Gestione PFU: i dati dei primi 10 anni di attività di Ecopneus
Oltre 2,2 milioni di tonnellate di PFU gestite dal 2011 con una eccedenza del +6% annuo rispetto agli obiettivi di legge. I dati nel Rapporto di Sostenibilità presentato l’altro ieri a Roma.
Una pila di pneumatici alta 1,5 Km, ma delle dimensioni di un campo da calcio!
È questa l’immagine scelta da Ecopneus per comunicare la quantità di PFU recuperati in 10 anni di attività dalla filiera consortile costituita dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia (Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin e Pirelli), cui nel tempo si sono aggiunte molte altre aziende e che ha l’obiettivo di rintracciare, raccogliere, trattare e recuperare la quantità di PFU pari all’immesso nel mercato del ricambio dell’anno solare precedente secondo il principio EPR (Extended Producer Responsibility ovvero: Responsabilità Estesa del Produttore).
2.220.090 tonnellate di PFU recuperate dal 2011; un peso pari a quello di 20 super porta aerei, con una eccedenza di 130.000 tonnellate in più rispetto agli obblighi di legge, con una media del +6% annuo, una quantità enorme che ha necessitato di oltre 700 missioni di raccolta presso 25.000 gommisti; senza contare i tanti interventi di prelievo straordinario di PFU abbandonati nella “Terra dei Fuochi” e degli stock storici per un totale di 87.000 tonnellate prelevate.
Sono i numeri stupefacenti del Rapporto di Sostenibilità sui primi 10 anni di attività che Ecopneus ha presentato il 30 giugno nel corso di una apposita web conference e che si traducono, per il Paese, in altrettanti benefici economici e ambientali dal momento che grazie all’attività di recupero e del conseguente riciclo di PFU si è evitato:
– l’emissione di oltre 3,36 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (quanto 1,9 milioni di autovetture che percorrono 10.000 Km in un anno);
– il prelievo di materie prime per 3,3 milioni di tonnellate (l’equivalente in peso di 325 Tour Eiffel);
– il consumo di 15,5 milioni di m3 di acqua (un quantitativo superiore all’acqua erogata per il consumo medio giornaliero di tutta la popolazione italiana).
E i benefici derivanti da una gestione che si configura come un vero e proprio caso di eccellenza a livello internazionale non si fermano qui; vanno considerati anche il risparmio legato alla riduzione delle importazioni di materiale vergine che, per l’Italia, complessivamente, si è attestato sugli oltre 1,15 miliardi €; nonché il vantaggio economico derivante dalla redistribuzione di un valore economico di 610 milioni € di cui ben 538 milioni sono serviti a remunerare le imprese della filiera impegnate nelle operazioni di recupero, raccolta, trasporti, trattamento PFU.
“Gli importanti dati di gestione raggiunti da Ecopneus in 10 anni di attività sono il risultato di una strategia lungimirante che negli anni ha consentito di costruire un sistema fondato su qualità, competenza ed innovazione coinvolgendo in modi diversi tutti gli stakeholder del sistema: dai cittadini alle Istituzioni, alle imprese della filiera del trattamento e dei settori del riciclo, agli enti di ricerca, alle associazioni”, ha dichiarato Giovanni Corbetta, alla guida del Consorzio sin dalla sua costituzione.
“Negli ultimi 10 anni molte cose sono cambiate e il sistema industriale gestito da Ecopneus si è progressivamente strutturato, grazie anche ad un processo di gestione della qualità che ha consentito di migliorare sempre di più l’output del processo di riciclo”.
Sono 200.000 le tonnellate di PFU che mediamente il consorzio riesce a gestire ogni anno, una quantità che equivale, in peso, a circa 22 milioni di pneumatici per automobile.
In dieci anni di attività, spiegano da Ecopneus, il 52% è stato avviato al recupero di materia per produrre principalmente granuli e polverini di gomma impiegati nella produzione di pavimentazioni sportive (50%), manufatti e componenti (29%), articoli in gomma (8%), isolanti acustici per edilizia (7%) e asfalti a bassa rumorosità (3%).
Il restante 48%, invece, è stato destinato al recupero di energia; ma è interessante notare che, nel tempo, la quota destinata al recupero di materia ha registrato un trend in costante crescita a conferma del consolidamento del sistema industriale costruito e che conta circa 100 imprese sul territorio.
Non a caso, accanto alla promozione della qualità e dell’efficienza nella filiera del trattamento dei PFU, l’attenzione del consorzio si è rivolta intensamente anche al sostegno del mercato delle applicazioni della gomma riciclata, stimolando e incentivandone il miglioramento in termini di processi e prodotti con oltre 13,5 milioni € investiti in progetti di Ricerca & Sviluppo con l’obiettivo di ampliare il mercato dei prodotti in gomma riciclata.
“Continueremo a fare innovazione dedicando grande attenzione alla ricerca e contribuendo allo sviluppo della cultura della sostenibilità attraverso attività di informazione e formazione, con lo scopo di massimizzare i benefici per la collettività derivanti dal recupero dei PFU”, ha dichiarato Federico Dossena, nuovo Direttore Generale Ecopneus.
“Negli anni Ecopneus si è fortemente impegnata per lo sviluppo dei mercati di sbocco della gomma riciclata, un materiale elastico, resistente all’usura, agli agenti atmosferici e chimici, che se inserita in un circuito virtuoso come quello che abbiamo costruito può fare davvero la differenza e contribuire all’economia circolare di molti settori, dall’edilizia, all’industria, allo sport, alle infrastrutture”.