“Osservatorio Pedoni” ASAPS: i dati parziali del 2020
Cala il numero dei decessi fra gli utenti deboli della strada, ma solo grazie alla minor circolazione dovuta alla pandemia. Pirateria stradale, guida in stato di alterazione alcoolica e da sostanze stupefacenti e uso sconsiderato del cellulare restano fra le cause principali di incidente.
In netto calo, rispetto agli anni precedenti, il numero dei pedoni vittime di incidenti stradali nel 2020 in Italia; lo afferma l’ASAPS – Associazione Amici della Polizia Stradale nel nuovo “Osservatorio Pedoni” che ha censito i dati degli incidenti con conseguente decesso rilevati lo scorso anno dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali.
Il Report che fornisce dati al momento solo provvisori e che non contemplano i decessi avvenuti negli ospedali a distanza di tempo dall’incidente avvenuto, emergono dall’analisi dei 600 referenti ASAPS sul territorio nazionale e, per quanto parziali, risultano, però, molto indicativi dello stato dell’arte, in quanto i dati che verranno poi ufficializzati da ACI-Istat terranno conto solo dei decessi avvenuti entro trenta giorni dall’incidente.
Ebbene, nel 2020 sono stati 240 i pedoni che hanno perso la vita sulle strade italiane, una media di 20 decessi al mese, in diminuzione del 55% rispetto al 2019 quando si erano registrati 534 decessi fra gli utenti deboli e ancor più rispetto al 2018 quando ancora se ne contarono 612.
La maggioranza delle persone uccise è rappresentata da cittadini italiani (196 contro i 44 stranieri), mentre una ripartizione in base al sesso evidenzia la maggior parte delle vittime fra gli uomini (150), rispetto alle donne (90).
Tuttavia, se il trend dei decessi risulta in discesa rispetto al picco del 2002, ultimo anno prima dell’introduzione della Patente a punti, quando si raggiuse la cifra drammatica di 1.226 decessi, va altresì ricordato che, lo scorso anno è stato pesantemente caratterizzato da una drastica riduzione della circolazione sulle strade urbane a causa delle limitazioni imposte dalle misure di contenimento della pandemia da SARS-COV-2.
Non a caso, ASAPS ha registrato nel mese di gennaio (quando ancora non si erano verificati gli effetti della pandemia) il maggior numero di decessi: ben 46. Viceversa, nel mese di aprile, in piena chiusura nazionale, si sono verificati 5 decessi a danno di pedoni. Comprensibilmente, per la stessa dinamica, nei mesi caratterizzati dalla riapertura delle attività commerciali e imprenditoriali si è assistito ad un incremento degli eventi estremi (giugno – 24; luglio – 17; agosto – 15; settembre – 30; ottobre – 24).
La fascia d’età più colpita, apparentemente, è quella molto ampia compresa fra i 18 e i 64 anni (115 decessi), tuttavia, si sono registrate 68 vittime tra i 65 e gli 80 anni e ben 47 fra gli ultraottantenni dimostrando, quindi, l’alto rischio che corrono gli utenti deboli della strada sopra i 65 anni e per i quali, da tempo, ASAPS chiede apposite campagne di sensibilizzazione.
Fra le maggiori cause di incidente mortale perdura la guida in stato di ebbrezza (16 casi accertati) e guida in stato di alterazione da stupefacenti (7 casi accertati), tuttavia il Report precisa che i casi di guida in preda all’alcool e/o a droghe sono probabilmente maggiori; tra l’altro, una percentuale considerevole di incidenti è provocata dall’uso indiscriminato del cellulare alla guida. Notevole anche il computo dei sinistri nei quali il conducente è fuggito senza prestare il dovuto soccorso (ben 33).
Nella classifica delle regioni più a rischio per i pedoni, il Lazio ha il triste primato 2020 con 30 decessi (fra i quali 14 nel solo territorio del comune di Roma); seguita dalla Lombardia (28 decessi di cui 6 nel comune di Milano). Seguono la Campania con 22 decessi rilevati, la Sicilia con 19, il Piemonte con 18, l’Emilia-Romagna con 16, la Toscana e il Veneto con 15. Mentre, in fondo alla classifica con il minor numero di pedoni deceduti, si trovano la Basilicata con 2, e la Provincia Autonoma di Trento con 1 solo decesso. Lo scorso anno la Valle d’Aosta non ha registrato decessi fra i pedoni.
Il ferimento dei pedoni incidentati lo scorso anno ha assunto anche altri aspetti di non poco conto: ASAPS ha stimato 350 casi nei quali altrettanti utenti deboli della strada sono stati ricoverati in codice rosso presso le rianimazioni e i reparti di terapie intensive (già comprensibilmente oberati di casi legati al virus “Covid-19”). Di questi, alcuni hanno perso la vita, ma altri hanno riportato traumi e menomazioni permanenti con un considerevole costo sociale stimato in diversi milioni di euro.
La tipologia di veicolo più interessata da incidente mortale a danno del pedone risulta essere l’autovettura (188 casi); seguono gli autocarri (25 casi in 5 dei quali si trattava di mezzi della nettezza urbana); i ciclomotori motocicli (12 casi) e i bus/tram (6 casi). Percentuali minime (1 caso per tipologia) si sono riscontrate per quad, bici elettriche e ambulanze.
“ASAPS con il nuovo Osservatorio Pedoni vuole fornire uno spaccato della sicurezza stradale in tempo reale in Italia, partendo proprio dall’utente più debole che è il pedone – ha dichiarato il Presidente ASAPS, Giordano Biserni – Siamo tutti pedoni e vedere che i dati dei decessi sono crollati solo grazie alla pandemia non ci rincuora, come dimostrato dalla ripresa delle croci lungo le strade nei mesi estivi“.
“Non siamo per niente soddisfatti dell’assenza di nuove norme sulla causa principale dei sinistri con pedoni, come quella della distrazione dall’uso del cellulare alla guida“, ha rincarato il presidente Biserni incalzando: “In Italia le strisce pedonali non sono luogo “sacro” in materia di sicurezza stradale come in tutti gli stati europei, e ci domandiamo quando sarà possibile sanzionare in automatico con telecamere ed agenti la mancata precedenza proprio sugli attraversamenti pedonali, una sorta di “pedovelox“.
“Serve maggiore attività repressiva sulle strade visto che le norme prevedono ben otto punti decurtati dalla patente in caso di mancata precedenza“, ha concluso rimarcando come nei primi giorni del nuovo anno siano già 6 i pedoni morti sulle strade con l’Italia in zona rossa!