Il mercato nazionale dell’autodemolizione è in salute secondo Assofermet
Da una rilevazione dell’Associazione i dati economici delle aziende italiane di autodemolizione sono positivi e il fatturato è in crescita per recuperatori e riciclatori di metalli
Sono numeri importanti quelli diffusi da Assofermet e che mostrano un quadro più che solido del mercato dell’autodemolizione nazionale.
L’occasione di ragionare intorno a queste cifre è data da un comunicato dell’Associazione diramato in data 14 febbraio e nel quale, sostanzialmente, si appoggia convintamente la posizione delle confederazioni europee EuRIC, ACEA e CLEPA nel merito di non introdurre alcuni dei nuovi obblighi di demolizione come recentemente proposto dalla Commissione europea.
Ebbene, rimarca l’Associazione nazionale degli imprenditori che esercitano l’attività del commercio e della pre-lavorazione nei settori ferro e acciai, metalli non ferrosi, rottami ferrosi, ferramenta e affini, il trend del riciclo dei veicoli nell’Ue è positivo: “dal 2008 al 2021, ultimo anno per cui sono a disposizione i dati di Eurostat, si è arrivati a 5,7 milioni di veicoli riciclati, un aumento dell’11% rispetto ai livelli del 2008”.
Una tendenza che si può leggere anche nei dati nazionali delle aziende italiane del settore ELV.
Secondo Assofermet: “Le 1.051 imprese che si occupano di riciclo dei veicoli in Italia vantano un’immobilizzazione materiale dal valore di oltre 324 milioni di euro, secondo una ricerca di Assofermet del 2023 (dati 2021). Il fatturato, in crescita per tutte le aziende che recuperano e riciclano metalli, si attesta a 1,4 miliardi di euro per gli autodemolitori”.
Ed è in questo contesto di profondo rinnovamento normativo e tecnologico in cui anche le imprese che si occupano di veicoli a fine vita devono adoperarsi nella sfida della digitalizzazione e nel rapporto con le opportunità dell’Intelligenza Artificiale che si prefigura una sempre maggiore efficienza e ottimizzazione dei processi di separazione fra i vari metalli e leghe dagli ELV al fine di un aumento del loro recupero/riciclo.
Nel ricordare i motivi di doglianza sottolineati dalle tre confederazioni di produttori e riciclatori europei nella loro dichiarazione congiunta pubblicata ieri circa i nuovi obblighi di rimozione di alcune parti e componenti prima di procedere alla demolizione dei veicoli, Assofermet, che aderisce ad EuRIC, condivide la posizione espressa dai tre soggetti e rimarca come: “la rimozione preventiva non è la soluzione più efficiente per migliorare il recupero e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità evidenziati nella proposta di regolamento”.
Tanto più se si considera che alcune parti non sono tecnicamente adatte al riutilizzo, alla rimessa a nuovo o al ricondizionamento e che per alcune di queste la domanda sul mercato è talmente scarsa da rendere più economica la loro frantumazione, senza contare che, al contrario: “i costi di demolizione, trasporto e stoccaggio porterebbero inevitabilmente a un aumento dell’impronta di carbonio senza alcun tipo di beneficio ambientale”.
Il dibattito è necessariamente aperto è la proposta di regolamento ELV della Commissione europea dovrà essere visionata dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo entro il 2025 con la prospettiva di una sua entrata in vigore nel 2026.
Nel frattempo, ribadiscono da Assofermet, la diponibilità ad un contributo attivo da parte degli addetti ai lavori c’è, purché: “eventuali nuovi obblighi di rimozione dei componenti siano tecnicamente fattibili, economicamente sostenibili e allineati agli obiettivi del Green Deal europeo”.
Foto: fonte Assofermet