Mercato auto europeo: torna il segno meno

Dopo aver registrato a settembre il primo segno positivo del 2020, ad ottobre, il mercato auto europeo torna a contrarsi.

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Secondo i dati diffusi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito ad ottobre le immatricolazioni di auto sono state 1.129.223, con un calo del 7% rispetto a ottobre 2019.

Dei 31 mercati nazionali dell’area solo 4 sono in crescita e si tratta di mercati piccoli o piccolissimi: Norvegia (+23,6%), Romania (+17,6%), Islanda (+12%) e Irlanda (+5,4%).
Tra gli altri 27 mercati il risultato meno negativo è quello dell’Italia che in ottobre accusa un calo contenuto nello 0,2% per effetto del residuo impulso degli incentivi alle vetture con alimentazione tradizionale.

Nel cumulato da inizio anno, la flessione del mercato auto europeo è ancora molto pesante, visto che tutti i Paesi, inclusi i cinque major market, risultano in calo a doppia cifra.
Il totale dei primi 10 mesi registra 9.696.928 auto immatricolate, per una riduzione del 27%.
Da inizio anno il mercato ha subìto una perdita di 3,64 milioni di auto, con effetti pesanti su industria e terziario.

Ad ottobre 2020, le vendite di auto nei 5 major markets europei si riducono, complessivamente, del 6%, oltre 50.000 unità in meno rispetto ad ottobre 2019.
La flessione più contenuta è quella del mercato italiano, -0,2%.
A seguire, le immatricolazioni di autovetture nel Regno Unito si riducono del 2%, in Germania del 4%, in Francia del 10% ed in Spagna del 21%.

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Nel cumulato da inizio anno, i 5 major markets risultano ancora tutti in calo a due cifre.
Il consuntivo dei primi dieci mesi dell’anno è però particolarmente pesante proprio per il nostro Paese (-30,9%). Soltanto la Spagna fa peggio dell’Italia (-36,8%), mentre il calo del Regno Unito è quasi uguale a quello italiano (-31%) e migliori sono invece le situazioni di Francia (-26,9%) e di Germania (-23,4%).

Continua la flessione delle immatricolazioni di auto nuove diesel nel gruppo dei 5 paesi: -20% a ottobre, con una quota del 26% sul totale (ad ottobre 2019 era il 31%).
Da inizio anno, il mercato diesel si è ridotto del 38%, con una quota del 28%, 4 punti in meno dello stesso periodo del 2019.
Nel mese, le vetture diesel calano nei 5 mercati: Regno Unito (-38%), Spagna (-23%), Germania (-19%), Francia (-14%) e Italia (-14%).
Tra i major market, da inizio anno, la quota più alta di vetture diesel è proprio quella italiana, il 34% (6,5 punti in meno dello stesso periodo del 2019), seguita dalla quota di vetture diesel in Francia del 31% (3 punti in meno), in Germania del 29% (3 punti in meno), in Spagna del 28% (stessa quota) e nel Regno Unito del 17% (9 punti in meno).

In tutti i mercati la domanda di autovetture è oggi influenzata essenzialmente da tre fattori:
limitazioni alle attività economiche e alle libertà personali disposte per contrastare la pandemia,
effetti sull’economia e sulla propensione all’acquisto di beni durevoli derivanti da tali limitazioni
incentivi varati in quasi tutti i paesi per sostenere il mercato dell’auto e il rinnovo del parco circolante.
L’impatto dei primi due fattori è stato devastante da marzo a maggio, ma da giugno ad ottobre gli incentivi hanno consentito di contenere le perdite, che sono state comunque pesanti.

La seconda ondata del virus determinerà nuovi crolli già a partire da questo mese, attenuati, ma solo in parte, nei paesi con sistemi di incentivazione efficace e con stanziamenti adeguati.
Nei paesi con
incentivazioni inadeguate, invece, l’impatto del virus sarà catastrofico.

 

 


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