Combustibili fossili: i cittadini europei chiedono il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni
La Commissione Europea ha registrato un’iniziativa dei cittadini europei (ICE) per la proposta di una normativa ad hoc che vieti la pubblicità e la sponsorizzazione dei combustibili fossili.
In data 16 giugno la Commissione Europea ha deciso di registrare un’iniziativa dei cittadini europei (European Citizen’s Initiative – ICE) intitolata “Divieto di pubblicità e sponsorizzazioni sui combustibili fossili”.
Gli organizzatori dell’iniziativa, come si legge nella pagina dedicata, chiedono alla Commissione di proporre un atto legislativo che miri a proporre agli Stati membri il divieto di qualsiasi promozione o pubblicità, diretta o indiretta, nonché qualsiasi distribuzione gratuita o promozionale, o qualsiasi rapporto di sponsorizzazione:
– per tutte le società e sottomarchi associati o organizzazioni di lobby che estraggono, raffinano, producono, forniscono, distribuiscono o vendono combustibili fossili;
– per le imprese che promuovono l’uso di veicoli aerei, stradali o marittimi alimentati a combustibili fossili che operano a combustibili fossili, ad eccezione dei veicoli dedicati a servizi di trasporto di interesse economico generale;
– di qualsiasi prodotto di combustibili fossili inclusi petrolio, gas fossile e carbone.
“Questa legge – scrivono gli organizzatori dell’ICE – rientrerebbe nella competenza dell’UE, in quanto consisterebbe in una regolamentazione del mercato interno volta a rafforzare la protezione dei consumatori, nonché un elevato livello di salute pubblica e protezione dell’ambiente. Infatti, questa legislazione aumenterebbe la consapevolezza pubblica dei prodotti e delle tecnologie responsabili del cambiamento climatico e di altri danni ambientali e sanitari. In quanto tale, perseguirebbe gli obiettivi previsti dalle politiche ambientali e di tutela dei consumatori dell’UE, attraverso l’armonizzazione delle norme sulla pubblicità e sulle sponsorizzazioni dei combustibili fossili. Ciò rientrerebbe nell’ambito di competenze condivise tra cui mercato interno, ambiente, protezione dei consumatori”.
Il divieto proposto, qual ora dovesse concretizzarsi (e il percorso ha mosso appena il primo passo) dovrebbe applicarsi sia online che offline in diverse aree e settori:
– Offline: qualsiasi pubblicità su stampa, televisione, cartelloni pubblicitari, radio, SRI o pubblicazioni accademiche;
– Online: qualsiasi pubblicità sui social media o branded contenuti su tutte le piattaforme di social media o tradizionali;
– Sport: qualsiasi sponsorizzazione di Club o eventi sportivi;
– Cultura: qualsiasi sponsorizzazione di Musei, Istituzioni artistiche, Teatri, locali musicali, Festival, eventi o artisti;
– Istruzione: università pubbliche, scuole o qualsiasi pubblico istituto di istruzione;
– Scienza: eventuali festival scientifici pubblici o finanziamenti per istituti scientifici pubblici e pubblicazioni educative;
– Eventi pubblici, in particolare legati al clima, alla salute, alla biodiversità, all’ambiente e alla sostenibilità ecologica;
– Eventi mediatici di terze parti.
Sono diverse le ragioni e le opportunità che hanno addotto gli organizzatori dell’ICE: in primo luogo il fatto che i combustibili fossili sono responsabili della crisi climatica e pertanto non dovrebbero essere pubblicizzati, tanto più allorquando una singola campagna pubblicitaria specifica andando ad influire sull’aumento delle vendite, porta ad un aumento diretto delle emissioni di gas-serra.
Un’altra considerazione nasce da un semplice cortocircuito logico: l’inquinamento atmosferico (la cui maggior parte deriva dalla combustione di combustibili fossili), arreca maggiori decessi del consumo di tabacco. Ebbene, la pubblicità e le sponsorizzazioni del tabacco sono vietate sulla base della tutela della salute pubblica e pertanto sarebbe auspicabile un analogo divieto a livello europeo della pubblicità e delle sponsorizzazioni sui combustibili fossili.
Vi sono stati diversi casi, poi, il cui alcune società del settore dei combustibili fossili sono state legalmente contestate perché alcune loro campagne pubblicitarie tendevano a enfatizzare eccessivamente i prodotti rinnovabili e a travisare il loro investimento effettivo nelle tecnologie rinnovabili. Secondo gli organizzatori, pertanto, l’UE dovrebbe adottare misure proattive creando una legislazione ad hoc per rimuovere preventivamente questa minaccia rivolta ai consumatori.
Infine, sempre secondo gli organizzatori dell’iniziativa, spesso accade che generose sponsorizzazioni di eventi e manifestazioni vengono utilizzate dalle società che si muovono nell’ambito dei combustibili fossili per promuovere le loro attività o aumentare l’accesso politico.
A questo punto, registrata l’ICE da parte della Commissione Ue, gli organizzatori possono avviare il processo di raccolta delle firme a sostegno: ne servono 1 milione entro 1 anno da almeno 7 Stati membri e a quel punto non dovrebbe attendersi la reazione della Commissione stessa che potrebbe decidere se dare seguito o meno alla richiesta, anche se in entrambi i casi sarebbe tenuta a motivare la propria scelta.