Ancora in forte calo il mercato auto europeo
Nei primi sei mesi del 2020 il mercato ha subìto una perdita di 3,3 milioni di auto, con effetti pesanti su industria e terziario.
Dopo diverse settimane dalla fine del lockdown il mercato auto europeo subisce ancora un forte ribasso.
Non bastano le misure di stimolo alla domanda introdotte dalla maggior parte dei major market e il recupero delle vendite si prospetta lento e difficoltoso, visto il tremendo impatto della crisi legata all’emergenza sanitaria sull’economia europea e l’incertezza sulle evoluzioni dei prossimi mesi.
Secondo i dati diffusi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito a giugno le immatricolazioni di auto sono state 1.131.843, con un calo del 24,1% rispetto a giugno 2019.
Tutti i 5 major market dell’UE, che pesano per il 72% dell’immatricolato complessivo di giugno, hanno continuato a registrare cali significativi nel mese, con l’eccezione della Francia dove, evidentemente, la nuova formula di incentivazione all’acquisto di veicoli a basse emissioni introdotta a inizio giugno ha sortito i primi effetti.
“Rispetto al calo di maggio (-56,8%) – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor – il mercato europeo dell’auto in giugno è ripartito, ma una vera ripresa è ancora lontana e per colmare il divario con il 2019 il percorso è lungo ed accidentato. Tra l’altro il consuntivo del primo semestre vede tutti i mercati dell’area in profondo rosso con un calo minimo del 21,4% in Finlandia e massimo del 54,4% in Croazia”.
Nel periodo gennaio-giugno 2020, il mercato auto europeo, con 5.101.669 immatricolazioni, risulta in calo del 39,5% rispetto allo stesso periodo del 2019 e nei major market il calo risulta un po’ più alto della media europea a -42%.
Tra i 5 major market, la Francia pur crescendo a giugno dell’1,2%, mantiene un forte calo nel semestre a -39%.
Gli altri 4 mercati hanno segno pesantemente negativo sia nel mese, sia nei primi sei mesi del 2020: Germania -32% nel mese e -34,5% nel cumulato, Regno Unito -35% nel mese e -48,5% nel cumulato, Spagna -37% nel mese e -51% nel cumulato e Italia -23% nel mese e -46% nel cumulato.
A causa di una delle più gravi crisi economiche che l’industria dell’auto abbia mai fronteggiato, l’ACEA ha rivisto al ribasso le sue stime per il 2020, a 9,6 milioni di immatricolazioni in Europa, con un crollo del 25% e una perdita di oltre 3 milioni di vetture rispetto al 2019. Il livello più basso dal 2013.
“Tale scenario – ha affermato Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’Unrae – può essere mitigato solo attraverso piani immediati e concreti di sostegno al settore nei vari Paesi. Il rilancio del mercato necessita di misure strutturali a 360°, che incidano sulla domanda, sull’offerta e sulle infrastrutture”.
In Francia un importante programma da 8 miliardi di euro lanciato a giugno ha già dato risultati concreti, vista l’inversione di tendenza nel mese.
Anche la Germania ha appena introdotto un piano di sostegno da 4,5 miliardi di euro, mentre la Spagna ha annunciato un piano molto estensivo da 3,75 miliardi, che dovrebbe essere avviato quanto prima.
In Italia le associazioni di categoria salutano con favore la definitiva approvazione al Senato della conversione in Legge del DL Rilancio e auspicano un congruo rifinanziamento del fondo per gli incentivi, estesi ad una terza fascia di emissioni, per consentirne l’operatività fino a fine anno come previsto.
Forti critiche arrivano invece dalle associazioni ambientaliste.
Secondo Anfia, la velocità di recupero dell’economia europea dipenderà in primis da fattori legati all’evoluzione dell’epidemia, alla sua possibile trasformazione da grave infezione a influenza stagionale, allo sviluppo di un vaccino e alla diffusa immunizzazione della popolazione.
Gli ingenti investimenti necessari per affrontare la crisi attuale potranno portare i produttori a rivedere le loro strategie soprattutto sulla guida autonoma; la sicurezza e il distanziamento sociale potranno limitare la mobilità condivisa e il retail sfrutterà maggiormente l’offerta di beni e servizi online.