Veicoli elettrici: servono un milione di punti di ricarica al 2024 e tre milioni al 2029.
L’Associazione delle Case automobilistiche, la Federazione Europea dei Trasporti e dell’Ambiente e l’Organizzazione dei Consumatori Europei hanno chiesto alla Commissione UE una ambiziosa revisione della Direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFID).
Non capita spesso che costruttori di autoveicoli, ambientalisti e consumatori convergano facilmente su posizioni condivise, ma è ciò che è accaduto giovedì scorso, allorquando ACEA, Transport & Environment e BEUC hanno inviato una lettera al vice-presidente esecutivo per il Green Deal Europeo e ai Commissari di Trasporti, Mercato Interno ed Energia della Commissione Ue chiedendo una ambiziosa revisione della Direttiva sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFID) al fine di garantire la realizzazione di un milione di caricatori pubblici per i veicoli elettrici al 2024 e 3 milioni al 2029.
Le tre Associazioni sono partite dalla considerazione che l’elettrificazione del trasporto su strada è la priorità urgente se si vogliono raggiungere, da un lato, gli obiettivi climatici e, dall’altro, una mobilità a zero emissioni. Tra l’altro, considerano i firmatari dell’appello, la domanda di veicoli elettrici è aumentata considerevolmente nell’ultimo anno raggiungendo, a livello UE, il 10,5% delle vendite totali e il settore dei trasporti è, allo stesso tempo, quello che negli ultimi anni ha dato il minor contributo alla diminuzione delle emissioni di CO2.
Urge, pertanto, secondo i tre soggetti sviluppare rapidamente le infrastrutture di ricarica elettriche e ad idrogeno e una revisione della Direttiva AFID dovrebbe andare in questa direzione accanto ad una revisione degli standard di emissione di CO2. Tale, ambiziosa, revisione è, negli obiettivi delle Associazioni scriventi, fondamentale per “costruire un’industria automobilistica resiliente e le catene del valore dell’emobility di domani“; non solo; l’implementazione di una adeguata rete infrastrutturale di ricarica sarà la condizione necessaria per stimolare i consumatori a passare ai veicoli a zero emissioni.
“Le case automobilistiche europee stanno guidando la transizione verso la mobilità elettrica e si stanno letteralmente superando a vicenda nel lancio di nuovi veicoli elettrici – ha dichiarato Oliver Zipse, presidente di ACEA e CEO di BMW – Ma il successo di questo enorme sforzo è seriamente minacciato dal ritardo nell’installazione dell’infrastruttura di ricarica nell’UE. La Commissione europea deve agire rapidamente e fissare obiettivi vincolanti per il potenziamento delle infrastrutture di ricarica negli Stati membri. In caso contrario, anche gli attuali obiettivi di riduzione nella lotta al cambiamento climatico sono a rischio. Oltre all’infrastruttura di ricarica pubblica, dobbiamo anche concentrarci maggiormente sulla ricarica domestica e sul posto di lavoro“.
A fronte di un “mercato Ue altamente frammentato e insufficiente per la ricarica e le infrastrutture di rifornimento per l’idrogeno“, ACEA, T&E e BEUC hanno chiesto alla Commissione la sostituzione della Direttiva AFID con un Regolamento vincolante che dovrebbe contribuire ad:
– armonizzare il mercato comune per il trasporto stradale a emissioni zero in tutta Europa, dagli standard di ricarica e rifornimento, ai metodi di pagamento, alla trasparenza tariffaria e alla manutenzione;
– consentire un’implementazione rapida per allinearsi al mercato dei veicoli a zero emissioni in rapida crescita, tenendo conto del fatto che il recepimento nel diritto nazionale di una direttiva può richiedere diversi anni;
– concedere il quadro normativo per coprire le aree in cui la maggior parte delle ricariche avverrà nel futuro immediato (ad esempio: nei parcheggi pubblici e nei parcheggi dei supermercati).
Le tre Associazioni hanno chiesto alla Commissione, inoltre, che vengano fissati obiettivi vincolanti per ogni Stato membro, separatamente per autovetture e veicoli pesanti per la diffusione di ricariche pubblicamente accessibili e punti di rifornimento al 2024 (un milione) e al 2029 (tre milioni), cui si dovrebbero aggiungere 1.000 stazioni di rifornimento per l’idrogeno sempre al 2029, per facilitare l’aumento della domanda di veicoli a zero emissioni.
Altri aspetti specifici che dovrebbero rientrare nell’auspicata revisione della Direttiva, secondo i tre soggetti riguardano le necessità di garantire che:
– il numero di caricatori accessibili al pubblico debba aumentare in parallelo con il numero di veicoli elettrici circolanti su strada;
– vi sia una revisione intermedia nel 2024 al fine di fornire risposte adeguate all’andamento del mercato e delle esigenze dei consumatori;
– si addivenga alla copertura delle infrastrutture di ricarica nelle reti transeuropee di trasporto (TEN-T) al fine di consentire lunghe percorrenze senza interruzioni in tutta Europa con almeno un sito di ricarica ultraveloce ogni 50 Km sulla Rete centrale TEN-T e almeno un sito di ricarica ultraveloce ogni 100 km lungo la TEN-T Comprehensive anche in regioni più remote);
– vengano implementate le infrastrutture di ricarica veloci e ultrarapide nelle aree urbane;
– le infrastrutture di ricarica abbiano elevati requisiti di alta qualità per stimolare la fiducia dei consumatori;
– i sistemi di pagamento siano chiari, trasparenti e interoperabili;
– sia possibile il monitoraggio completo delle procedure di applicazione da parte degli Stati membri affinché siano disponibili informazioni sufficienti per i clienti sulla disponibilità, lo stato e la capacità dei punti di ricarica.
“Se prendiamo sul serio il riscaldamento globale, dobbiamo passare all’elettricità veloce”, ha dichiarato William Todts, direttore esecutivo di T&E. “Per accelerare la transizione abbiamo bisogno di una ricarica facile e onnipresente non solo in Norvegia e nei Paesi Bassi, ma in tutta Europa. Gli obiettivi di ricarica dei veicoli elettrici per paese sono un ottimo modo per farlo accadere e la Commissione dovrebbe smetterla di trascinarsi su questo aspetto“.
“Caricare un’auto elettrica deve essere facile come lo è alimentare una a benzina. Avere infrastrutture di ricarica sufficienti e convenienti è l’autostrada verso la fiducia dei consumatori e l’adozione delle auto elettriche“, ha affermato Monique Goyens, direttore generale del BEUC. “I responsabili politici dovrebbero quindi affrontare le preoccupazioni pratiche, come la visualizzazione delle tariffe di addebito in prezzo per chilowattora e consentire metodi di pagamento comunemente disponibili“.