Veicoli elettrici e transizione ecologica: un quadro complesso con tanti fattori da considerare
Dal meeting di Rimini, durante un Convegno dedicato alla transizione ecologica e ai vettori energetici, in particolar modo l’elettrico per autotrazione, le considerazioni del Segretario Generale dell’ACI sullo stato dell’arte e le prospettive in Italia.
La transizione ecologica nel suo complesso ed il relativo passaggio ad una mobilità a basse emissioni sono obiettivi ineludibili anche per il nostro Paese, tuttavia, la piena realizzazioni di tali traguardi prescinde necessariamente da tempi e condizioni socio-economiche precise e di non immediata attuazione.
Questo il succo dell’intervento che Gerardo Capozza, Segretario Generale dell’ACI ha proposto intervenendo al Convegno: “Transizione ecologica e vettori energetici: l’elettrico” tenutosi nell’ambito del noto Meeting di Rimini.
Illustrando una “fotografia” del parco auto circolante nazionale che ancora mostra oltre 12 milioni di auto altamente inquinanti, il Dott. Capozza ha spiegato come sia diffusa, fra gli esperti del settore automotive e gli addetti ai lavori, la convinzione che, nel breve periodo, malgrado un aumento dell’interesse del pubblico e un trend in crescita nel segmento, i motori a combustione interna non potranno mai essere completamente sostituiti dall’elettrico.
I motivi sono facilmente intuibili: l’approvvigionamento e la produzione energetica che ancora in gran parte dipendono dalle cosiddette fonti fossili; le emissioni reali dei veicoli elettrici (soprattutto quelli ibridi); le difficoltà legate allo smaltimento delle batterie; l’incapacità della rete nazionale di reggere l’alimentazione di un numero importante di veicoli.
Inoltre, un aspetto da non trascurare è quello rappresentato dall’elevato costo di acquisto e dalla ridotta capacità di circolazione.
“Per passare progressivamente a tecnologie sempre meno dannose per l’ambiente, (compreso il settore dell’automotive), bisogna tenere in considerazione le realtà socio-economiche del nostro Paese, ma soprattutto, essere consapevoli che i tempi non saranno brevi”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’ACI, che ha quindi aggiunto: “In Italia, affinché la mobilità elettrica possa diventare più concreta e diffusa, c’è la necessità che sussistano determinate condizioni (non facili da attuare): aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e non inquinanti; fare in modo che le auto elettriche abbiano equivalenti prestazioni rispetto a quelle a motore tradizionale, (autonomia e prezzi in primis); una efficiente e capillare rete di stazioni di ricarica e una sempre maggiore diffusa cultura dell’eco-sostenibile”.
Senza contare il ricorso alla sostituzione del parco auto circolante inquinante con: “aiuti e incentivi per l’acquisto di auto più recenti, maggiormente sicure e meno dannose per l’ambiente”.
Un quadro complesso, insomma, quello dell’auspicabile transizione ecologica, che pone la necessità di un approccio integrato da parte dei decisori nazionali, in grado di tenere nel giusto conto i diversi aspetti legati alla demografia, all’economia, all’agricoltura, all’energia, alla mobilità e alla salvaguardia di tutte le filiere nazionali consolidate che dovranno essere: “inserite in un percorso di innovazione e sostenibilità con tempistiche molto più dilatate”.
Un richiamo, infine, è giunto nella direzione della necessità di considerare un aspetto importate: “una transizione ‘giusta’ – ha affermato il Dott. Capozza – non può e non deve danneggiare né i lavoratori, né tantomeno le imprese”.