Veicoli inquinanti: il 63% degli abitanti nelle città europee sostiene lo stop della vendita dopo il 2030
Anche Milano e Roma fra i risultati del sondaggio online realizzato da YouGov Plc su commissione di Transport & Environment.
Mentre aumentano i numeri relativi alle quote di mercato dei veicoli elettrici, pur tenendo conto di un anno di pandemia e delle misure incentivanti l’acquisto di nuovi veicoli più performanti dal punto di vista della sostenibilità e della mobilità green, un sondaggio condotto a livello europeo evidenzia che il 63% degli abitanti delle citta-campione, vorrebbe che l’Ue fissasse lo stop alla vendita di auto ad alimentazione tradizionale (benzina e diesel), dopo il 2030.
Il sondaggio, realizzato dalla società inglese di ricerca di mercato e analisi dei dati, YouGov Plc su commissione della Federazione Europea dei Trasporti e dell’Ambiente (Transport & Environment), ha preso in considerazione un target di abitanti di 15 fra le maggiori città di 8 Paesi del Vecchio Continente: Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito.
Ben 10.500 le persone intervistate on line tre il 3 e il 22 marzo a Parigi, Lione, Amburgo, Berlino, Roma, Milano, Barcellona, Madrid, Londra, Birmingham, Budapest, Varsavia, Cracovia, Anversa e Bruxelles; un campione considerevole dal quale emerge che circa 2/3 dei residenti urbani vorrebbe vendute in Europa solo auto a zero emissioni fra un decennio, mentre solo il 29% del target ha manifestato opposizione a una graduale eliminazione delle vendite di auto a benzina e diesel entro tale data.
“Da Barcellona a Cracovia, c’è un ampio sostegno per porre fine alle vendite di auto a combustibili fossili nell’UE – ha dichiarato Julia Poliscanova, direttore senior per i veicoli e la mobilità elettrica di T&E – Le persone nelle città sono le più esposte a livelli tossici di inquinamento atmosferico e non vogliono che i motori a combustione interna vengano venduti più a lungo del necessario”.
Nel presentare i risultati del sondaggio, T&E ha tenuto a sottolineare che non solo in tutte le città-campione si è rilevata una consistente maggioranza (dal 51% al 77%) a sostegno dello stop della vendita di veicoli inquinanti dopo il 2030, ma, tale sostegno è più forte in quelle città i cui abitanti hanno maggiormente sofferto di Covid-19. Questo per ribadire come siano stati rilevanti dal punto di vista statistico gli allarmi lanciati da diversi studi i quali hanno evidenziato possibili collegamenti tra inquinamento atmosferico e una maggiore mortalità correlata al Covid-19.
Non casualmente, il 66% di coloro che sono stati infettati o hanno avuto una persona infetta vicino a loro sostiene la misura, rispetto al 56% di coloro che non conoscono nessuno infetto o non ricordano.
“I politici dovrebbero ascoltare la gente che si dice pronta per la piena transizione ai veicoli a zero emissioni entro il 2030”, ha concluso la Poliscanova ricordando che già in giugno la Commissione europea potrebbe fissare una data limite per la vendita di auto con motori a combustione interna in sede di proposta di inasprimento degli obiettivi di CO2 delle auto.
Per quanto riguarda il nostro Paese, il sondaggio di YouGov ha palesato che la percentuale di cittadini favorevoli alla messa al bando dei veicoli a benzina e diesel ha raggiunto il 77% a Roma e il 73% a Milano mentre la percentuale dei contrari è stata, rispettivamente, del 16% e 19%.
“Il fatto che Roma e Milano mostrino il sostegno più convinto allo stop alle vendite di auto a combustibili fossili tra tutte le città europee è il segno che i loro cittadini sono stanchi di essere esposti ad alti livelli tossici di inquinamento atmosferico – ha osservato Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E – Sono già oggi pronti a cambiare e non vogliono che i motori a combustione interna siano venduti più a lungo del necessario”.
Tuttavia, i fattori cruciali per la svolta sono sempre quelli: diffusione capillare e disponibilità di reti e infrastrutture di ricarica (decisamente importante per il 61% dei cittadini di Roma e per il 62% dei milanesi) e l’uguaglianza dei costi d’acquisto fra veicoli tradizionali e quelli a zero emissioni; (per il 61% degli automobilisti dell’Urbe e per il 56% di quelli meneghini).
Un aspetto di non poco conto, quello della diffusione dei punti di ricarica per gli EV, al punto che, recentemente, anche l’ACEA – la sigla che raccoglie i costruttori di autoveicoli europei, si è espressa ribadendo come l’industria automotive sia pronta ad obiettivi di riduzione di CO2 più elevati per le auto nel 2030, ma a condizione che questi si basino su altrettanti rigorosi obiettivi di implementazione delle infrastrutture di ricarica a livello europeo, fissati come parte della revisione della Direttiva sull’infrastruttura per i combustibili alternativi (AFID).