Mercato auto Italia: luglio positivo, ma in lieve rallentamento: +4,66%

Concordi gli operatori nel valutare le difficoltà di una replica dei risultati di giugno (spinti dagli incentivi). Ma adesso, per rilanciare il mercato auto nazionale servono strategie a lungo termine e misure a sostegno di famiglie e salari.

Il mercato auto nazionale ha segnato, il mese scorso, ancora un risultato positivo dal punto di vista dell’aumento delle immatricolazioni; tuttavia, la crescita è stata leggermente più contenuta rispetto all’exploit di giugno, allorquando il risultato a due cifre fu diretta conseguenza della spinta degli incentivi.

Ad ogni modo, luglio 2024 ha chiuso con 124.806 autovetture immatricolate; +4,66% rispetto a luglio 2023 quando erano state immatricolate 119.247 unità.

È il dato principale fra quelli forniti ieri dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, contestualmente, ha reso noto come i trasferimenti di proprietà, il mese scorso, sono stati 480.806, in calo del 3,70% rispetto a luglio ’23 allorquando ne erano stati effettuati 498.970 e, d’altro canto, il volume globale delle vendite mensili, pari a 605.294 unità, ha interessato solo per il 20,62% le vetture nuove, mentre per la maggior parte, (ben il 79,38%) le vetture usate.

Bene, a luglio le autovetture a benzina (nonostante un leggerissimo calo della quota di mercato); mentre il diesel ha diminuito la sua performance di oltre il 25%.
Dopo la spinta degli ecoincentivi di giugno le BEV sono tornate al livello di luglio 2023, mentre è proseguita la crescita nei segmenti delle ibride, sia “full” che “mild”.

Il risultato del mese di luglio, ha ricordato l’UNRAE in un suo comunicato di commento ai dati, ha portato il consuntivo del mercato nazionale 2024 a 1.011.259 unità che, se da un lato rappresenta una crescita del 5,2% nel confronto coi primi sette mesi del 2023; dall’altro mostra ancora in tutta la sua evidenza la distanza dei volumi immatricolati nel periodo pre-pandemia: -18,2% rispetto a gennaio-luglio 2019.

Non solo, secondo l’Associazione che rappresenta i produttori di autoveicoli esteri, stante l’attuale scenario economico che prelude ad un rallentamento dei consumi nei prossimi mesi, le stime delle immatricolazioni auto per l’intero anno dovranno essere riviste in leggero ribasso: 1.620.000 auto immatricolate con una crescita del 3,4%, ma sotto del 15% rispetto al 2019.

Non a caso, il Centro Studi Promotor nella sua inchiesta congiunturale mensile sul sentiment dei concessionari ha certificato che situazione economia nazionale, prezzi auto e potere d’acquisto delle famiglie sono i principali fattori di freno all’acquisto di nuove auto.

In dettaglio, il 63% dei concessionari intervistati ritiene che la situazione economica generale del Paese sia un ostacolo alle vendite; mentre per il 79% degli intervistati è la situazione economica delle famiglie il principale imputato del freno all’acquisto.

Il prezzo delle auto, e la sua crescita, in particolare, è l’ulteriore fattore penalizzante per gli acquisti delle famiglie (opinione espressa dal 59% degli intervistati dal CSP) che devono far fronte alla perdita del potere d’acquisto del denaro e alla stagnazione dei salari.

Anche l’ANFIAAssociazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, nella nota di commento ai dati di luglio ha rimarcato come, nell’ambito del clima di fiducia dei consumatori come restituito dall’indagine ISTAT di luglio: “l’indice relativo all’opportunità attuale all’acquisto di beni durevoli, tra cui l’automobile, risulta in calo rispetto a giungo (da -66,3 a -69,9)”.

Se per il CSP, il futuro del mercato auto nazionale e il suo ritorno ai livelli pre-covid dovrà necessariamente basarsi non solo su iniziative e misure incentivanti, ma soprattutto sul sostegno ai salari e alle risorse delle famiglie; dalla sponda dei produttori di autoveicoli, l’UNRAE punta il dito sull’impostazione non sufficiente degli attuali incentivi e ribadisce le sue richieste in vista del Tavolo Automotive convocato dal MIMIT per il prossimo 7 agosto, ovverossia:

– disponibilità dei 240 milioni di fondi che rappresentano il residuo della dotazione degli incentivi per l’anno 2024, al fine di ridurre il gap con i mercati più evoluti;
– recupero dei 250 milioni di euro (del miliardo del 2025) prelevati dal DL Coesione;
– definizione di un piano strategico triennale per il 2025-2027;
– eliminazione del price cap per le auto della fascia 0-20 g/Km di CO2 o, quantomeno, la sua equiparazione a quello della fascia 21-60 g/Km.

Senza dimenticare, come più volte ricordato dall’Associazione, l’auspicabile revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali soprattutto per quanto concerne: detraibilità dell’IVA, deducibilità dei costi parametrati alle emissioni di CO2, riduzione del periodo di ammortamento a 3 anni.

Abbiamo le idee chiare e siamo pronti a confrontarci in modo costruttivo con il MIMIT portando proposte puntuali per garantire al nostro Paese un percorso strategico e strutturato di transizione”. Così il Presidente UNRAE, Michele Crisci, motivando la necessità di: “chiarezza e stabilità per consentire ai Costruttori di programmare gli investimenti e ai consumatori di prendere le loro decisioni di acquisto”.

Un intervento in tal senso – ha concluso Crisci – consentirebbe di rilanciare la competitività delle nostre imprese e di accelerare il rinnovo del parco circolante, contribuendo significativamente alla sicurezza stradale e alla sostenibilità ambientale, grazie al più rapido ricambio dei veicoli aziendali”.

Per facilitare e velocizzare lo svecchiamento del parco circolante prescindendo dalla tecnologia di propulsione e imprimere una crescita costante ai veicoli elettrificati BEV e PHEV, anche considerando il divieto europeo alla vendita di veicoli endotermici dal 2035, ribadiamo la priorità nonché l’opportunità, nell’ambito dei lavori della legge delega sulla riforma fiscale, di rivedere la tassazione che grava sull’auto aziendale”, ha rimarcato Massimo Artusi, il Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
Mentre, in ambito europeo – ha concluso – dopo l’insediamento della nuova Commissione europea, l’auspicio è che si possa ridiscutere tempi e contenuti del Green Deal Automotive”.

Staremo a vedere cosa accadrà nei prossimi mesi con la ripartenza dopo l’estate.

Foto di Jan Alexander da Pixabay

 

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