Mercato auto Europa, in aprile ancora una crescita apparente
Malgrado i dati molto positivi rispetto allo scorso anno, il mercato europeo registra un calo notevole nel confronto con l’ultimo anno prima della pandemia.
Ancora una crescita, ma solo apparente, per il mercato europeo dell’auto che, nel mese di aprile, secondo quanto comunicato ieri da ACEA, registra un aumento percentuale delle immatricolazioni del 218,6%, mentre nel cumulato del primo quadrimestre la crescita a livello di area Ue è stata del 24,4%.
Tuttavia le cifre entusiasmanti nascondono una crescita, solo apparente, dicevamo, perché il confronto viene fatto sulla base dello scorso anno di cui è ben noto l’andamento insolitamente molto negativo dovuto alla pandemia da Sars-Cov-2 e dalle misure di contenimento e chiusura introdotte dai vari Paesi nel tentativo di arginare il contagio.
Di fatto, il volume delle vendite dello scorso mese e dell’intero primo quadrimestre 2021 è stato decisamente inferiore rispetto all’ultimo anno normale (2019) con ben 300.000 immatricolazioni in meno su base mensile (-22,7%) ed una riduzione ben più consistente nel confronto con il cumulato quadrimestrale (-25%).
Guardiamo insieme i dati.
Lo scorso mese, nell’Unione, le immatricolazioni sono passate a 862.226 unità quando se n’erano registrate 270.651 ad aprile 2020 (+ 218,6%, appunto) con tutti i mercati dell’UE che hanno mostrato una decisa ripresa sintetizzata in crescite a due e a tre cifre. Allargando la visuale all’intera Europa (Unione + Paesi EFTA + Regno Unito), il risultato di aprile segna 1.039.810 unità contro le appena 292.153 di aprile 2020 (+255.9%).
Spicca, tra i maggiori mercati dell’area, la performance del mercato italiano che, a livello europeo, ha registrato il maggior rialzo (+ 3.276,8% pari a 145.033 nuove immatricolazioni rispetto alle 4.295 di aprile 2020).
Ottimo risultato conseguito anche dalla Spagna (+ 1.787,9%), mentre, pur con forti crescite registrate, Francia e la Germania hanno aumentato di meno i rispettivi volumi mensili rispetto allo scorso anno (nello specifico: (+ 568,8% e +90%).
A livello quadrimestrale la domanda di auto nell’Unione è aumentata del 24,4% che significa 3.422.439 unità contro le precedenti 2.750.659 dei primi quattro mesi 2020. Anche in questo caso la “fotografia” dei mercati dell’area mostra diffusi guadagni a due cifre (ad esclusione di Lituania, Olanda, Portogallo, Romania e Slovacchia).
Dei 4 major market dell’area: Italia e Francia sono quelli che hanno conseguito i risultati migliori (rispettivamente del 68,4% e del 51%), mentre, grazie alle performance dell’ultimo mese, anche Spagna e Germania, per la prima volta, quest’anno, hanno registrato positività nelle rispettive performance cumulative (nello specifico: 18,8% e + 7,8%).
Analizzando i dati dell’intera Europa (sempre considerando il totale della somma fra Unione + Paesi EFTA + Regno Unito), il cumulato dei primi quattro mesi dell’anno ha registrato 4.120.443 unità contro le precedenti 3.346.010 dell’analogo quadrimestre 2020 (+23,1%).
Nel commentare i dati diffusi dall’ACEA, le Associazioni che rappresentano, rispettivamente, i rappresentanti dei veicoli esteri sul territorio nazionale e la filiera automobilistica del Paese hanno rimarcato l’importanza delle misure a sostegno del mercato introdotte in Italia (la quale, non a caso è stata fra i Paesi europei ad aver subito il calo minore rispetto ai dati del primo quadrimestre 2019) e che hanno favorito, tra l’altro, la domanda di auto meno inquinanti.
“L’unico modo per abbassare le emissioni delle auto di nuova immatricolazione, e svecchiare il circolante, è continuare ad incentivare con obbligo di rottamazione la fascia 61-135 g/Km, che ha dimostrato di poter abbattere in modo massiccio la quota delle auto con emissioni superiori” – ha dichiarato Andrea Cardinali, Direttore Generale UNRAE.
“In Italia – ha proseguito – lo sviluppo della mobilità elettrica non può prescindere dalla estensione dell’Ecobonus, oggi previsto solo per il 2021, fino al 2026”.
“Per sostenere il recupero del mercato e dei livelli produttivi e per non interrompere il virtuoso processo di sostituzione del parco circolante più anziano con veicoli di ultima generazione, tenendo ben presenti i target di decarbonizzazione della mobilità che l’UE ha fissato secondo una roadmap stringente, è fondamentale proseguire con le misure di stimolo della domanda” – ha sostenuto Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA.
“In Italia, speriamo che con il Decreto Sostegni Bis […] vengano finalmente rifinanziati gli incentivi all’acquisto delle nuove auto con emissioni di CO2 nella fascia 61-135 g/Km, precocemente esauriti. Contestualmente, rinnoviamo l’appello ad agire nella stessa direzione per lo svecchiamento del parco dei veicoli commerciali leggeri vincolando il contributo all’acquisto alla rottamazione dei vecchi mezzi, in modo che anche il comparto della logistica urbana delle merci viva una piena ripartenza e, soprattutto, proceda speditamente verso obiettivi di efficienza e sostenibilità, a maggior ragione visto il recente incremento degli acquisti online e dell’home delivery”.
“Se, grazie alla sensibilità del Governo, il mercato italiano potesse chiudere il 2021 non molto al di sotto del 2019, resterebbe ancora parecchio terreno da recuperare per tornare alla normalità”, ha fatto loro eco Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor nel ricordare gli effetti a lungo termine della crisi dei mutui sub-prime sul mercato auto nazionale. “Chiudere il 2021 non molto al di sotto del 2019 sarebbe un risultato importante anche per riportare alla normalità nei prossimi anni il mercato italiano dell’auto sfruttando l’impatto che sull’economia avrà il recovery plan”.