Mercato auto Italia; anche a luglio una crescita delle immatricolazioni; +8,8%
Anche il consuntivo dei volumi nazionali da gennaio a luglio è positivo, +21%, ma la distanza coi dati pre-pandemia continua ad essere notevole: -22,3%.
Ammontano 119.207 le immatricolazioni del mese di luglio nel mercato auto italiano; una cifra che porta il confronto con l’analogo mese 2022 ad una variazione positiva; +8,8% (essendo state conteggiate allora 109.611 unità).
Lo affermano dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha diramato i dati mensili il 1° agosto. I volumi complessivi totalizzati nei primi sette mesi dell’anno assommano a 960.765 unità, che rappresentano una crescita del 21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Se, dunque, il mese scorso, segna una ulteriore positività (la dodicesima dallo scorso anno allorché si invertì la tendenza negativa frutto degli eventi pandemici), va detto, tuttavia, che il tasso di crescita sta subendo un leggero rallentamento e che il confronto con luglio 2019 mostra un dato pesantemente ancora negativo: -22,3%.
Vero è che il periodo estivo porta statisticamente con se un fisiologico calo delle vendite, tuttavia, secondo gli analisti, il rallentamento del tasso di crescita dovrebbe proseguire nei prossimi mesi.
UNRAE stima che l’anno dovrebbe chiudersi con 1,5 milioni di immatricolazioni (1.593.209 secondo una proiezione del Centro Studi Promotor), che rappresenterebbe sì una crescita rispetto al 2022, ma una distanza ancora notevole dai volumi pre-pandemia; -21,7%.
“Apprezziamo l’attivo interesse che il Ministro Adolfo Urso sta dimostrando nei confronti del settore automotive – così Michele Crisci, Presidente UNRAE nel commento ai dati di luglio – per questo ci rivolgiamo a lui affinché intervenga perché si possano recuperare i ritardi accumulati sul fronte della transizione energetica e accelerare il processo di decarbonizzazione”.
Su questo fronte il Presidente UNRAE ha rimarcato la necessità di: “una profonda attenzione alle dinamiche della domanda in relazione alla transizione energetica” e alludendo alla perdurante incertezza sugli incentivi ha sottolineato ulteriormente che servono: “interventi per correggere le ‘storture’ introdotte nello schema 2022-24 per gli incentivi all’acquisto di vetture a basse emissioni, con innalzamento dei tetti di prezzo ed inclusione di tutte le persone giuridiche con bonus a importo pieno”.
Concorde sul punto Roberto Vavassori Presidente di ANFIA che nel commentare i dati di luglio ha affermato: “Si attende la più volte invocata rimodulazione degli incentivi all’acquisto delle vetture green, per dare un più efficace impulso alla diffusione delle auto a bassissime e a zero emissioni e orientare le scelte dei consumatori verso gli obiettivi di decarbonizzazione della mobilità del Green Deal europeo”.
Sul fronte delle alimentazioni, benché la scelta dei consumatori nazionali sia sempre solidamente attaccata alle tradizionali benzina e diesel che rappresentano le maggiori quote di mercato, va detto che queste ultime si stanno leggermente riducendo a fronte di timidi aumenti nei segmenti elettrici (che comunque rimangono al di sotto della media europea).
Secondo un’inchiesta sul “sentiment” dei concessionari realizzata dal Centro Studi Promotor emerge che la domanda di nuove auto e la relativa vendita sono frenate maggiormente dalla situazione economica delle famiglie (72% delle indicazioni ), segue il livello elevato dei prezzi (69% delle indicazioni) e la situazione economica in generale (63% delle indicazioni).
E sui prossimi mesi predomina l’incertezza, infatti solo meno di 1/5 degli intervistati (16%) interpellati prevede un’inversione di tendenza in positivo a breve termine (tre o quattro mesi) mentre più della metà (60%) prevede una sostanziale stabilità dei livelli attuali, e il 24% prevede addirittura un peggioramento.
“Il mercato automobilistico italiano è ancora molto lontano dal ritorno alla normalità – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – occorre quindi una politica incisiva di rilancio delle vendite condotta a livello di Governi (in Italia e in Europa) e condotta anche dalle case automobilistiche attualmente dominanti sul mercato europeo che devono decidere se offrire soluzioni a tutti gli utilizzatori di automobili o se concentrarsi sulla produzione di auto elettriche e di auto di élite lasciando una parte importante della domanda a costruttori nuovi o relativamente nuovi sul mercato europeo”.
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