Mercato auto Italia: prosegue in aprile, la crescita apparente.
Crescita vertiginosa rispetto ad aprile 2020, ma il mercato segna rosso (-17,1%) nel confronto con l’analogo mese dell’ultimo anno precedente la pandemia.
Nel mese di aprile, in Italia, il numero delle immatricolazioni auto è arrivato alle 145.033 unità, secondo i dati forniti ieri dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile; un incredibile balzo in avanti rispetto alle 4.295 di aprile 2020.
Eppure, proprio il confronto con lo scorso anno, apparentemente più che positivo stante la crescita vertiginosa del 3.276,8%, nasconde l’assoluta mancanza di senso proprio in virtù delle eccezionalmente negative prestazioni del mercato di allora caratterizzato dai primi mesi di contrasto alla diffusione del virus pandemico con le note misure di chiusura.
Pertanto, come già avvenuto per il mese di marzo anche in aprile si può parlare di crescita apparente, mentre il confronto con l’analogo mese dell’ultimo anno normale, il 2019, rivela un ben altro, reale e più sconfortante risultato: -17,1%.
Anche per quanto concerne il consuntivo del primo quadrimestre dell’anno ci troviamo di fronte ad una mera crescita apparente: +68,4% su aprile 2020 con 592.181 unità immatricolate, ma, proprio in virtù del ragionamento esposto poc’anzi, il confronto con il periodo gennaio-aprile 2019 rivela, invece, una variazione percentuale decisamente negativa: -16,9%.
E non è tutto, perché, come illustrano dal Centro Studi Promotor, in effetti, la situazione del mercato auto italiano è ancora più problematica, dal momento che, a ben guardare, nel 2019 non s’era in presenza di: “incentivi per le vetture più richieste … quelle con emissioni di CO2 da 61 a 135 gr/Km, mentre dal 1° gennaio 2021 erano in vigore incentivi per questa fascia di autovetture per 250 milioni di euro”.
Se da un lato, dunque, le misure incentivanti messe in campo dal Governo hanno consentito un concreto sostegno alla domanda e al mercato, favorendo altresì un atteso ricambio del parco auto circolante che, nel nostro Paese è decisamente vetusto; dall’altro, non sono riuscite a “compensare completamente l’impatto fortemente negativo della pandemia”.
Urge, pertanto, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor “che il Governo disponga, senza ulteriori indugi il rifinanziamento degli incentivi previsti dalla legge di Bilancio per il 2021 per la fascia di emissioni da 61 a 135 gr/Km di CO2”, senza i quali le previsioni di mercato per il nostro Paese sono più che fosche con lo spettro di uno scenario sui livelli degli anni ’60 “con tutto quello che ne consegue anche per il prodotto interno lordo del Paese su cui l’incidenza dell’auto e del suo indotto tocca il 12,5%.”
Il rifinanziamento degli incentivi a sostegno delle autovetture è la strada indicata anche dall’ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica il cui Presidente, Paolo Scudieri, nel commentare i dati di aprile, ha sottolineato anche la necessità di sostenere il segmento dei veicoli commerciali leggeri.
“È un intervento indispensabile – ha dichiarato – per sostenere un settore che garantisce occupazione e crescita economica, citato tra quelli per i quali il governo italiano intende aggiornare le strategie nazionali anche dal Premier Mario Draghi nella premessa al PNRR consegnato a Bruxelles, e che sta vivendo una fase particolarmente difficile anche a causa di fattori di crisi di portata internazionale come le problematiche di approvvigionamento dei microchip”.
Anche l’Unione Nazionale Rappresentati Autoveicoli Esteri, UNRAE stima più che necessario il rifinanziamento delle misure di sostegno alla domanda, tanto più, sottolinea che in assenza di tale misure “potrebbero essere a rischio ben oltre 300.000 immatricolazioni”.
Nel suo comunicato di commento ai dati di aprile, l’Associazione dei produttori esteri rimarca i risultati positivi delle misure incentivanti in termini ambientali, di svecchiamento del parco auto circolante e per le casse dello Stato: “In circa 3 mesi e mezzo, i fondi stanziati hanno consentito la rottamazione di 185.000 vecchie auto, per il 95% sostituite con nuove vetture della fascia 61-135 g/Km più sicure e pulite, risparmiando all’ambiente circa 115 mila tonnellate di CO2 l’anno e consentendo un’aggiuntività di introiti IVA e IPT per l’erario di circa 160 milioni di euro”.
E tuttavia, commenta il Presidente UNRAE, Michele Crisci: “Il PNRR del Governo sembra aver trascurato il settore dell’auto, uno dei principali mercati d’Europa per volumi che rappresenta pure una componente importante della transizione ecologica del Paese. È importante, perciò, che vengano presto trovati altri strumenti normativi per rendere strutturali gli Ecobonus per le vetture ‘green’ con emissioni fino a 60 g/km CO2”.
“Nel breve periodo, invece – ha aggiunto – è urgente il rifinanziamento degli incentivi per le vetture della fascia 61-135 g/km di CO2 che finora, sempre nell’ottica della sostenibilità, hanno dato il contributo più rilevante”.
Guardando alle scelte degli italiani le alimentazioni benzina e diesel continuano ad essere la quota più rilevante del mercato sebbene, entrambi i segmenti abbiano subito evidenti ridimensionamenti nel confronto col 2019 a tutto vantaggio delle alimentazioni più green; vetture ibride ed elettriche (comprese le elettrificate senza ricarica) proseguono la loro avanzata guadagnando sempre più significative quote di mercato.