Sharing Mobility; avanti tutta nonostante la pandemia
L’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility ha diffuso i dati 2020/2021 del settore nazionale. In crescita il noleggio dei monopattini.
Che l’emergenza pandemica abbia modificato profondamente le abitudini degli italiani, anche quelle dei trasporti, era cosa già nota da tempo, considerando, soprattutto per lo scorso anno, cosa abbia significato, in termini di mobilità, l’introduzione dei limiti alla circolazione delle persone, le chiusure prolungate, la diffusione dello smart working con un a conseguente riduzione degli spostamenti da e per i luoghi di lavoro.
Ma se è comprensibile che tutte le forme di mobilità private e pubblica abbiano risentito di queste dinamiche, cosa è successo nel segmento della mobilità condivisa?
A questa domanda si è tentato di rispondere nel corso dell’evento presentato on line sulla piattaforma lesscars in data 20 luglio: “Sharing mobility: dati 2021 e ultime tendenze” organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility (Network promosso dal Ministero della Transizione Ecologica, dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili e dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e composto dagli operatori di servizi di mobilità condivisa, Enti locali, istituti di ricerca e associazioni), in collaborazione con Monitor Deloitte.
Ebbene, nonostante la situazione congiunturale che la pandemia ha provocato nel settore mobilità nel suo complesso, a sorpresa, la sharing mobility “ha resistito” e, anzi, ha fatto registrare “picchi di crescita inaspettati”, ad esempio nel caso dei monopattini elettrici.
Nel complesso, la mobilità condivisa ha si subito un calo annuale delle percorrenze stimato al -30,6%, tuttavia inferiore rispetto ai cali registrati nel trasporto ferroviario regionale (– 38%), in quello ad alta velocità (-66%) o nel trasporto aereo (-69%) e, nonostante tutto, alla fine dello scorso anno, in Italia, erano presenti ben 158 servizi di sharing mobility; il triplo rispetto al 2015!
Non solo, già nel primo semestre 2021 l’uso dei servizi di sharing è di nuovo cresciuto “ritrovando nelle prime due settimane di giugno i valori medi prepandemia (media 2019)” e dall’analisi dei diversi segmenti appare chiaro che è stato lo scootersharing la tipologia di servizio che ha recuperato terreno più velocemente, seguito dai servizi di condivisione delle due ruote a pedali e, in ultimo, dal car sharing.
Sempre secondo i dati diffusi dall’Osservatorio, lo scorso anno, la mobilità individuale non ha subito un calo così importante (e del resto, soprattutto nei primi mesi di pandemia, la paura del contagio ha indotto ad un minor utilizzo dei mezzi pubblici con conseguente ripresa degli spostamenti con mezzi privati), e infatti, scrive l’Osservatorio: “L’indicatore del consumo di carburanti utilizzati nel trasporto stradale ha segnato un calo nel 2020 rispetto al 2019 pari al 17,7 %”.
Ma vediamo la “fotografia” dei diversi segmenti.
Le restrizioni alla mobilità hanno influito negativamente sulla domanda di carsharing che tuttavia ha risposto in maniera diversa a seconda dei servizi: -42% nel caso di quelli free-floating (ove la vettura noleggiata può essere rilasciata in un qualunque posto all’interno del perimetro urbano), rispetto al -32% nel caso dei servizi station-based (ove la vettura noleggiata è disponibile nel luogo e nel momento richiesto).
L’Osservatorio spiega che lockdown e chiusure hanno modificato la domanda di carsharing giornaliero a favore di un aumento complessivo dei noleggi nei week end.
Il “polso” del bikesharing mostra pulsazioni irregolari: da un lato si è assistito all’aumento delle biciclette disponibili (1.300 in più nelle città italiane con le elettriche che hanno superato la quota del 30%); dall’altro si è notata una diminuzione dei noleggi, probabilmente a causa della “concorrenza dai nuovi servizi di monopattini in sharing, in particolare negli spostamenti brevi e brevissimi, ma anche la minore presenza di mobilità studentesca e di pendolari, tra i segmenti di clientela più importanti cui si rivolge questa tipologia di servizio di sharing”.
È andata decisamente meglio allo scootersharing che ha visto aumentare l’offerta di veicoli del 45% e delle iscrizioni del 30% e che ha perso solo il 25% in termini di noleggi su base annua.
La miglior performance delle due ruote a motore è da ricercarsi nel fatto che gli scooter a noleggio son quasi tutti modelli elettrici e che il loro utilizzo è maggiore nelle grandi città del Paese “dove è comunque molto intenso anche l’uso dello scooter di proprietà”.
Veramente notevole l’exploit dei monopattini in condivisione che rappresentano ormai 1/3 dei veicoli condivisi e che in appena un anno, dal finire del 2019, sono diventati il mezzo di trasporto preferito nei servizi di sharing.
Lo scorso anno, ha reso noto l’Osservatorio: “sono stati compiuti 7,4 milioni di noleggi in monopattino e percorsi 14,4 milioni di Km” e, rispetto al 2019, è aumentata anche la durata del noleggio (12,1 minuti) e la percorrenza (1,8 Km).
Una tale performance ha evidenziato, però: “la scarsità delle infrastrutture disponibili, l’assenza di parcheggi dedicati per i mezzi più leggeri e la necessità di governare il sistema della mobilità urbana, garantendo spazio e sicurezza a tutte le modalità e i mezzi di trasporto”.
Un focus specifico sui dati raccolti in 6 città italiane (Torino, Milano, Bologna, Roma, Cagliari e Palermo) durante il primo semestre 2021 ha evidenziato un aumento di tutti i servizi di sharing, mentre in Europa, secondo quanto contenuto nell’ultimo rapporto trimestrale European Shared Mobility Index che analizza i dati di 16 città-chiave, si rileva una crescita netta in tutti i mercati: “con risultati particolarmente forti tra gli operatori di monopattini in condivisione”.
“Stiamo constatando sempre più che è ormai in atto un nuovo paradigma nelle nostre città, a cui abbiamo dato il nome di ‘Muoversi con leggerezza’ – ha dichiarato Raimondo Orsini, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility – vale a dire la tendenza dei servizi di sharing ad utilizzare veicoli sempre meno ingombranti e leggeri, in controtendenza al gigantismo dei veicoli di proprietà. Più condivisione, meno peso, meno spazio occupato”.