Industria automobilistica europea: i numeri dello stop
L’Associazione dei produttori Ue fa il conto della produzione persa in 15 Paesi dell’Unione e dei relativi lavoratori in stop. Numeri impressionanti destinati ad aumentare qual ora le restrizioni dovessero prolungarsi.
È un esercito in pausa forzata quello rappreseentato dalle centinaia di migliaia di lavoratori direttamente impiegati nella produzione di veicoli a motore (auto, camion, furgoni e autobus).
Lo riferisce ACEA – Associazione dei produttori automobilistici europei che ha recentemente stilato due mappe interattive che, con l’aiuto della grafica, sintetizzano l’impatto delle misure di contenimento del Covid-19 sull’industria automobilistica europea dal punto di vista del numero dei dipendenti interessati per ciasun Paese e della stima della perdita di produzione dal punto di vista dei veicoli.
Il conto, che per la precisione si ferma al 31 marzo mostra numeri impressionanti su una media di appena 16 giorni lavorativi di stop degli impianti di produzione: 1.110.107 lavoratori a casa per un totale di almeno 1.231.038 veicoli a motore non prodotti.
L’ACEA specifica che si tratta di stime prudenziali basate sui dati attualmente disponibili e che: “Il numero effettivo di persone colpite è molto più elevato, poiché vi è un ritardo nella comunicazione dei dati e non sono ancora disponibili cifre complete per vari Paesi e/o impianti di produzione“.
Occorre poi considerare che tali numeri non tengono conto dell’eventuale (e molto probabile) prolungamento degli arresti in atto e dell’estensione della misura nei confronti di ulteriori impianti, così come dell’impatto delle misure introdotte fino ad oggi nell’intero complesso del comparto che coinvolge un indotto impressionante dal punto di vista dell’impiego, soprattutto considerando la diffusa catena di approvvigionamento.
Per quanto riguarda il nostro Paese sono 69.382 i lavoratori attualmente in stop per una produzione persa di 78.434 automezzi e 21 giorni di produzione persi (purtroppo destinati ad aumentare).
“In questo momento – ha dichiarato Eric-Mark Huitema, direttore generale ACEA – la preoccupazione principale di ACEA e di tutti i suoi membri è quella di gestire l’immediata crisi del settore automobilistico, che si è sostanzialmente arrestata, cosa che il settore non ha mai sperimentato prima“.
“La nostra prima priorità è proteggere la salute e l’occupazione di quasi 14 milioni di europei che lavorano direttamente o indirettamente nel nostro settore“.
In effetti, sono 13,8 milioni di persone quelle impiegate in modo diretto ed indiretto nell’industria automobilistica europea una cifra che rappresenta il 6,1% di tutti i posti di lavoro in Europa; 2,6 milioni di posti di lavoro solo nella produzione diretta.
Ma i numeri del settore non si esauriscono qui giova ricordarne alcuni per rendere meglio l’idea di cosa sta accadendo in Europa in queste settimane e come questo avrà un impatto nel prossimo futuro.
L’11,4% dei posti di lavoro manifatturieri dell’UE (una percentuale pari a circa 3,5 milioni) sono nel settore automobilistico.
E ancora, sempre secondo da quanto riferito da ACEA, dal punto di vista economico, l’industria automobilistica dell’Ue genera un surplus commerciale di 84,4 miliardi di euro per l’UE eil suo fatturato rappresenta oltre il 7% del prodotto interno lordo dell’Ue; mentre le tasse generate dal comparto (nei soli Paesi dell’Ue-15) ammontano a circa 428 miliardi di euro.
Non solo, quello dell’industria automobilistica è il maggior contributo privato europea all’innovazione, dal momento che, il comparto automotive investe ogni anno circa 57,4 miliardi di Euro (circa il 28% della spesa totale dell’Ue) in Ricerca & Sviluppo.