Euro 7, qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento: dalla Commissione Ue, nuove proposte
L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre l’inquinamento dell’aria causato dai veicoli a motore, anche intervenendo sulle emissioni causate dal rotolamento degli pneumatici e dall’abrasione dei freni, ma i produttori europei sollevano diversi dubbi.
In data 10 novembre la Commissione Europea ha presentato una proposta finalizzata alla riduzione dell’inquinamento atmosferico generato dai veicoli a motore nell’ottica, da un lato, degli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo; dall’altro, dalla necessità di mantenere competitiva l’industria automobilistica nell’Unione e garantire prezzi accessibili ai consumatori.
Obiettivo ulteriore è quello di contribuire al raggiungimento dei più severi standard di qualità dell’aria proposti dalla stessa Commissione Ue lo scorso 26 ottobre.
Da Bruxelles ricordano che il trasporto stradale è la principale fonte di inquinamento atmosferico nelle aree urbane e a supporto di tale affermazione si rimarca che nel 2018, oltre il 39% delle emissioni di NOx (ossido di azoto) e il 10% delle emissioni primarie di PM2,5 e PM10 (particolato ultrafino e fino) provenivano dal trasporto su strada. Queste percentuali sono molto più elevate nelle città, dove i trasporti sono regolarmente il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico. Si stima che nel 2018 il trasporto su strada abbia causato circa 70.000 morti premature nell’UE-28.
“Non possiamo accettare una società in cui l’esposizione all’inquinamento atmosferico è responsabile di oltre 300.000 morti premature nella sola UE-27 ogni anno”, ha dichiarato Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta per l’era digitale. “Le nuove regole ci aiuteranno a respirare aria più sicura e aiuteranno il settore a diventare più verde e resiliente. Dobbiamo attenerci all’obiettivo del Green Deal europeo e diventare un punto di riferimento a livello globale”.
La proposta della Commissione va a sostituire e semplificare le norme sulle emissioni precedentemente separate per auto e furgoni (Euro 6) e autocarri e autobus (Euro VI); infatti con le norme Euro 7 si in un unico insieme di regole i limiti di emissione per tutti i veicoli a motore, ovvero automobili, furgoni, autobus e autocarri indipendentemente dal fatto che il veicolo utilizzi benzina, diesel, trasmissioni elettriche o carburanti alternativi.
Gli impatti delle nuove regole, qual ora dovessero trovare riscontro positivo nei negoziati del trilogo stimano, al 2035 una riduzione delle emissioni totali di NOx da auto e furgoni del 35% rispetto a Euro 6 e del 56% rispetto a Euro VI per autobus e camion; mentre la riduzione di particolato è stimata al -13% per auto e veicoli commerciali leggeri e al -39% per autobus e camion. Analogamente si prevede una riduzione del 27% del particolato derivante dall’abrasione dei freni di auto e van.
Dal punto di vista degli effetti sul costo dei mezzi da Bruxelles prevedono, inoltre, che le nuove norme avranno un impatto moderato sui consumatori: tra i 90 e 150 € sul costo di un’auto e circa 2.600 € sul costo di bus e camion. Va detto, però, che i vantaggi economici in termini ambientali e sanitari sono molto interessanti dal momento che per ogni € speso in tecnologie per Euro 7, si risparmiano più di 5 € in salute e ambiente.
In sostanza i nuovi requisiti basati sugli standard Euro 7 si prefiggono di:
– migliorare il controllo delle emissioni di inquinanti atmosferici di tutti i nuovi veicoli: ampliando la gamma di condizioni di guida che sono coperte dai test sulle emissioni su strada. Questi ora rifletteranno meglio la gamma di condizioni che i veicoli possono sperimentare in tutta Europa, comprese temperature fino a 45°C o brevi tragitti tipici dei pendolari quotidiani;
– aggiornare e inasprire i limiti per le emissioni inquinanti: saranno inaspriti i limiti per autocarri e autobus mentre ora si applicheranno i limiti più bassi esistenti per auto e furgoni, indipendentemente dal carburante utilizzato dal veicolo. Le nuove regole stabiliscono anche limiti di emissione per inquinanti precedentemente non regolamentati, come le emissioni di protossido di azoto dei veicoli pesanti;
– regolamentare le emissioni di freni e pneumatici: le norme Euro 7 saranno le prime norme sulle emissioni a livello mondiale ad andare oltre la regolamentazione delle emissioni dei tubi di scarico e stabilire limiti aggiuntivi per le emissioni di particolato dei freni e norme sulle emissioni di microplastica degli pneumatici. Queste regole si applicheranno a tutti i veicoli, compresi quelli elettrici;
– garantire che le auto nuove rimangano pulite più a lungo: tutti i veicoli dovranno rispettare le regole per un periodo più lungo rispetto ad ora. La conformità per auto e furgoni sarà verificata fino a quando questi veicoli non raggiungeranno i 200.000 Km e i 10 anni di età. Questo raddoppia i requisiti di durabilità previsti dalla normativa Euro 6/VI (100.000 chilometri e 5 anni di età). Aumenti analoghi avverranno per autobus e camion;
– sostenere la diffusione dei veicoli elettrici: le nuove regole regoleranno la durata delle batterie installate su auto e furgoni al fine di aumentare la fiducia dei consumatori nei veicoli elettrici. Ciò ridurrà anche la necessità di sostituire le batterie all’inizio della vita di un veicolo, riducendo così la necessità di nuove materie prime critiche necessarie per produrre le batterie;
– sfruttare appieno le possibilità digitali: le norme Euro 7 garantiranno che i veicoli non vengano manomessi e le emissioni possano essere controllate dalle autorità in modo semplice utilizzando sensori all’interno del veicolo per misurare le emissioni per tutta la vita del veicolo.
Ovviamente la proposta della Commissione dovrà essere presentata al Parlamento europeo e al Consiglio in vista della sua adozione da parte dei co-legislatori europei, tuttavia, non sono mancati i primi allarmi da parte dei produttori.
In un suo comunicato l’ACEA, per bocca del suo Presidente, nonché CEO di BMW, Oliver Zipse, ha stigmatizzato come nonostante l’industria automobilistica europea abbia già fatto molto per le emissioni climalteranti e inquinanti dagli scarichi dei motori: “Purtroppo il beneficio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato, mentre aumenta pesantemente il costo dei veicoli. Si concentra su condizioni di guida estreme che non hanno quasi alcuna rilevanza nella vita reale”.
I produttori europei, poi, si dimostrano particolarmente preoccupati dagli effetti che le nuove norme Euro 7 potrebbero avere sul settore camion, già interessato dal passaggio verso la decarbonizzazione.
“Per conformarsi all’Euro VII, i produttori di camion dovranno trasferire sostanziali risorse ingegneristiche e finanziarie dai veicoli elettrici a batteria e a celle a combustibile al motore a combustione interna – ha affermato Martin Lundstedt, CEO del Gruppo Volvo e Presidente del Consiglio di Amministrazione dei Veicoli Commerciali di ACEA – Ciò avrà un forte impatto sulla nostra transizione verso veicoli a emissioni zero”.
C’è poi l’incognita rappresentata dalle tempistiche di approvazione del pacchetto legislativo che, in considerazione, altresì, dei test aggiuntivi che implica, rende poco realistiche le date di attuazione proposte, ovvero: luglio 2025 per auto e furgoni e luglio 2027 per veicoli pesanti.
Un ultimo aspetto di problematicità sollevato dai produttori riguarda la regolamentazione delle emissioni di particolato derivante dal rotolamento degli pneumatici e dall’abrasione dei freni che potrebbe superare le emissioni allo scarico e che, per quanto riguarda gli pneumatici, dovrebbe essere oggetto di un aggiornamento del regolamento sull’omologazione relativo.