Trasporti in Europa: progressi ancora troppo lenti
Secondo l’ultimo report dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, i trasporti rimangono una fonte importante di emissioni di gas serra, inquinamento atmosferico e rumore.
La domanda crescente di trasporto e la lenta crescita della mobilità sostenibile per lo spostamento di persone e merci rallentano la transizione ecologica del settore dei trasporti.
Sono queste le tendenze chiave del settore dei trasporti nell’Unione europea che emergono dal rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) dal titolo “Sostenibilità dei sistemi di mobilità in Europa”.
Mentre le proiezioni per il 2030 e oltre mostrano alcuni segnali positivi, sono ancora necessari investimenti sostanziali nell’implementazione di soluzioni innovative e un passaggio a modalità di trasporto più sostenibili.
Il trasporto su strada non mostra segni di rallentamento e le auto private restano il mezzo di trasporto passeggeri più diffuso in Europa. Le autovetture sono responsabili di oltre il 75% dell’attività di trasporto in Europa (misurata in passeggeri-chilometro). Questa attività è aumentata in modo significativo negli ultimi 26 anni, raggiungendo il picco nel 2019 e riprendendosi già nel 2021 dopo un calo dovuto alla pandemia di COVID-19.
Il trasporto pubblico, che invece offre un profilo più sostenibile rispetto alle modalità di trasporto private, è rimasto pressoché stabile.
Parallelamente alla crescita dell’attività di trasporto passeggeri in Europa, l’attività di trasporto merci su strada continua a crescere in modo significativo (quasi due terzi dal 1995) e questa tendenza dovrebbe continuare nei prossimi anni.
Nel frattempo, l’importanza relativa della ferrovia nell’attività totale di trasporto merci è diminuita rispetto al 1995, ma si prevede che aumenterà nel prossimo decennio.
Grazie alla sua elevata efficienza energetica e alle basse emissioni di gas serra e di inquinamento atmosferico, l’espansione del settore ferroviario potrebbe rappresentare un’opportunità per ridurre alcuni degli impatti ambientali dei trasporti in futuro.
Il report dell’AEA prevede che nei prossimi anni nell’Unione Europea aumenterà sia il trasporto passeggeri che quello merci, mentre il trasporto su strada manterrà la sua posizione dominante nel prossimo futuro. Tutto questo si traduce in costi climatici pesanti.
Nel 2022, le emissioni di gas serra dei trasporti nell’UE sono aumentate del 26% rispetto al 1990. Una delle ragioni principali di questo incremento è stata la crescente domanda di trasporti, nonostante la maggiore efficienza dei mezzi, ad esempio nella tecnologia dei motori.
Rispetto ad altri settori economici, nel 2022 i trasporti hanno rappresentato circa il 29% delle emissioni di gas serra dell’Unione Europea è la sua quota aumenterà ulteriormente man mano che la decarbonizzazione dell’economia europea progredisce più rapidamente in altri settori, in particolare nella produzione di energia.
La diffusione di veicoli elettrici è stata positiva negli ultimi anni e l’uso di carburanti più puliti può contribuire a ridurre le emissioni di CO2 dei mezzi di trasporto difficili da elettrificare. Tuttavia, il loro impiego fino ad ora è stato troppo lento per riuscire cambiare la tendenza generale.
Con le misure politiche attuali e pianificate negli Stati membri dell’UE, le emissioni di gas serra dai trasporti potrebbero diminuire di circa il 14% nel 2030 e del 37% nel 2050, rispetto ai livelli del 2022, ma sono necessari sforzi maggiori per raggiungere l’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni dei trasporti del 90% entro il 2050.
Grazie allo sviluppo tecnologico e alle misure politiche più severe, come standard di emissione più rigorosi, il settore dei trasporti dell’UE è riuscito a ridurre significativamente le emissioni della maggior parte degli inquinanti atmosferici e la quota maggiore di questo progresso è dovuta alla riduzione delle emissioni nel trasporto su strada e nel trasporto marittimo per gli ossidi di zolfo.
Tuttavia, la transizione verde del sistema di mobilità europeo deve accelerare e sono necessari investimenti pubblici e privati continui in innovazione e tecnologia insieme all’attuazione della legislazione europea esistente, come ad esempio, la direttiva rivista sul sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) che impegna gli Stati membri a utilizzare tutti i ricavi ETS per l’azione per il clima, la trasformazione energetica e la risposta alle sfide sociali (in aumento rispetto al 50% precedente).
La direttiva ETS inoltre indirizza maggiori finanziamenti ai fondi per l’innovazione e la modernizzazione. In questo contesto, il fondo per l’innovazione distribuisce circa 40 miliardi di euro per tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio.
Tali azioni, abbinate all’attuazione di politiche ambiziose volte a contenere la domanda di trasporto inefficiente e a spostare l’attività di trasporto verso modalità di trasporto più sostenibili, saranno necessarie nei prossimi anni per ridurre l’impatto dei trasporti europei sul clima, sulla qualità dell’aria e sul rumore.
Di A. M.