Mercato auto europeo: 2020 catastrofico
Con meno di 12 milioni di immatricolazioni il mercato europeo dell’auto è tornato ai livelli del 1994.
Secondo i dati diffusi da ACEA, a dicembre scorso nei paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito, le autovetture immatricolate sono state 1.214.581, in diminuzione del 3,7% rispetto a dicembre 2019.
Sebbene dicembre abbia fatto registrare una contrazione contenuta dovuta all’effetto di provvedimenti particolarmente efficaci adottati per sostenere il mercato in particolari paesi, si presenta decisamente più catastrofico il bilancio consuntivo dell’intero 2020: un calo del 24,3% con 11.961.182 immatricolazioni, un livello quasi identico a quello del 1994 cioè di 26 anni fa.
Ovviamente, la ragione della perdita di circa 3.845.000 unità rispetto al 2019 è l’impatto della pandemia che non ha risparmiato nessun paese.
Le immatricolazioni chiudono infatti in rosso in tutti i 30 paesi dell’area con un calo massimo del 42,8% in Croazia.
“Nel complesso – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato dell’auto nell’Europa Occidentale con un calo del 24,3% sta marciando, per usare una metafora automobilistica, a tre cilindri e quello che è peggio è che le previsioni per il 2021 restano negative per la ripresa della pandemia e per le incertezze in diversi paesi dell’area ad adottare misure efficaci per sostenere il mercato”.
Come sempre, la parte del leone nel mercato dell’Europa Occidentale l’hanno fatta i 5 maggiori mercati (Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna) che nel mese di dicembre pesano per il 70,5% del mercato auto complessivo (stessa quota a dicembre 2019) e registrano una diminuzione delle immatricolazioni del 4%.
Il mercato italiano, che ha scontato sia la situazione macroeconomica sia le incertezze dei mesi scorsi per il rinnovo degli incentivi ha registrato la performance peggiore (-14,9%) fra i grandi paesi europei.
Il risultato migliore lo ha fatto registrare la Germania, che ha chiuso il 2020 con una contrazione del 19,1% grazie ad un buon recupero nel secondo semestre dovuto anche alla riduzione temporanea dell’Iva nel secondo semestre che ha dato una forte spinta alla domanda dei privati ed in particolare in dicembre visto che il provvedimento scadeva a fine anno.
La Francia, pur con incentivi abbastanza generosi per sostenere la domanda, ha chiuso il 2020 con un calo del 25,5%.
Il Regno Unito suo ha fatto registrare un calo del 29,4% e la Spagna chiude in maglia nera a -32,3% nonostante un sussulto positivo in dicembre che ha toccato il livello dell’anno scorso per effetto di un’accelerazione delle vendite dovuta all’aumento della tassa di immatricolazione dal 1° gennaio 2021.
Un aspetto interessante in questo quadro negativo è la forte crescita della vendita delle auto elettriche o ibride plug-in, anche se la quota di queste auto sul totale delle immatricolazioni resta comunque ancora non particolarmente significativa.
Tuttavia, in mercati importanti come quelli della Germania e del Regno Unito ha superato il 10%.
In particolare, in Germania questa quota è arrivata al 13,5% nell’intero 2020, nel Regno Unito ha toccato il 10,7%, mentre in Italia non è andata oltre il 4,3%.
Continua la flessione delle immatricolazioni di auto nuove diesel nel gruppo dei 5 Paesi: -30% a dicembre, con una quota del 22% sul totale (a dicembre 2019 era il 30%).
Nel cumulato del 2020, il mercato diesel si è ridotto del 37%, con una quota del 27%, 5 p.p. in meno dello stesso periodo del 2019.
Nel mese, le vetture diesel sono in forte calo in tutti e 5 i mercati considerati: Regno Unito (-52,5%), Italia (-38%), Francia (-33%), Germania (-20%) e Spagna (-10%).
Tra i major market, nell’anno, la quota più alta di vetture diesel rispetto al proprio mercato è quella italiana, il 33% (7 punti in meno dello stesso periodo del 2019), seguita dalla quota di vetture diesel in Francia del 31% (3,5 punti in meno), in Germania del 28% (4 punti in meno), in Spagna del 28% (stessa quota) e nel Regno Unito del 16% (9 punti in meno).