AdBlue; i consumatori europei chiedono un’indagine sul funzionamento.
Sotto la lente le indicazioni erronee del sistema circa la reale quantità di fluido nel serbatoio che implicano lo stop del motore e le costose riparazioni conseguenti.
Circa alla metà di luglio BEUC – The European Consumer Organisation (gruppo “ombrello”, fondato nel 1962 e con sede a Bruxelles, che riunisce 45 organizzazioni europee di consumatori di 32 Paesi), ha formulato una richiesta alle autorità europee competenti sulla tutela dei consumatori affinché sia aperta un’indagine a livello europeo sull’AdBlue, rilevando, attraverso una serie di testimonianze, alcuni profili di danno per migliaia di consumatori in tutta Europa.
L’AdBlue, noto anche come DEF, acronimo di Diesel exaust fluid, è il fluido la cui miscelazione nel condotto di scarico del catalizzatore Scr consente una riduzione efficace delle emissioni di Ossidi di azoto (NOx, fra i più impattanti inquinanti atmosferici) nelle vetture diesel di ultima generazione.
L’AdBlue viene spruzzato automaticamente nel sistema di scarico quando il motore è in funzione e il software integrato rallenta l’auto allorquando la quantità di fluido nell’apposito serbatoio scende al di sotto di un certo livello; sino al punto che, in caso di esaurimento, il motore non può essere riavviato.
Ma qui sorge il problema rilevato dai consumatori: sembra che in diversi casi il software abbia indicato erroneamente che il serbatoio è quasi o completamente vuoto, probabilmente a causa di difetti di progettazione o fabbricazione nel software e/o nel serbatoio AdBlue.
BEUC ha reso noto che alcuni suoi membri fra cui UFC-Que Choisir (la prima Associazione di consumatori francese), Altroconsumo (Italia), Testachats/Testaankoop (Belgio) e OCU (Spagna) hanno pubblicato articoli nei quali descrivono le problematiche che gli utenti hanno avuto con l’AdBlue, senza contare le costose riparazioni dovute ai loro autoveicoli.
Già a dicembre dello scorso anno da Altroconsumo e da OCU sono state presentate denunce in merito alle autorità competenti europee e nazionali (Italia e Spagna), segnalando sospette violazioni della legge sulle pratiche commerciali sleali.
In Francia e in Belgio, grazie alle testimonianze raccolte dalle Associazioni UFC-Que Choisir e Testachats-Testaankoop è emerso che:
– più di 4.000 consumatori europei hanno segnalato problemi con le loro auto alimentate da AdBlue. A giugno 2023 erano 1.731 in Francia, 2.411 in Belgio e più di 700 in Italia;
– il problema potrebbe non essere limitato a sole poche case automobilistiche. La maggior parte dei consumatori ha segnalato problemi con le auto Citroën e Peugeot, ma i dati di Testachats/Testaankoop e UFC-Que Choisir mostrano che anche altre case automobilistiche potrebbero essere interessate;
– ai consumatori è stato chiesto di pagare costi elevati per riparare le loro auto. Ad esempio, UFC-Que Choisir ha riferito che, in media, i costi di riparazione ammontano a 921 €. In Italia, secondo Altroconsumo, i costi di riparazione si aggirano in media intorno ai 1.000 €.
A questo punto, secondo BEUC, un’indagine a livello europeo sulla questione non è più procrastinabile; non solo, le aziende che producono o vendono auto che prevedono l’AdBlue dovrebbero informare chiaramente i consumatori del problema e modificare urgentemente la progettazione della componentistica relativa dei loro veicoli; anche la riparazione, dovrebbe essere gratuita per i consumatori interessati.
Stremo a vedere come evolve la situazione.
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