ADQ: cavalcare il cambiamento e trasformarlo in opportunità
Dalle parole del Presidente ADQ, Ruggiero Delvecchio, emerge fiducia per la futura transizione green del settore automotive, ma servono ottimismo, preparazione e formazione per le imprese.
Attiva da pochi anni, appena 6, nel segmento nazionale specifico della rappresentanza delle imprese di autodemolizione, ADQ – Associazione Nazionale Autodemolitori di Qualità, ma già protagonista di una serie di attività ed iniziative volte alla crescita del settore stesso, torna ad Ecomondo, con un nuovo spazio espositivo, più accogliente e più grande, al Pad. C4 – Stand 301, pensato e realizzato per favorire l’incontro fra imprese associate e stekeholders, ma soprattutto per ospitare una articolata serie di eventi di formazione ed aggiornamento specifico che si ripeteranno durante i quattro giorni di fiera. A parlarcene è lo stesso Presidente ADQ, Ruggiero Delvecchio al quale abbiamo chiesto anche alcune riflessioni sullo stato dell’arte della categoria in un momento di forte transizione.
Presidente, come sta vivendo la platea delle imprese ADQ le novità previste dalla bozza di Regolamento sui requisiti di circolarità per la progettazione dei veicoli e sulla gestione dei veicoli fuori uso diffusa il 13 luglio dalla Commissione europea?
“Devo dire, nel segno dell’ottimismo, perché nel momento in cui Bruxelles ha reso nota la proposta di Regolamento, che nasce necessariamente sulla base di una valutazione importante della legislazione esistente, ad una prima lettura non si sono ravvisate particolari tragedie”.
“Finalmente la responsabilità è estesa ai produttori, certo bisognerà seguire bene l’iter successivo per capire a chi andranno imputati i costi e quali saranno questi costi. In sostanza mi sembra un buon Regolamento che mira a facilitare la transizione del settore automobilistico verso un’economia circolare a 360°, ovvero in tutte le sue fasi, dalla progettazione al fine vita. Un punto a favore, a nostro avviso, è che, finalmente si prescrivono, per i produttori, precisi doveri di informazione su tutta la componentistica, compresa quella altamente tecnologica, colmando un gap che, ad oggi, limita molto la vendita di alcune parti da ELV”.
Quindi il vostro approccio all’importante iter normativo che segnerà il futuro dell’automotive è più sereno? “Purtroppo, nella narrazione di massa passa sempre il messaggio che il cambiamento è una cosa negativa. Penso, invece, che sia nella natura dell’imprenditore cavalcare il cambiamento e trasformarlo in opportunità per la propria impresa. Noto che altrove si tende a chiudersi a riccio nei confronti delle novità e penso che se anche noi continuassimo ad agire così, faremmo un pessimo servizio alle imprese”.
Non si può negare che sia un momento di forte cambiamento, anche per quanto riguarda la prossima entrata a regime del R.E.N.T.Ri.
“È un momento di grande trasformazione per il settore, e secondo me un autodemolitore di qualità dovrebbe continuarsi ad aggiornarsi anche perché di possibilità per la categoria, visto anche il Regolamento, ce ne sono a iosa. Tuttavia, non va dimenticato che ci troviamo in un contesto di mercato segnato dalla crisi; è innegabile che la materia prima scarseggia, dopo alcuni anni favorevoli, con ampie disponibilità di mercato e prezzi interessanti, mentre, adesso, le auto scarseggiano, si demolisce poco e la stessa valorizzazione di molti materiali si è abbassata sensibilmente”.
Ritiene che misure di incentivazione alla rottamazione potrebbe cambiare le cose per la categoria?
“Personalmente, e anche come Associazione, siamo sempre stati contrari agli incentivi alla rottamazione, penso che in questo momento la categoria non debba richiederne anche perché, alla fin fine, vanno ad arricchire solo la prima parte della filiera. Viceversa, dovremmo richiedere tutti degli incentivi alla transizione“.
“Tutta la filiera sta godendo di incentivi alla transizione ma gli unici tagliati fuori siamo noi autodemolitori quando poi, è innegabile, che la transizione dal motore a combustione al motore elettrico comporta e comporterà investimenti di ogni sorta per i centri di autodemolizione, penso allo stoccaggio di materiali sensibilmente pericolosi a partire dalle batterie elettriche. Occorre poi considerare che una certa rivoluzione avverrà necessariamente nel mercato della ricambistica perché il centro di raccolta, in questo quadro di economia circolare, si troverà a non avere più certe tipologie di ricambi molto interessanti per la vendita come lo stesso motore e la parte meccanica. Per questo credo che servano degli incentivi alla transizione per quei colleghi che vogliono innovare e modificare i loro impianti salvando al contempo una filiera importantissima”.
Quali saranno, ad Ecomondo, i temi che affronterete?
“Quest’anno abbiamo voluto aumentare l’offerta di aggiornamento e informazione per le imprese costruendo una serie di micro-appuntamenti molto operativi, alcuni dei quali si ripeteranno a cadenza giornaliera, per consentire agli interessati di avere più opportunità per non mancare, vista la mole di convegni ed eventi che la manifestazione offre.
Al momento stiamo stilando un calendario in base alle disponibilità dei docenti e dei relatori, ma posso già anticipare che ogni giorno avremo un corso specifico su: Registro unico, radiazioni e software dedicato. Sicuramente approfondiremo i temi del Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti e del redigendo Regolamento ELV, mentre, mercoledì 8, con certezza, avremo un evento formativo sul tema dei “Rischi per la salute e la sicurezza nel settore dell’autodemolizione” – in collaborazione con Meding Group; sarà l’occasione per approfondire le questioni in merito a:
– valutazione del rischio chimico e cancerogeno nell’attività di autodemolizione,
– obblighi salute sicurezza e ambiente,
– sicurezza nell’attività di recupero e soccorso stradale,
– rischio elettrico e incendio nella demolizione di veicoli elettrici o ibridi”.
“Mi auguro che le imprese rispondano positivamente, perché la formazione continua, oggi è fondamentale per il lavoro e il dialogo con gli stakeholders, dunque, arrivederci a Ecomondo”.