Proposta di Regolamento Euro 7: il Consiglio Ue adotta la sua posizione.
Il testo che contiene l’orientamento generale del Consiglio è frutto di un intenso negoziato fra le esigenze degli Stati membri, dei costruttori e la necessità di conseguire una reale riduzione delle emissioni dei veicoli, ma il risultato non sembra accontentare tutti.
In data odierna il Consiglio europeo ha adottato la sua posizione sulla “Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull’omologazione di veicoli a motore e motori, nonché di sistemi, componenti ed entità tecniche indipendenti destinati a tali veicoli, per quanto riguarda le relative emissioni e la durabilità delle batterie (Euro 7), che abroga i regolamenti (CE) n. 715/2007 e (CE) n. 595/2009” più noto come Euro 7.
La posizione del CE (orientamento generale), concerne la posizione negoziale del Consiglio e fornisce alla presidenza del Consiglio un mandato per i negoziati con il Parlamento europeo, che inizieranno non appena il Parlamento adotterà la sua posizione.
Il proposta di Regolamento mira a stabilire norme più adeguate per le emissioni dei veicoli e a ridurre ulteriormente le emissioni di inquinanti atmosferici derivanti dal trasporto stradale e, per la prima volta, copre, non solo le auto, ma anche i veicoli commerciali leggeri e pesanti (furgoni, autocarri e camion) in un unico atto giuridico.
Euro 7 stabilisce limiti per le emissioni non di scarico come le particelle provenienti da freni e pneumatici. Copre inoltre i requisiti minimi di prestazione per la durata della batteria nelle auto elettriche e impone requisiti più severi per la durata del veicolo. Il regolamento prevede inoltre l’utilizzo di tecnologie avanzate e strumenti di monitoraggio delle emissioni.
“L’Europa è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di automobili a basse emissioni e di alta qualità”, ha dichiarato Héctor Gómez Hernández, ministro ad interim dell’industria, del commercio e del turismo.
“Vogliamo continuare a perseguire l’obiettivo del miglioramento della qualità dell’aria. La nostra posizione è quella di continuare il percorso volto a guidare la mobilità del futuro e ad adottare livelli di emissioni realistici per i veicoli del prossimo decennio, aiutando al contempo la nostra industria a compiere il salto definitivo verso le auto pulite nel 2035. La presidenza spagnola si è dimostrata sensibile alle diverse esigenze e le richieste degli Stati membri e crediamo che, con questa proposta, abbiamo ottenuto un ampio sostegno, un equilibrio nei costi di investimento dei marchi di produzione e miglioriamo i benefici ambientali derivanti dal regolamento”.
La posizione del Consiglio, si legge nella nota ufficiale di Bruxelles, “trova un equilibrio tra requisiti rigorosi per le emissioni dei veicoli e investimenti aggiuntivi per l’industria, in un momento in cui i produttori automobilistici europei stanno attraversando una trasformazione verso la produzione di automobili a emissioni zero”.
Tanto va detto perché la proposta di Regolamento, così come presentata dalla Commissione il 10 novembre 2022 (nell’ambito del più ampio quadro della Strategia 2020 per una mobilità sostenibile e intelligente della Commissione e del Piano d’azione contro l’inquinamento zero 2021), non aveva mancato di suscitare preoccupazioni tra diversi Paesi Ue, tra cui l’Italia e gli addetti ai lavori (ne avevamo parlato in questo articolo).
Orbene, la posizione del Consiglio mantiene le condizioni di prova e i limiti di emissione esistenti (come stabiliti nella normativa Euro 6) per i veicoli M1 e N1 (autovetture private e furgoni); per i veicoli M2 e M3 (autobus e pullman) e per i veicoli N2 e N3 (veicoli commerciali pesanti) indica che i limiti di emissione sono inferiori e le condizioni di prova sono leggermente adattate rispetto a Euro 6/VI.
Il testo licenziato oggi rafforza, poi, l’allineamento dei limiti relativi alle emissioni di particelle dei freni e al tasso di abrasione dei pneumatici con gli standard internazionali adottati dall’UNECE (Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite) e tiene conto dell’obiettivo di zero emissioni di CO2 per il 2030 recentemente proposto per gli autobus urbani ma, soprattutto, rinvia di circa due anni i tempi di adozione della nuova normativa (era prevista per il 2025).
A salutare con favore la posizione raggiunta dal Consiglio, tra gli altri, la viceministro italiana all’Ambiente e Sicurezza Energetica, Vannia Gava che ha dichiarato in una nota: “Sugli euro 7 la posizione negoziale del Consiglio Ue è un successo del governo italiano che lavora a tutela dell’ambiente ma anche di imprese e famiglie. Un passo concreto verso la transizione verde realistica e sostenibile… Elemento importante è che per veicoli privati e van restano gli attuali limiti emissivi e condizioni per eseguire i test previsti dall’euro 6, così come richiesto dall’Italia. Bene anche le disposizioni che riguardano i limiti emissivi per freni e microplastiche dei pneumatici. Un approccio di neutralità tecnologica che continueremo a ribadire in ogni sede, perché ogni valutazione e confronto va fatto su tutto il ciclo di vita dell’auto e sull’intera filiera”.
Dal canto suo, Sigfried De Vries, direttore generale di ACEA che rappresenta i 14 principali produttori europei di automobili, furgoni, camion e autobus, nel prendere atto dell’accordo raggiunto sull’Euro 7 ha affermato che “rappresenta un miglioramento rispetto alla proposta Euro 7 della Commissione europea, che era del tutto sproporzionata e comportava costi elevati per l’industria e i clienti, con benefici ambientali limitati”.
E ancora: “L’obiettivo del Consiglio di continuare gli efficaci test Euro 6/VI è sensato. Tuttavia, rispetto a quanto in vigore oggi, la norma Euro 7 è molto più ampia per le auto nuove, i furgoni e, in particolare, i veicoli pesanti, richiedendo notevoli sforzi di ingegneria e test. Pertanto, richiederà ingenti investimenti aggiuntivi da parte del nostro settore in un momento in cui sta investendo tutte le sue risorse nella decarbonizzazione”.
Nel rimarcare come il settore automotive sia da tempo impegnato nella lotta all’inquinamento atmosferico e nella sfida contro il climate change, De Vries ha concluso affermando: “Chiediamo ora agli Stati membri, al Parlamento europeo e alla Commissione di lavorare per un regolamento Euro 7 che ci consentirà di concentrarci su questi duplici obiettivi mantenendo i veicoli accessibili e il nostro settore competitivo”.
Di tutt’altro segno, invece, la Federazione europea dei Trasporti e l’Ambiente, Transport & Environment, che in una nota afferma come: “le proposte gravemente indebolite concordate dai ministri non faranno nulla per migliorare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini europei. Permetterà invece all’industria automobilistica di riqualificare le auto come “Euro 7 pulite” pur continuando a utilizzare la tecnologia Euro 6 altamente inquinante”.
“La posizione del Consiglio sull’Euro 7 è un disastro per la qualità dell’aria e mette i profitti record delle case automobilistiche al di sopra della salute delle persone” – ha dichiarato Anna Krajinska, responsabile delle emissioni dei veicoli e della qualità dell’aria presso T&E. “Invece di ridurre l’inquinamento, le attuali automobili Euro 6 inquinanti verranno etichettate come veicoli Euro 7 “puliti”. I politici in Parlamento hanno l’ultima opportunità di stabilire un regolamento Euro 7 significativo. Non dovrebbero sprecarlo per il bene della salute di tutti”.
La partita è aperta in attesa della posizione del Parlamento Ue.
Foto di Andreas Lischka da Pixabay