Batterie elettriche: sostenibilità ed etica fra gli obiettivi futuri dell’Ue
Il Parlamento Ue e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio per rivedere le norme dell’UE sulle batterie e tenere conto degli sviluppi tecnologici e delle sfide future.
La transizione verso una mobilità a basso impatto ambientale dal punto di vista delle emissioni allo scarico è inevitabile e già iniziata, tuttavia, accanto alle note urgenze circa l’ampliamento massiccio della rete e dei punti di ricarica, anche attraverso il potenziamento della ricarica domestica e nei luoghi di lavoro, un ulteriore aspetto da risolvere in tempi brevi resta quello del mercato delle batterie.
Se l’Europa vorrà essere leader mondiale nell’elettrificazione della mobilità (ma anche nella digitalizzazione, nello sviluppo delle energie rinnovabili e del relativo accumulo), dovrà non solo affrancarsi strategicamente dai mercati esteri per la disponibilità di accumulatori e materie prime, ma dovrà, altresì affrontare le questioni ambientali, etiche e sociali legate alla produzione, riutilizzo e smaltimento delle batterie stesse; tenendo conto che secondo le attuali previsioni, entro il 2030 saranno almeno 30 milioni i veicoli elettrici a emissioni zero immessi sulle strade dell’UE.
Non solo, secondo gli analisti sempre entro il 2030, la domanda globale di batterie potrebbe aumentare di 14 volte e in questo scenario il fabbisogno per l’UE potrebbe rappresentare il 17% della domanda totale.
In effetti il Parlamento Ue sta già da tempo lavorando ad un aggiornamento della Direttiva sulle batterie con la finalità di garantire che al termine del loro ciclo di vita, queste possano essere riutilizzate o riciclate, ma l’iter era già iniziato a dicembre 2020 allorquando la stessa Commissione Ue aveva presentato una proposta di regolamento sulle pile e sui rifiuti di pile.
Nella Sessione plenaria dello scorso marzo il Parlamento Europeo aveva accolto favorevolmente la relazione che la Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENV1) aveva già adottato in febbraio, relativamente alle norme proposte per disciplinare l’intero ciclo di vita delle batterie e in quell’occasione da Strasburgo s’è proposto di regolamentare l’intero ciclo di vita del prodotto partendo dalla fase di progettazione e finendo al riciclo in nuovi prodotti nel solco degli input contenuti nel Piano d’azione UE per l’economia circolare e nella strategia industriale dell’UE.
Orbene, lo scorso 9 dicembre il PE e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio per rivedere le norme sulle batterie per tener conto degli sviluppi tecnologici e delle sfide future e quando tali norme dovessero essere formalmente approvate da entrambe le istituzioni, le nuove regole entreranno direttamente in vigore.
“Per la prima volta – ha dichiarato il relatore Achille Variati (S&D, IT) – abbiamo una legislazione sull’economia circolare che copre l’intero ciclo di vita di un prodotto: questo approccio è positivo sia per l’ambiente che per l’economia. Abbiamo concordato misure di grande beneficio per i consumatori: le batterie saranno ben funzionanti, più sicure e più facili da rimuovere. Il nostro obiettivo generale è quello di costruire un’industria del riciclaggio dell’UE più forte, in particolare per il litio, e un settore industriale competitivo nel suo complesso, che è cruciale nei prossimi decenni per la transizione energetica e l’autonomia strategica del nostro continente. Queste misure potrebbero diventare un punto di riferimento per l’intero mercato globale delle batterie”.
L’accordo provvisorio riguarda l’intero LCA delle batterie, “dalla culla alla tomba” e si applicherà a tutti i tipi di batterie vendute nell’UE: batterie portatili, batterie SLI (che forniscono energia per avviamento, illuminazione o accensione dei veicoli), batterie per mezzi di trasporto (LMT) (che forniscono energia per la trazione a veicoli su ruote come scooter elettrici e biciclette), batterie per veicoli elettrici (EV) e batterie industriali.
Il risultato della negoziazione verte altresì su requisiti più rigorosi per rendere le batterie più sostenibili, performanti e durevoli; prevista, in questo senso, l’obbligatorietà di una dichiarazione e un’etichetta sull’impronta di carbonio per le batterie EV, le batterie LMT e le batterie industriali ricaricabili con una capacità superiore a 2kWh.
Non solo, le tempistiche di applicazione delle nuove, possibili, norme, prevedono che tre anni e mezzo dopo la loro entrata in vigore, le batterie portatili negli apparecchi dovranno essere progettate in modo che i consumatori possano rimuoverle e sostituirle facilmente da soli.
A questo proposito i colegislatori comunitari hanno previsto che per informare adeguatamente i consumatori, sulle batterie dovranno essere poste etichette e codici QR con informazioni relative alla loro capacità, prestazioni, durata, composizione chimica, nonché il simbolo della “raccolta differenziata”. Anche le batterie LMT, le batterie industriali con una capacità superiore a 2 kWh e le batterie dei veicoli elettrici dovranno disporre di una sorta di “passaporto digitale” che includa informazioni sul modello della batteria, nonché informazioni specifiche sulla singola batteria e sul suo utilizzo.
Per gli operatori economici e coloro che immettono batterie sul mercato dell’UE, ad eccezione delle PMI, è prevista l’obbligatorietà a sviluppare e attuare una cosiddetta “politica di due diligence”, coerente con gli standard internazionali, per affrontare i rischi sociali e ambientali legati all’approvvigionamento, trasformazione e commercializzazione di materie prime e materie prime secondarie.
Per le batterie portatili gli obiettivi di raccolta sono fissati:
– al 45% entro il 2023,
– al 63% entro il 2027,
– al 73% entro il 2030;
per le batterie per mezzi di trasporto leggeri (LMT), gli obiettivi di raccolta sono così fissati:
– al 51% entro il 2028,
– al 61% entro il 2031;
mentre i livelli minimi di cobalto recuperato (16%), piombo (85%), litio (6%) e nichel (6%) dai rifiuti di produzione e di consumo dovranno essere riutilizzati nelle nuove batterie.
Tutti i rifiuti di LMT, EV, SLI e batterie industriali dovranno essere raccolti gratuitamente per gli utenti finali, indipendentemente dalla loro natura, composizione chimica, condizione, marca o origine; mentre, entro il 31 dicembre 2030 la Commissione valuterà se eliminare gradualmente l’uso di batterie portatili non ricaricabili di uso generale.
A questo punto il PE e il Consiglio dovranno approvare formalmente l’accordo prima che questo possa entrare in vigore.