Mercato automobilistico globale e covid: le sfide e le incertezze del futuro
Crollo delle vendite mondiali nel 2020 e aumento del debito per Case automobilistiche e fornitori nelle previsioni del Global Automotive Outlook 2020 della Società di consulenza americana AlixPartners.
Un futuro incerto dove il calo dei volumi si associa ad un aumento del debito in uno scenario globale già da tempo in fase discendente e con prospettive di trasformazioni incredibili, tanto nei processi produttivi, quanto in quelli di mercato.
Sono queste le sfide e le incertezze cui dovrà rispondere con prontezza l’intero settore automotive secondo l’ultimo rapporto: Global Automotive Outlook 2020: Mastering Uncertainty della Società di consulenza globale AlixPartners. Sfide ed incertezze rese ancora più pesanti, quest’anno, a causa del protrarsi degli effetti della pandemia da coronavirus Covid-19: minori entrate, costi maggiori, impianti fermi, vendite quasi azzerate.
Senza dimenticare che l’impatto sulla fiducia e sull’occupazione dei consumatori si tradurrà in un incredibile calo delle vendite che, la società di consulenza, stima nell’ordine di 36 milioni di veicoli entro il 2022 (rispetto alle vendite del 2019); nonché un onere di 72 miliardi di dollari di nuovi debiti aggiunti dall’inizio di marzo di quest’anno.
Sul fronte del brusco calo delle immatricolazioni a livello globale gli analisti prevedono, per l’anno in corso, la vendita di soli 70,5 milioni di veicoli (quando erano 90 – e 93 milioni rispettivamente nel 2018 e nel 2019); una cifra che, tuttavia, potrebbero scendere ulteriormente nel caso dovessero di nuovo aumentare i contagi nella seconda parte dell’anno.
Ma per il settore automotive i problemi non sono solo economici, bensì anche finanziari e di liquidità.
Secondo AlixPartners tanto le Case automobilistiche che i fornitori sono entrati nella crisi Covid-19 in condizioni finanziarie peggiori rispetto alla Recessione del 2007.
Ad esempio, l’analisi del ROCE (return on capital employed – rendimento del capitale investito), che rappresenta un importante misura del profitto e dell’efficienza del capitale, mostra che tale indice, nel 2019 e rispetto al 2015, era sceso del 47% per le Case automobilistiche e del 36% per i fornitori.
Inoltre, rileva lo studio della Società americana “dal 2015 fino al primo trimestre di quest’anno, i carichi di debito per i fornitori sono aumentati del 33% mentre per i produttori di automobili il debito totale è aumentato del 36% nello stesso periodo“.
A tutto questo, sottolineano gli analisti, si vanno ad aggiungere nei bilanci delle categorie succitate: 72,1 miliardi di dollari in nuovi debiti; 19,7 miliardi di dollari in nuovi debiti a termine e 52,4 miliardi di dollari in crediti decrescenti ridotti.
“L’impatto della crisi Covid-19 a livello globale è come se un mercato delle dimensioni di tutta l’Europa fosse svanito per l’anno“, ha affermato Stefano Aversa, esperto del settore automobilistico, Managing Director della sede di Londra della Società americana, nonché responsabile per la stessa dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).
“Chiaramente – prosegue – case automobilistiche, fornitori, operatori della mobilità e tutti gli altri collegati a questo settore devono essere microscopicamente selettivi con le loro decisioni di allocazione del capitale – esaminando attentamente e senza alcuno sforzo ogni singolo programma e spendendo per le sue implicazioni in termini di liquidità e redditività. Per resistere alla tempesta, le aziende devono essere coraggiose, ma lungimiranti nelle loro decisioni, sfruttando al contempo tutte le politiche governative favorevoli a loro disposizione“.
Le previsioni sulla ripresa del mercato globale di auto e veicoli commerciali secondo AlixPartners saranno a “velocità mista” e, comunque, le vendite non torneranno ai livelli pre-covid prima del 2025.
Nel prossimo futuro sarà il colosso cinese a riprendersi più velocemente, seguito da USA ed Europa, quest’ultima, che sconta gli effetti maggiori della pandemia.
Secondo gli analisti sul fronte EV il mercato dovrebbe tenere; scenderà, invece, il tasso di spesa per gli investimenti nel settore dei veicoli autonomi, che, prima della pandemia, erano calcolati nella cifra di 79 miliardi di dollari nel quinquennio 2020-2025.
Ma per il settore automotive del Vecchio Continente i problemi non si fermano qui. “Sta arrivando il momento della verità per l’industria automobilistica europea e i regolatori comunitari – rileva AlixPartners – in quanto esiste un divario del 21% tra gli attuali obiettivi automobilistici dell’Unione europea per le emissioni di anidride carbonica e le prestazioni attese del settore fino alla fine del 2020. Una questione che dovrà richiedere una soluzione politica, altrimenti le aziende dovranno affrontare multe di 10-14 miliardi di euro nel 2021“, con ulteriori aggravi finanziari per il settore.