Sicurezza stradale: migliorano i risultati in Europa
Tuttavia, malgrado il Vecchio Continente sia il territorio più sicuro al mondo da questo punto di vista, i progressi rimangono troppo lenti per l’ambizioso obiettivo “zero vittime” al 2050.
In tema di sicurezza stradale le strade europee hanno la prima, invidiabile, posizione nella classifica globale, migliorando continuamente le proprie performance, tuttavia, la velocità di tali progressi risulta ancora troppo bassa.
Ad affermarlo è un comunicato dell’11 giugno della Commissione Europea che snocciola le cifre preliminari 2019 relative ai decessi per incidente stradale nei diversi Paesi membri dalle quali emerge che, lo scorso anno, le vittime della strada sono state 22.800.
Un numero discretamente pesante in termini umani e tuttavia in calo del 23% rispetto al 2010 allorquando il bilancio definitivo contava quasi 7.000 vittime in più.
Lo scorso anno, con una media di 51 morti su strada per 1 milione di abitanti, l’Europa si conferma di gran lunga la regione più sicura al mondo per quanto riguarda la sicurezza stradale, tuttavia il confronto con il 2018 registra una variazione percentuale negativa di appena il 2%.
Infatti, mentre la tendenza in generale rimane al ribasso, i progressi sono rallentati nella maggior parte dei Paesi dal 2013 e l’obiettivo dell’UE di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2020 (rispetto al ai dati del 2010) non sarà raggiunto quest’anno pur considerando che, molto probabilmente, si verificherà, è vero, una riduzione complessiva del numero di vittime della strada, ma solo in ragione delle chiusure adottate per il contenimento della pandemia da Covid-19.
Nel 2019 Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo e Svezia hanno registrato il numero di vittime (per milioni di abitanti) più basso mai registrato sui propri territori; mentre l’Italia è rimasta ferma al risultato già raggiunto nel 2018 ed una variazione percentuale del -20% rispetto al 2010.
Se i dati preliminari raccolti illustrano una sostanziale convergenza nelle prestazioni dei diversi Paesi membri, ci sono ancora quattro volte più morti per strada nel Paese con le prestazioni peggiori rispetto al migliore.
Svezia e Irlanda conquistano il podio delle strade europee più sicure (rispettivamente: 22 morti/ milioni di abitanti e (29 morti/milioni di abitanti), mentre Romania (96/milioni), Bulgaria (89/milioni) e Polonia (77/milioni) hanno registrato i più alti tassi di mortalità nel 2019.
Guardando ai progressi raggiunti: Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Lettonia, Lituania, Estonia e Croazia hanno registrato riduzioni degli incidenti stradali superiori alla media (tra il 30 e il 40%).
“Nessun decesso e lesioni gravi sulle strade europee entro il 2050. Questo è il nostro obiettivo“, ha dichiarato Adina Vălean, Commissario responsabile per i trasporti nel commentare i primi risultati presentati fra cui non sono ancora disponibili al momento quelli suddivisi per tipologia di strada, modalità di trasporto, età e tipologia di vittima.
“Puntiamo al 50% in meno di decessi e al 50% in meno di infortuni gravi entro il 2030 e sappiamo che il nostro obiettivo è raggiungibile“.
L’ambizioso obiettivo del 2050, secondo la Vălean si raggiungerà solo: “attraverso una combinazione di misure legislative, finanziamenti adeguati, standard per veicoli e infrastrutture, digitalizzazione e scambio di buone pratiche“.
La Commissione ricorda che il traguardo di “0 morti” per incidenti stradali sulle strade d’Europa è indissolubilmente legato alla realizzazione/raggiungimento di veicoli più sicuri, infrastrutture più sicure, migliore utilizzo dei dispositivi di protezione, velocità più basse e migliore assistenza post-incidente.
Inoltre, l’UE lavorerà per garantire una migliore applicazione transfrontaliera delle infrazioni stradali, la digitalizzazione delle patenti di guida e lo sviluppo di nuovi modi per aiutare gli Stati membri con registri di sicurezza stradale relativamente scarsi.