Proposta norme Euro 7: le critiche dei consumatori europei
Dal BEUC delusione per la nuova proposta di aggiornamento degli standard emissivi. riducendo le emissioni inquinanti per tutte le auto, in tutte le condizioni di guida del mondo reale e per l’intero ciclo di vita di un veicolo.
Ancora una voce critica sulla proposta avanzata dalla Commissione Ue lo scorso 10 novembre relativamente alle future norme Euro 7 finalizzate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico generato dai veicoli a motore.
Già il principale gruppo europeo per la campagna sui trasporti puliti Transport & Environment si era espresso in maniera piuttosto tagliente sulla proposta della Commissione per bocca della responsabile delle emissioni dei veicoli e della qualità dell’aria, Anna Krajinska che aveva affermato in un comunicato di commento alla notizia: “Le proposte per le automobili sono così deboli che l’industria automobilistica potrebbe averle redatte da sole. Nonostante i profitti record, le case automobilistiche hanno venduto alla Commissione una bugia secondo cui un Euro 7 ambizioso è insostenibile. La tragedia è che l’inquinamento tossico causato dal trasporto su strada uccide 70.000 persone ogni anno e questa proposta non fa quasi nulla per impedirlo. Metterà sulle nostre strade quasi 100 milioni di auto altamente inquinanti che rimarranno lì per i decenni a venire”.
Altre preoccupazioni sono state sollevate dalla principale associazione dei produttori automobilistici europei, ACEA (ne avevamo parlato in questo articolo), ed ecco che il giorno stesso dell’annuncio di Bruxelles sono arrivate anche le critiche da parte dei consumatori europei, pur chiamati in causa nell’annuncio della Commissione che ha presentato la proposta citando, da un lato, il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo; dall’altro, la necessità di mantenere competitiva l’industria automobilistica nell’Unione e la garanzia di prezzi accessibili ai consumatori.
Ebbene, nel dibattito si è insito anche il Bureau Européen des Unions de Consommateurs – BEUC, gruppo ombrello di 46 organizzazioni di consumatori indipendenti provenienti da 32 Paesi che ha l’obiettivo di rappresentare le stesse presso le istituzioni dell’UE e difendere gli interessi dei consumatori europei assicurando che l’Ue prenda decisioni politiche che migliorino la vita dei consumatori in molteplici ambiti: dalla concorrenza, ai diritti anche in ambito digitale; dall’energia, ai servizi finanziari, senza escludere cibo, salute, sicurezza, sostenibilità e politica commerciale.
Il principale motivo di doglianza, da parte dei consumatori europei è che la proposta della Commissione non affronta con il dovuto rigore la questione delle emissioni inquinanti e climalteranti che i veicoli a trazione tradizionale continueranno ad emettere non solo di qui allo stop alla produzione e commercializzazione (2035), ma anche nel decennio successivo se si considera la variabilità della vita media di un veicolo sulle strade d’Europa.
Sul punto il BEUC rimarca che stante la proposta per cui tutti i veicoli dovranno rispettare le regole per un periodo più lungo rispetto ad ora e la conformità emissiva per auto e furgoni sarà verificata fino a quando questi veicoli non raggiungeranno i 200.000 Km o i 10 anni di età, ne consegue che le tecnologie di controllo delle emissioni di un’auto probabilmente funzioneranno solo per questo periodo. Tuttavia, nell’Ue le auto hanno una vita media di circa 12 anni (11,8 per l’esattezza) con grandi disparità fra regioni ricche e regioni povere.
A questo proposito giova ricordare che secondo i dati pubblicati in gennaio da ACEA nel suo Rapporto: “Vehicles in use 2022” che fornisce un’ampia panoramica della flotta di veicoli a motore su strada nell’Unione, comprendendo autovetture, veicoli commerciali leggeri, veicoli commerciali medi e pesanti e autobus, alla voce età media si può osservare come Lituania e Romania detengono le flotte automobilistiche più vecchie, con veicoli di quasi 17 anni, mentre le auto più recenti si trovano in Lussemburgo (6,7 anni).
L’età media dei veicoli commerciali leggeri nell’UE è di 11,9 anni. Dei quattro principali mercati dell’UE, l’Italia ha la flotta di furgoni più vecchia (13,8 anni), seguita da vicino dalla Spagna (13,3 anni).
I camion in Ue hanno in media 13,9 anni con la flotta più vecchia in Grecia (21,4 anni) e quelle più recenti in Lussemburgo (6,7 anni) e in Austria (7 anni).
Per quanto riguarda gli autobus, sulle strade dell’UE hanno in media 12,8 anni. Anche in questo caso la maglia nera va alla Grecia (più di 19 anni), mente solo sei Paesi dell’Ue hanno una flotta di autobus che ha meno di 10 anni. Per una disamina dei dati relativi alla situazione in Italia si rimanda a questo articolo.
Altro motivo di critica da parte dei consumatori europei riguarda: l’introduzione, senza alcun motivo dichiarato o spiegazione approfondita, di nuove sottocategorie per EURO7 (denominate EURO7+, 7A, 7G) che potrebbe confondere i consumatori. Ad esempio, uno standard “EURO7G” significherebbe che un’auto ibrida plug-in può funzionare solo con l’elettricità nelle zone a basse emissioni. Non è chiaro come funzionerà nella pratica.
“È del tutto irrealistico aspettarsi che un consumatore entri in un concessionario e chieda qualcosa di criptico come un’auto EURO7 plus, 7A o 7G. Ciò creerà sicuramente confusione e potrebbe facilmente aprire la porta al greenwashing”, così ha commentato Monique Goyens, direttore generale del BEUC.
“Restringere il tempo necessario a un’auto per rispettare i limiti di emissione farà sì che i proprietari di seconda o terza mano si ritroveranno con veicoli che non sono più conformi alla legge. Ciò pone l’asticella troppo bassa e sposta l’inquinamento atmosferico dalle regioni più ricche a quelle più povere”.
Dal BEUC quindi, il consiglio ai legislatori di Bruxelles di mantenere le cose semplici riducendo le emissioni inquinanti per tutte le auto, in tutte le condizioni di guida del mondo reale e per l’intero ciclo di vita di un veicolo.
Accanto alle note critiche, tuttavia, le organizzazioni dei consumatori hanno rimarcato positivamente come la proposta della Commissione Ue tiene conto dell’aumento attuale e futuro delle auto elettriche e abbia dunque previsto un nuovo requisito relativo alla durata delle batterie e nuovi limiti per le emissioni di particolato da rotolamento e abrasione di freni e pneumatici.
Naturalmente la partita è tutta da giocare dal momento che la proposta della Commissione europea dovrà essere esaminata dal Parlamento europeo e dagli Stati membri dell’UE.