Meno tasse sul carburante in Ue; perdura il divario fra benzina e diesel a vantaggio di quest’ultimo
Secondo Transport & Environment malgrado la spinta alla riduzione delle emissioni climalteranti sia forte in Europa, il diesel continua ad essere molto incentivato nel trasporto.
È noto che il costo del carburante alla pompa non è solo una questione di incontro fra domanda e offerta dal momento che, sul prezzo finale gravano imposte (Iva) e accise che variano da Paese a Paese (per quanto riguarda il nostro, ad esempio, le 17 accise pesano per quasi 1/3 sul prezzo finale!).
Negli ultimi anni, poi, la tassazione sul carburante è stata utilizzata anche come strumento disincentivante all’utilizzo delle quattro ruote stante la necessità di intervenire sulla decarbonizzazione in generale delle attività umane, sullo spreco di fonti fossili e sulla necessità, altresì, di abbattere emissioni climalteranti e sostanze inquinanti in atmosfera.
Tuttavia, sappiamo anche come gran parte della mobilità nei centri urbani sia ancora tanto legata all’utilizzo dell’auto privata che, tra l’altro, ha ricevuto un nuovo impulso negli ultimi mesi stante la necessità di garantire il giusto distanziamento sociale in risposta al diffondersi del Covid-19.
Giova altresì ricordare che i tentativi di innalzare la tassazione sul carburante, come quelli proposti in Francia sul finire del 2018 non sono stati certo accolti favorevolmente dalle classi lavoratrici e medie già pesantemente gravate dalla perdita progressiva del proprio potere economico derivata dagli effetti della crisi globale di tredici anni fa.
Tentativi analoghi sono stati fatti anche il altri Paesi europei ma con scarso risultato al punto che i dati fino ad ora raccolti da Transport & Environment indicano che le tasse sul carburante riscosse dagli Stati europei hanno continuato a diminuire in proporzione al gettito fiscale totale e (…) In termini reali, nonostante gli sforzi di alcuni Stati membri per aumentare le tasse sul carburante, le tasse sul gasolio sono allo stesso livello del 1995.
Non solo, perdura il divario nella tassazione del carburante fra Paesi diversi, anche vicini, fatto che ingenera la promozione del “turismo del carburante” fra automobilisti e trasportatori che possono giovare, in taluni casi, di prezzi più vantaggiosi a scapito di qualche kilometro in più per il rifornimento. Dall’Estonia, alla Lettonia, ad esempio, si risparmiano 10 centesimi a litro; tra Spagna e Portogallo c’è una differenza a favore della prima di 11 centesimi/litro e tra Francia e Lussemburgo la convenienza è tutta a favore del secondo con ben 26 centesimi/litro di risparmio.
In questo contesto la Federazione europea per il trasporto e l’ambiente – T&E ha aggiornato lo strumento interattivo basato sul set di dati delle tasse sul consumo di carburante per il trasporto stradale in tutti i 27 stati membri dell’UE e nel Regno Unito dal 1995 dal quale si evince che, malgrado gli sforzi la tassazione sul diesel continua ad essere più favorevole rispetto alla benzina (malgrado il gasolio sia più inquinante rispetto alla “verde”); in termini generali, oggi gli europei occidentali pagano meno tasse sul carburante rispetto a 20 anni fa e qual ora questa tendenza dovesse persistere la tariffazione stradale diventerà sempre più importante per disincentivare le emissioni dei trasporti e “fare cassa”.
T&E conferma il ruolo di primo piano del trasporto stradale nel computo complessivo delle emissioni totali europee di gas ad effetto serra (21%), tuttavia non può non rimarcare come a fronte della priorità politica rappresentata dal contrasto al climate change, pur considerando l’inflazione, le tasse sul carburante sono diminuite negli ultimi decenni: “la tassa media sulla benzina e sul gasolio ponderata per le vendite è scesa da 68 centesimi per litro di carburante nel 2000 a 54 centesimi nel 2019“.
Un aspetto sul quale la ONG si sofferma particolarmente è la tassazione favorevole di cui gode il diesel il Europa rispetto ad altre aree del mondo, tassazione che ha provocato una maggior quantità di mezzi venduti con questa alimentazione rispetto a quanto avvenuto altrove. Secondo T&E ammontano a 24 miliardi di euro i mancati introiti per l’erario europeo derivanti dalla mancata tassazione del gasolio allo stesso tasso della benzina nell’UE nel 2019.
Una differenza che i vari Stati membri stanno cercando di colmare con estrema prudenza al punto che, nel 2019 – secondo T&E – il divario nei livelli fiscali per il diesel e la benzina pagati dagli automobilisti si avvicina a 0,12 € al litro, con un’imposta sul diesel inferiore del 27% rispetto alla tassa sulla benzina per unità di energia.
Fra i Paesi che hanno fatto un passo importante per la risoluzione di questo problema T&E segnala al primo posto il Regno Unito e poi il Belgio ove si è assistito ad un vero e proprio aumento delle tasse sul diesel. Tale mossa è stata compensata, tuttavia, da una riduzione dell’imposta del lavoro che ha parzialmente compensato e reso più appetibile l’impatto della manovra sulle classi medie.
All’estremo opposto, in Grecia, si è assistito ad una “incentivazione perversa” del gasolio che pagando 29 centesimi/litro in meno rispetto alla benzina risulta il carburante più usato in un territorio già pesantemente gravato dall’inquinamento atmosferico.
Sul fronte del “turismo del carburante” T&E sottolinea con particolare enfasi il caso del Lussemburgo che, fino a maggio 2019 applicava sul gasolio la tassazione minima legale prevista in UE (0,33 €/L) attirando così gli autotrasportatori transfrontalieri verso il proprio mercato (anche se qualcosa si sta muovendo lentamente su quel fronte e le autorità locali hanno già provveduto ad innalzare, anche se di poco, la tassazione portandola a 0,35 €/L).
In altri Paesi (Belgio, Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Romania, Slovenia e Spagna) si assiste a meccanismi di incentivazione all’utilizzo del gasolio che puntano sul recupero parziale dell’imposta sul carburante pagato (per i trasportatori), non solo, il numero di Paesi che offrono ai trasportatori riduzioni delle tasse sui carburanti è passato da uno nel 2000 agli otto attuali.
T&E rimarca che i camion, oggi, pagano in media 0,43 € / L per il gasolio nell’UE, meno 0,07 € rispetto alla media di quanto pagato dalle automobili; mentre le riduzioni delle tasse sui camion diesel sono ammontate a circa 4 miliardi di euro nel 2018, rispetto allo zero del 1999.