Veicoli commerciali Ue: bene camion e autobus, ma cala la domanda di furgoni
Il segmento dei veicoli commerciali leggeri trascina in basso il risultato di maggio nell’area Ue: -17,7%. Nei primi cinque mesi dell’anno il consuntivo del settore segna ancora rosso: -19,8%.
Ancora un calo, l’undicesimo consecutivo, nel mercato dell’Unione europea per quanto concerne il settore dei veicoli commerciali che, secondo le notizie diffuse stamani da ACEA – l’Associazione dei produttori europei di autoveicoli, ha subito un decremento del -17,7% rispetto a maggio 2021 attestandosi a 136.410 unità.
Un risultato, secondo l’Associazione, che deriva principalmente dalla riduzione della domanda nel segmento dei furgoni le cui vendite ridotte hanno trascinato il consuntivo mensile nonostante, fra i veicoli commerciali pesanti, camion e autobus, abbiano registrato una crescita rispetto allo scorso anno.
Salvo poche, marginali, eccezioni in termini di volumi (Cipro, Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Svezia), tutti gli altri Paesi Ue hanno registrato cali importanti; una dinamica, questa che si è osservata anche nei mercati principali. Fra questi è la Spagna ad aver conseguito il risultato peggiore (-29,3%), seguita dalla Germania (-19,5%), dalla Francia (-16,8%) e dall’Italia (-11,1%).
Guardando al consuntivo dei primi cinque mesi 2022 il risultato è altrettanto sconfortante: -19,8% nel complesso dell’Unione con le unità immatricolate che si fermano a 673.095 rispetto alle 839.109 dell’analogo periodo 2021. Anche in questo caso il segno meno campeggia diffuso fra i mercati Ue con i major market che hanno trascinato in basso il risultato: Spagna (-31,2%), Francia (-22,3%), Germania (-17,1%) e Italia (-8,2%).
Nuovi veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 tonnellate
Quello dei veicoli commerciali leggeri, come si anticipava poc’anzi è stato il segmento più in sofferenza durante lo scorso mese con una diminuzione della domanda a livello Ue del -22,1% su maggio 2021, praticamente 108.355 unità contro le precedenti 139.108.
Anche in questo caso le eccezioni positive sono state pochissime (Cipro, Repubblica Ceca, Lituania e Svezia) e diffusi i cali a due cifre. A trascinare in basso il risultato del mese hanno fortemente contribuito i mercati principali con la Spagna che ha registrato il calo più forte (-32,6%), seguita da Germania (-23,8%) e Francia (-19,7%).
Leggermente meglio, ma sempre in zona negativa, l’Italia si è attestata su un calo più contenuto, –13,5%.
Nei primi cinque mesi dell’anno le immatricolazioni UE di veicoli commerciali leggeri sono diminuite del -23,2% arrivando a 538.444 unità rispetto alle 701.048 dell’analogo periodo 2021. Il calo più marcato è stato registrato in Spagna (-36,1%), seguita da Francia (-24,9%) e Germania (-19,8%); mentre l’Italia è riuscita a contenere la diminuzione al -8,9%.
Nuovi veicoli commerciali pesanti di 16 tonnellate e oltre
Decisamente meglio nel segmento degli autocarri pesanti che, lo scorso mese, in Ue hanno visto aumentare la domanda dell’8,0% rispetto a maggio 2021, raggiungendo le 21.896 unità.
Quasi tutti i mercati dell’Unione hanno contribuito al risultato positivo (tranne Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna).
Proprio quest’ultima, è l’unica, fra i maggiori mercati dell’area, ad aver conseguito un risultato negativo, seppur marginale (-4,6%), mentre Francia e Italia hanno registrato un aumento della domanda, rispettivamente del +14,6% e +14,3%. La Germania, per contro, lo scorso mese è riuscita ad aumentare la propria domanda solo del +2,4%.
Tuttavia, nel complesso della prima parte dell’anno le vendite di autocarri pesanti hanno subìto una leggera contrazione del -0,4% attestandosi sulle 106.080 unità contro le precedenti 106.485.
In questa “fotografia” i risultati dell’area sono stati piuttosto disomogenei con positività e negatività ugualmente diffuse, una dinamica, questa, che si è riscontrata anche nei 4 mercati chiave Francia e Spagna sono riuscite a registrare una timida crescita (rispettivamente del +5,3% e del +1,8%), mentre Germania e Italia hanno registrato cali, seppur modesti (rispettivamente -4,0% e -1,8%).
Nuovi veicoli commerciali medi e pesanti oltre 3,5 tonnellate
Il risultato dello scorso mese nel segmento dei veicoli commerciali pesanti e medi ha visto una crescita della domanda del 3,6% nell’area dell’Unione arrivando a 25.603 unità contro le 24.720 di maggio 2021.
Positività diffuse hanno contrastato la riduzione della domanda registrata in vari Paesi e, in questo senso, la cartina al tornasole sono proprio i 4 maggiori mercati ove l’aumento della domanda s’è registrato in Italia (+10,7%) e Francia (+9,1%); mentre Germania e Spagna hanno visto calare le loro performance perdite (-4,8% e -4,6% rispettivamente).
Tuttavia, nella prima le immatricolazioni di camion medi e pesanti sono diminuite del -3,1% nell’area Ue arrivando a 123.834 unità. Fra i maggiori mercati in termini di volumi, pur con cifre diverse, sia Germania (-8,3%) che Italia (-2,2%) hanno contribuito al risultato complessivo, mentre Spagna e Francia hanno registrato una crescita, seppur leggera: rispettivamente +1,5% e +0,8%.
Nuovi autobus e pullman medi e pesanti oltre 3,5 tonnellate
Il segmento dei grandi veicoli adibiti al trasporto pubblico e privato ha visto impennare la domanda del 32,8% lo scorso mese raggiungendo le 2.452 unità, grazie ai risultati positivi anche a tre e a quattro cifre raggiunti in alcuni mercati.
Tuttavia, proprio nei maggiori mercati dell’area s’è registrata una disomogeneità nei risultati di maggio con Spagna e Francia che hanno registrato solide crescite (rispettivamente +42,1% e + 27,9%), mentre l’Italia e la Germania hanno diminuito i risultati rispettivi: -23,6% e -12,4%.
A livello di consuntivo, la prima parte dell’anno ha visto il segmento crescere del +5,6% (10.817 unità contro le precedenti 10.244 dello scorso anno), proprio grazie al risultato di maggio.
Anche in questo caso s’è evidenziata una disomogeneità fra i maggiori mercati dell’area con Spagna e Francia in zona positiva (+56,8% e +7,6%), mentre Germania e Italia hanno visto diminuire la loro domanda rispettivamente del -16,1% e del -15,8%.