Veicoli usati nei Paesi in via di sviluppo: occorrono livelli minimi di sicurezza e prestazioni ambientali
Il Fondo delle Nazioni Unite per la Sicurezza Stradale sta lanciando un progetto per regolamentare l’importazione di veicoli usati nell’Africa occidentale e orientale, per garantire che i Paesi partecipanti ricevano solo veicoli usati di qualità. Obiettivo: ridurre incidenti e impatto sull’ambiente.
Mentre i Paesi del cosiddetto Occidente sviluppato, in questi ultimi anni si sono interrogati sulla necessità di provvedere ad un mutamento del parco auto circolante in ossequio al principio di contribuire ad una parziale riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e ad aumentare il livello di sicurezza sulle strade, è accaduto, e accade tutt’ora che, molti veicoli usati vengono venduti nei Paesi in via di sviluppo che ne fanno richiesta dato il prezzo più favorevole.
Il continente africano, ad esempio è un forte importatore di queste tipologie di autoveicoli, stante la vicinanza con l’Europa e la disponibilità di porti sulle varie sponde del Mediterraneo, tuttavia, bisogna considerare che una cospicua parte di questi veicoli esportati presenta livelli inadeguati (agli standard occidentali) di sicurezza e protezione ambientale che causano elevati costi economici associati in termini di inquinamento (che alla lunga, però, paghiamo tutti) e sicurezza.
Per contribuire alla mitigazione e al superamento di questa situazione che, per i Paesi sviluppati è l’equivalente di un vantaggioso (ma solo a breve termine e in un’ottica soggettiva) “mettere la povere sotto il tappeto”, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE), ha diramato un Comunicato nel quale si informa che il Fondo delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale (UNRSF) sta lanciando un progetto per regolamentare l’esportazione e l’importazione di veicoli usati nell’Africa occidentale e orientale, in Paesi come Camerun, Costa d’Avorio o Uganda.
“Veicoli usati più sicuri e puliti per l’Africa”, questo il nome dell’iniziativa, si prefigge la messa in atto di requisiti per garantire che i Paesi partecipanti ricevano solo veicoli usati di qualità, contribuendo a salvare vite sia degli automobilisti che degli altri utenti della strada.
Il progetto, che si avvale del sostegno del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), in collaborazione con UNECE, UNECA, WHO, FIA (The Fédération Internationale automobile), CITA (International Motor Vehicles Inspection Committee), ITF (International Transport Forum), FIA Foundation, svilupperà un programma che riunirà i principali esportatori (UE, USA e Giappone) e i Paesi importatori africani, stimolando tutti i soggetti ad accettare l’adesione a un livello minimo di regolamenti delle Nazioni Unite per l’uso veicoli.
Inoltre, il programma sosterrà Paesi africani nello sviluppo e nell’attuazione delle normative nazionali, inclusa l’etichettatura, l’ispezione e l’applicazione dei veicoli.
Sullo sfondo c’è la reale necessità di conseguire a livello globale un elevato standard di sicurezza stradale e di rispetto dell’ambiente a partire dalla mobilità e, in questo senso, l’esportazione di veicoli usati nei Paesi in via di sviluppo può giocare un ruolo decisivo; tanto più, considerando che la flotta di veicoli africani è destinata a crescere da quattro a cinque volte entro il 2050 e, secondo calcoli effettuati, l’80-90% di questa crescita proverrà dall’importazione di veicoli usati.
A questo punto, garantire un minimo di caratteristiche tecniche relative alla sicurezza porterebbe, secondo uno Studio del Transport Research Laboratory, ad una riduzione del 30% della mortalità; mentre, la semplice ispezione tecnica periodica ridurrebbe del 50% il numero di veicoli coinvolti in incidenti mortali dovuti a difetti tecnici.
Non solo, garantire che i veicoli usati oggetto di esportazione siano dotati di efficienti e funzionanti tecnologie per la riduzione delle emissioni, si tradurrebbe in una riduzione delle emissioni fino al 90% (rispetto a veicoli mancanti di tali tecnologie o di apparecchiature non funzionanti).
UNECE ricorda che il progetto dell’UNRSF vede la luce nel mentre l’UNEP ha pubblicato il primo Rapporto sull’impatto ambientale dell’esportazione di veicoli usati nei Paesi in via di sviluppo: “Veicoli usati e ambiente: una panoramica globale dei veicoli leggeri usati: flusso, scala e regolazione” che invita ad agire per colmare l’attuale vuoto politico con l’adozione di un livello minimo armonizzato di regolamento ONU che garantirà che i veicoli usati contribuiscano a flotte più pulite e sicure nei Paesi importatori.
Il Rapporto evidenzia che nel periodo 2015-2018 sono stati esportati in tutto il mondo 14 milioni di veicoli leggeri usati, l’80% dei quali è andato a Paesi a basso e medio reddito, con la maggioranza in Africa (40%), seguita dai Paesi dell’Europa orientale (24%), Asia-Pacifico (15%), Medio Oriente Est (12%) e America Latina (9%).
“Una recente revisione condotta dai Paesi Bassi sulle sue esportazioni di veicoli usati – scrive l’UNECE – ha rilevato che la maggior parte di questi non disponeva di un certificato di controllo tecnico valido al momento dell’esportazione”.
E siccome la scarsa qualità delle prestazioni dei veicoli usati si traduce in un aumento degli incidenti, va da sé che quei Paesi che hanno introdotto regolamenti più stringenti sull’ingresso dei veicoli usati, hanno visto ridurre la statistica dei sinistri.
Non solo, il Rapporto dell’UNEP evidenzia anche che, laddove i Paesi hanno implementato misure per disciplinare l’importazione di veicoli usati, in particolare gli standard di età ed emissioni, tali misure consentono loro di acquisire a prezzi accessibili anche veicoli usati di alta qualità, comprese le auto ibride ed elettriche; è il caso, ad esempio, del Marocco che consente l’importazione solo di veicoli con meno di cinque anni e di quelli che soddisfano lo standard europeo sulle emissioni dei veicoli Euro4.
Sempre sul fronte degli standard minimi di qualità, il Ghana è stato il primo Paese nella regione dell’Africa occidentale a passare a combustibili a basso tenore di zolfo e, recentemente, ha imposto un limite di età di 10 anni per le importazioni di veicoli usati.