Trend dell’auto in Italia: l’ACI pubblica l’Annuario Statistico 2021

Crollata la spesa auto nel 2020; l’Italia conferma di avere il parco circolante più vecchio d’Europa e il più alto rapporto auto/popolazione. Aumenta la quota di auto elettriche e ibride.

Che il 2020 sia stato un anno unico nella storia recente per l’eccezionalità dell’evento pandemico e degli effetti di questo sulla società e sull’economia era cosa già ampiamente nota, così come da varie fonti, in questi ultimi mesi si sia potuto avere un’idea delle dimensioni di tali effetti sull’industria e i mercati, in generale, e nello specifico su quella automobilistica.

Un’ultima fotografia per quanto concerne la situazione del mercato auto italiano è arrivata ieri dall’Automobil Club d’Italia che ha pubblicato online sulle pagine del suo sito l’ultima edizione dell’Annuario Statistico ACI  che fornisce dati aggiornati e serie storiche per comprendere l’andamento di merci e mobilità in Italia, offrendo, altresì supporti numerici e infografici per l’analisi del mercato auto e di come sul medesimo incide la pressione fiscale.

Nei vari capitoli dell’Annuario Statistico vengono presentati e analizzati, inoltre, i dati relativi alle prime iscrizioni dei veicoli nuovi di fabbrica (a livello regionale e territoriale); la consistenza del parco veicolare (suddiviso per categoria, regioni, classe Euro, alimentazione, cilindrata, anno di prima immatricolazione e peso a terra per i veicoli commerciali); radiazioni e trasferimenti di proprietà nel periodo target 2000 – 2020.
Due ulteriori appendici, inoltre, trattano, rispettivamente, gli elementi di tipo economico e fiscale legati alla mobilità delle autovetture e i prezzi e i consumi dei carburanti per autotrazione in Italia.

Ebbene, l’istantanea che fotografa il mercato italiano dello scorso anno non è certo delle più lusinghiere, né avrebbe potuto essere altrimenti stante la nota situazione congiunturale; a causa del Covid, secondo l’ACI: “lo scorso anno il mercato auto ha toccato il livello più basso degli ultimi vent’anni”.
Nei mesi clou delle restrizioni (marzo e aprile) si è quasi toccato l’azzeramento delle vendite con l’80% di diminuzione media delle immatricolazioni ed una perdita di nuove iscrizioni che, su base annua ha superato le 560.000 unità, delle quali 500.000 autovetture.

Di seguito gli elementi e i dati più interessanti per comprendere meglio la situazione.
Gli ecoincentivi messi in campo dal Governo per sostenere il mercato e contribuire allo svecchiamento in chiave ecologica del parco auto circolante hanno spinto fortemente il segmento delle autovetture elettriche e di quelle ibride, cresciute, rispettivamente del 193,4% e del 123,9%.

A tale crescita, tuttavia, non è corrisposta la rottamazione delle auto più vetuste e infatti il parco circolante del Bel Paese risulta ancora essere il più vecchio d’Europa con un’età media che supera gli 11 anni ed è addirittura cresciuta di 5 mesi rispetto al 2019.
Dal punto di vista della classe Euro, un’auto su 5 (20%) rientra nelle categorie Euro 0, Euro 1 o Euro 2, con almeno 18 anni di anzianità.

Non solo, anche i rapporti autovetture/popolazione (666 auto ogni 1.000 abitanti) e veicoli/popolazione (885 ogni 1.000 abitanti) sono risultati essere i più alti d’Europa; mentre, di fatto, la saturazione del mercato e la sopraggiunta crisi economica rendono meno rapido il ricambio e lo svecchiamento, malgrado ridurre l’impatto delle emissioni dei veicoli e l’inquinamento dell’aria sia un imperativo per il nostro Paese.

La crisi ingenerata dalla pandemia ha inciso pesantemente anche sulla spesa complessiva per l’auto che, lo scorso anno, ha registrato un totale di 124 miliardi di euro: una riduzione del 20,2% rispetto all’anno precedente, pari a 30,7 miliardi di euro.

Nel “paniere” della spesa la voce più pesante è stata quella relativa ad acquisto e ammortamento del capitale (37,9 miliardi, -23,3%), a seguire la spesa per il carburante (29,4 miliardi -25,6%) e, infine, la spesa per manutenzione/riparazione (21,7 miliardi –17,3%).
E ancora, sottolinea l’ACI, se nel 2019 la spesa media di utilizzo auto era stata di 3.900 euro, lo scorso anno questa è scesa del 20,6%, pari a 3.100 euro.

Anche dal punto di vista del gettito fiscale la fotografia del trend auto del 2020 è piuttosto cupa: poco meno di 52,8 miliardi di euro, ovverossia 12,3 miliardi in meno rispetto al 2019 (-19,1%), con la vendita dei carburanti che ha rappresentato l’entrata maggiore (28,5 miliardi), seguita dall’IVA per l’acquisto dei veicoli (6,8 miliardi) e dalle tasse automobilistiche (5,5 miliardi).

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