Sicurezza stradale: presentata a Bologna una proposta di legge sulle Città 30
Non solo limiti di velocità più severi, ma anche adeguamento delle infrastrutture stradali, rafforzamento dei controlli e campagne di comunicazione ad hoc accanto all’introduzione del principio di gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada.
Maggior sicurezza sulle strade nei centri urbani, maggior tutela degli utenti deboli della strada (pedoni e ciclisti), promozione della mobilità sostenibile, tutela di ambiente e clima e aumento della qualità della vita.
Sono queste le principali finalità per lo sviluppo delle Città 30 in Italia, cristallizzate in una proposta di legge nazionale scaturita nell’ambito della terza edizione di MobilitARS, simposio formativo dedicato all’arte della gestione della mobilità urbana.
La proposta di legge è stata promossa da Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis, Fondazione Michele Scarponi e redatta a cura di Andrea Colombo (già Assessore alla mobilità del comune di Bologna , nonché esperto di mobilità sostenibile e sicurezza stradale).
“Il Comune di Bologna sostiene con convinzione la proposta di Legge Nazionale sulla Città 30, che risponde alla necessità di un approccio integrato al tema della sicurezza stradale”, ha dichiarato Valentina Orioli Assessora Nuova mobilità e Infrastrutture del Comune di Bologna La Città 30 in effetti è molto più di un progetto sulla sicurezza stradale: è una visione della città”.
Dell’esigenza di una legge nazionale per “dare una mano ai territori e rendere omogenee le regole di circolazione” ha parlato Simona Larghetti, Consigliera metropolitana di Bologna con delega alla Mobilità Ciclistica. “L’emergenza morti in strada non riguarda solo Bologna, tutta Italia deve ripensare il modo di muoversi e adeguarsi alle strategie che stanno producendo ottimi risultati in molte città e paesi europei”.
La proposta di legge, consultabile qui si compone di 18 articoli ed è strutturata in sei Titoli: oggetto e finalità, revisione delle norme di comportamento sulla velocità, adeguamento dell’infrastruttura stradale, potenziamento dei controlli, educazione, informazione e comunicazione, disposizioni finali.
Per la prima volta viene introdotta una definizione normativa di Città 30, che prevede:
– l’applicazione generale del limite massimo di velocità di 30 km/h su tutte le strade urbane salvo soltanto quelle a scorrimento veloce a 50 km/h,
– l’adeguamento dell’infrastruttura stradale per la moderazione del traffico e della velocità,
– il rafforzamento dei controlli sul rispetto delle regole di comportamento in strada,
– apposite campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti della strada.
Fra le novità contenute nella proposta viene introdotto il cosiddetto principio di gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada; in sostanza: i conducenti dei veicoli che, per massa e velocità, possono causare i danni maggiori in caso di collisione, hanno la massima responsabilità di prendersi cura e ridurre il pericolo per gli utenti più vulnerabili della strada: questo vale in particolare per i guidatori di veicoli a motore tra loro in proporzione e verso gli utenti non motorizzati, e per i ciclisti verso i pedoni.
La proposta di legge dà ai Comuni un anno di tempo per introdurre i nuovi limiti dentro il centro abitato e nello stesso tempo li dota anche degli strumenti necessari, con forti semplificazioni rispetto alla normativa attuale e fondi ad hoc.
Dal punto di vista tecnico, vengono eliminati limiti e autorizzazioni ministeriali per eseguire interventi di modifica fisica delle strade per far rallentare le macchine. Significa che, nel caso questa proposta dovesse trovare accoglimento dai decisori politici, potranno essere installati e realizzati liberamente, come avviene nel resto d’Europa, dossi e rialzi, pavimentazioni colorate, chicanes, restringimenti centrali o laterali della carreggiata, isole salvagente, ampliamenti dei marciapiedi, arredo anche verde, etc.
La proposta contiene poi un generale rafforzamento dei controlli ampliando la possibilità di usare le tecnologie apposite; per cui gli autovelox potranno essere montati senza più autorizzazione del Prefetto e non più solo in caso di incidenti già avvenuti ma anche in via preventiva. L’uso delle telecamere viene esteso ad altre violazioni pericolose, come la guida al cellulare o la mancata precedenza sulle strisce pedonali.
La voce risorse prevede che almeno il 15% dei fondi stanziati nel bilancio dello Stato per il Piano nazionale della sicurezza stradale dovranno essere destinati ogni anno ai Comuni specificamente per applicare la Città 30, finanziando ad esempio la segnaletica e gli interventi infrastrutturali di moderazione del traffico e della velocità.
I comuni, inoltre, avranno la facoltà di limitare il traffico, con ZTL e altre misure analoghe, non più soltanto per le tradizionali esigenze di tutela dall’inquinamento, ma anche per finalità preventive di riduzione della quantità e gravità di scontri e investimenti stradali in città, anche imponendo obblighi come l’installazione a bordo veicolo di sistemi di adattamento automatico della velocità ai limiti.
Infine, dal punto di vista dell’informazione e dell’educazione dei cittadini, i Comuni dovranno realizzare attività e campagne di educazione, informazione e comunicazione pubblica rivolte a tutta la cittadinanza e a tutti gli utenti della strada in materia di sicurezza stradale, di mobilità sostenibile e di applicazione della Città 30.
La proposta di legge, prevede, altresì, come già accade in Francia, che le pubblicità delle auto dovranno contenere anche un messaggio promozionale per incoraggiare la guida sicura e l’uso della mobilità sostenibile, a rotazione tra:
– “Per i tragitti quotidiani, usa i mezzi pubblici”,
– “Per gli spostamenti brevi in città, scegli di camminare o andare in bicicletta”,
– “Prendi in considerazione l’uso condiviso dell’auto”,
– “Quando guidi, rispetta i limiti di velocità, non distrarti e dà sempre la precedenza”.
“Crediamo fortemente in questa proposta di legge che arriva al culmine di MobilitARS, dove abbiamo ascoltato professionisti ed esperti confrontarsi sul tema della mobilità sostenibile sotto molteplici punti di vista. Ci hanno portato esperienze da diverse città di Italia, d’Europa, fino agli USA. Abbiamo toccato con mano quanto sia possibile, con l’impegno di istituzioni, amministrazioni e cittadini, rendere le città più sicure e più belle da vivere”; così Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi.
“E in questo senso l’incontro di oggi, con il lancio della proposta di legge Città 30, va proprio in questa direzione. Si pone in un continuo con la due giorni di MobilitARS e anche con l’impegno della Fondazione, costantemente volto a promuovere un nuovo modello culturale di mobilità sostenibile e di educazione stradale”.