,93% rispetto a dicembre 2023, allorquando ne erano state registrate 111.201.

Nello stesso torno di tempo si è assistito ad un aumento dei trasferimenti di proprietà delle auto usate che sono passati dalle 416.680 unità di dicembre 2023 alle 472.071 dello scorso mese con una crescita percentuale del 13,29%.

Il volume totale delle vendite mensili, tra nuove immatricolazioni e passaggi di proprietà, ha raggiunto la quota di 577.786 unità, ma, attenzione, solo il 18,30% ha riguardato vetture nuove, mentre la maggior parte (81,70%) vetture usate a conferma di un trend che non accenna ad arrestarsi, né, tantomeno, invertirsi.

Se guardiamo ai dati complessivi del mercato auto italiano riferito alle nuove autovetture per l’intero anno 2024 i dati rivelano una variazione leggermente negativa sull’anno precedente: -0,5% pari a 1.558.704 unità contro le 1.566.521 del 2023; ma il confronto reale, ormai abbiamo imparato a capirlo, occorre farlo con l’ultimo anno prima della crisi pandemica i cui effetti sul mercato e l’industria automobilistica continuano a farsi sentire.

In questo caso, dunque, il confronto è ancora più impietoso mancando circa 358.000 unità, pari a -18,7% rispetto alla performance nazionale del 2019.

In questo quadro già di per se stesso abbastanza fosco, ulteriori ombre arrivano coi dati relativi ai risultati dei segmenti auto più green a zero e a basse emissioni che, secondo UNRAE hanno vissuto ancora un “anno sprecato”.

Le immatricolazioni di dicembre relativamente al segmento delle vetture elettriche a batteria (BEV) si sono attestate al 5,5%, un piccolo aumento rispetto al 5,3% del mese precedente, tuttavia, rimarcano da UNRAE, decisamente in calo rispetto al 6% registrato a dicembre 2023. Non solo, il 2024 si è chiuso con una quota di mercato delle BEV al 4,2%, esattamente quella del 2023.

Non è andata meglio alle ibride plug-in (PHEV) che hanno raggiunto la quota del 3,4% a dicembre, in leggera crescita rispetto al mese precedente ma in calo su base annua e con una quota complessiva 2024 al di sotto di quella registrata nel 2023: 3,3%, contro il 4,4% di allora.

L’intero insieme delle ibride (HEV) ha chiuso il mese di dicembre con il 40,7% e il 2024 al 40,2% (quattro punti percentuali in più rispetto al consuntivo 2023). La quota totale di vetture elettrificate (ECV) nel 2024 si è fermata al 7,5%, diminuendo la performance del 2023 che si era attestata all’8,6%.

Per i costruttori non è solo una questione di mercato, che già di per se stessa farebbe riflettere parecchio, ma soprattutto una spada di Damocle in considerazione delle sanzioni che potrebbero essere loro comminate per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti dai Regolamenti Ue; sanzioni non di poco conto se si pensa che solo nel primo anno sarebbero stimate per circa 16 miliardi di €.

Non possiamo accettare che una politica frammentaria e scoordinata, a livello sia europeo che italiano, si trasformi in un peso economico così penalizzante per i Costruttori”, ha dichiarato Michele Crisci, Presidente UNRAE.

Come abbiamo chiarito molto bene nel corso della nostra Conferenza Stampa di fine anno, non vi è dubbio che il Green Deal non sia la causa della crisi dell’automotive in Europa, tuttavia a tal proposito non possiamo non sottolineare con forza come la carenza e la disomogeneità degli strumenti incentivanti, della fiscalità sull’auto e della disponibilità di infrastrutture adeguate abbiano evidentemente frenato il mercato in relazione allo sviluppo atteso delle nuove tecnologie a zero e bassissime emissioni”.

Riguardo al nostro Paese – ha concluso – non possiamo non rilevare l’inadeguatezza di una politica solo di supporto alla produzione senza una congrua, coerente e continuativa attenzione di sostegno al mercato delle nuove tecnologie”.

Sempre sul fronte del mercato auto nazionale, un commento ai dati di dicembre è arrivato dall’ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica; “Oltre alla debolezza che permane nel mercato, continuiamo ad essere l’unico Paese con un divario enorme tra i veicoli venduti e quelli prodotti a livello nazionale”, ha affermato il Presidente Roberto Vavassori.

Ci aspettiamo un 2025 ancora difficile ed incerto su entrambi i fronti, mercato e produzione, mentre l’attesa per il 2026 – anche grazie ai risultati del Tavolo sviluppo automotive al Mimit – è di ridurre finalmente questo divario, tra un mercato che vogliamo torni ad essere tonico e una produzione che dovrà soddisfare in maggior grado le richieste del mercato stesso, con veicoli e componenti prodotti in Italia”.

Il futuro del mercato auto italiano, quindi, non si prospetta proprio roseo.
Secondo l’inchiesta congiunturale mensile sui concessionari condotta dal Centro Studi Promotor, a fine dicembre, solo il 4% degli intervistati ha giudicato alta l’acquisizione di ordini. La stragrande maggioranza del target (80%) ha giudicato l’acquisizione su bassi livelli e soltanto per il 16% questa è stata nella norma.

Ne consegue una giustificata, forte preoccupazione per l’andamento delle vendite 2025, tanto più che il sentiment dei concessionari, sempre secondo l’indagine del CSP, vede entro il prossimo quadrimestre un aumento delle vendite solo per il 14% del target, mentre il 48% pronostica un calo e il 38% una sostanziale stabilità.

In attesa dei dati del mercato auto europeo che dovrebbero essere diramati nella seconda parte di gennaio, non resta che attendere ed osservare.

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