Auto elettriche: nel 2020 si triplicherà la percentuale di mercato
Uno studio di Transport & Environment che prende in considerazione il livello raggiunto dalle Case automobilistiche rispetto agli obiettivi Ue 2020/2021 di emissioni delle auto nuove, evidenzia il boom del segmento EV malgrado la crisi provocata dalla pandemia, ma contestualmente aumentano anche i modelli SUV.
Malgrado la pandemia da Covid-19 abbia messo in ginocchio il mercato auto globale, il 2020 vedrà triplicare la quota di mercato del segmento rappresentato dalle auto elettriche.
Lo afferma Transport & Environment nella sua ultima analisi “Mission (almost) accomplished! Carmakers’ race to meet the 2020/21 CO2 targets, and the EU electric cars market” (Ndr: Missione (quasi) compiuta! La corsa delle case automobilistiche per raggiungere gli obiettivi di CO2 2020/2021 e il mercato delle auto elettriche dell’UE), nella quale, tra l’altro, si evidenzia come: “spinte dall’entrata in vigore delle norme Ue 2020/2021 sulle emissioni di CO2 delle auto e a dimostrazione del loro successo, le auto elettriche (battery-electric, vehicles, BEV e plug-in electric vehicle, PHEV), hanno registrato un boom di vendite nella prima metà dell’anno, raggiungendo una quota di mercato dell’8% (Area Economica Europea). Più del triplo della quota registrata nella prima metà del 2019 e record di vendite per le auto elettriche“.
Secondo l’analisi della Federazione Europea del Trasporto e l’ambiente, in collaborazione con Kyoto Club, le vendite di veicoli ecologici sono in crescita costante da gennaio, quindi da prima del manifestarsi della pandemia e nonostante questa hanno affrontato meglio rispetto alle alimentazioni diesel e benzina la crisi di mercato derivante.
Ovviamente, si riconosce che le misure incentivanti l’acquisto di EV promosse in Germania, Francia e altri Paesi e finanziati da metà estate hanno sortito un effetto positivo sulla domanda come ampiamente dimostrato proprio nei mercati francese e tedesco dove le vendite finora hanno superato il 10%.
Una percentuale, questa, sulla quale dovrebbe attestarsi la vendita di auto elettrice entro la fine del 2020 nello spazio economico compreso fra i 27 Paesi dell’Ue, il Regno Unito, la Norvegia, l’Islanda e il Lichtestein (o il 9% se si considerano solo i 27 Paesi UE); ovvero il triplo della quota di vendite rispetto al 2019 nell’area Ue28 ferma al 3%.
E tale quota è destinata ad aumentare visto che le stime di T&E prevedono 5 punti percentuali in più al 2021!
Nondimeno, T&E mette in guardia il mercato degli EV: obiettivi europei troppo poco ambiziosi per il 2015 e il 2030, potrebbero frenare già dalla fine del prossimo anno l’entusiasmo per i veicoli elettrici.
Tuttavia, se queste sono le considerazioni che hanno destato il maggior interesse degli organi di comunicazione che hanno ripreso la notizia, vale la pena anche considerare che lo Studio prende l’avvio dal fatto che dopo anni di aumento delle emissioni di anidride carbonica dalle auto, proprio a gennaio è entrata in vigore la normativa Ue 2020/2021 sulle emissioni di CO2 provocando sin dal primo mese 2020 un brusco calo delle emissioni nelle auto nuove.
Ma, quasi istantaneamente, l’avvento della pandemia ha provocato il blocco della produzione e delle vendite in tutta Europa e non solo, stimolando i produttori a chiedere il posticipo delle norme (che non è avvenuto) e, dunque, alla ripresa delle vendite la domanda più che lecita che si son posti in T&E è: le case automobilistiche raggiungeranno l’obiettivo di riduzione di quest’anno o saranno costrette a pagare le multe previste?
Ebbene, a conti fatti, sembra che le Case produttrici siano sulla buona strada: “Alcuni produttori hanno già raggiunto i loro obiettivi di CO2 per il 2020 – scrive T&E nel summary dello Studio – mentre molti altri li raggiungeranno presto… Dai livelli del 2019 di oltre 122 gCO2/Km , le missioni delle nuove auto sono scese a 111 gCO2/Km (nella prima metà del 2020) denotando il maggior calo dall’entrata in vigore degli standard di CO2 nel 2008“.
Gruppo PSA, Volvo, il pool FCA-Tesla e il Gruppo BMW sono i più virtuosi dal momento che stanno già rispettando l’obiettivo europeo sulle emissioni medie del nuovo venduto (sulla base delle loro vendite nella prima metà del 2020). Renault, Nissan, il pool Toyota-Mazda e Ford devono ancora colmare un piccolo gap di 2 g CO2/Km. Decisamente più lontani dagli obiettivi europei: il Gruppo Volkswagen (con un gap di 5 g), Hyundai-Kia (7g-3g), Daimler (9 g) e Jaguar-Land Rover (13 g).
“Grazie agli standard di emissione, le vendite di auto elettriche stanno esplodendo in Europa, mentre le emissioni di CO2 del nuovo immatricolato hanno registrato il più sostanzioso calo da quando la norma è entrata in vigore nel 2008“, ha dichiarato Veronica Aneris, Direttrice T&E per l’Italia. “Gli standard EU, insieme agli incentivi per l’acquisto, stanno trainando anche il mercato italiano, così contribuendo all’obiettivo dei 6 milioni di elettriche al 2030 previsto nel piano nazionale energia e clima del Governo. Ora bisogna supportare una revisione ambiziosa della norma, per assicurare che il trend positivo continui anche dopo il 2021 e non sia vanificato dai target troppo deboli per il 2025 e il 2030“.
La preoccupazione, fin d’ora è per l’aumento della quota di mercato fino al 39% nel primo semestre 2020 per le vendite dei modelli SUV che piacciono molto ai consumatori e ai produttori, ma sono più inquinanti data la massa maggiore e il maggior consumo.
Vendite, peraltro incoraggiate dal meccanismo di flessibilità previsto nel Regolamento UE in base al quale la vendita di auto pesanti offre alle case automobilistiche obiettivi di CO2, di fatto, meno stringenti.
Non solo, va considerato anche che la metà di tutte le auto elettriche vendute oggi sono ibride plug-in “false elettriche” che raramente vengono effettivamente “attaccate alla spina” ed emettono realmente dalle 2 alle 4 volte più CO2 rispetto a quanto dimostrino i test di laboratorio.
E a tal proposito, secondo T&E urge che l’Ue fissi al più tardi per il 2035 la data limite per la vendita di motori a combustione interna, compresa l’attuale tecnologia PHEV.
“Se il taglio delle emissioni climalteranti al 2030 del 55% rispetto ai livelli del 1990 verrà ufficialmente adottato dalla UE, alla fine del decennio le emissioni di CO2 per km del parco auto dovranno dimezzarsi rispetto agli attuali livelli, innescando quindi una forte spinta alla mobilità elettrica“, ha sottolineato Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club. “È indispensabile dunque – ha proseguito rilanciando la “palla” al Governo italiano affinché possa orientare i consumatori e le imprese verso il futuro fatto di scelte per una mobilità sostenibile – fissare una data per la fine della vendita di veicoli a combustione interna al massimo entro il 2035, come ha recentemente deciso la California (e possibilmente al 2030)”: