Coronavirus: cala l’inquinamento, ma il problema resta
L’emergenza coronavirus ha ridotto enormemente l’inquinamento atmosferico nelle nostre città, ma i blocchi con impatti troppo elevati per la società non sono affatto il modo in cui l’Unione europea si è impegnata a trasformare la sua economia e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Le restrizioni a viaggi, pendolarismo e spostamenti stanno incidendo gravemente su diversi settori economici chiave, ma allo stesso tempo hanno dato una vera e propria “boccata di ossigeno” ai territori martoriati da inquinamento atmosferico cronico.
I dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) mostrano come le concentrazioni di biossido di azoto (NO2), un inquinante emesso principalmente dal trasporto su strada, siano diminuite in molte città italiane.
A Milano, le concentrazioni medie di NO2 nelle ultime 4 settimane sono state inferiori di almeno il 24% rispetto alle 4 settimane precedenti e la concentrazione media durante la settimana del 16-22 marzo è stata del 21% inferiore rispetto alla stessa settimana del 2019.
A Bergamo, c’è stato un costante declino dell’inquinamento da NO2 nelle ultime 4 settimane e la concentrazione media durante la settimana del 16-22 marzo è stata del 47% inferiore rispetto alla stessa settimana del 2019.
A Roma, le concentrazioni medie di NO2 nelle ultime 4 settimane sono state inferiori del 26-35% rispetto alle stesse settimane del 2019.
Tendenze simili si possono vedere anche in altre città europee in cui sono state implementate misure di blocco durante la settimana del 16-22 marzo.
A Barcellona, i livelli medi di NO2 sono diminuiti del 40% da una settimana a quella successiva e rispetto alla stessa settimana del 2019, la riduzione è stata del 55%.
A Madrid, i livelli medi di NO2 sono diminuiti del 56% da una settimana a quella successiva e la riduzione è stata del 41% rispetto alla stessa settimana del 2019.
A Lisbona, i livelli medi di NO2 sono diminuiti del 40% da una settimana a quella successiva e rispetto alla stessa settimana del 2019, la riduzione è stata del 51%.
Questi sono i primi dati disponibili, ma per avere una comprensione più chiara dell’entità, della durata, nonché di alcuni effetti previsti e imprevisti, bisogna analizzare i dati nei vari settori dopo essere usciti dalla crisi.
Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, senza una trasformazione fondamentale dei sistemi di produzione e consumo, qualsiasi riduzione delle emissioni innescata da crisi economiche come quella che stiamo vivendo potrebbe essere solo temporanea e comporta un costo troppo elevato per la società.
L’Europa mira a raggiungere la neutralità climatica, non attraverso blocchi brutali, ma con riduzioni graduali e irreversibili delle emissioni e fissando obiettivi a lungo termine per costruire un’economia e una società resilienti.
L’Unione europea negli ultimi 30 anni ha ridotto le emissioni di gas a effetto serra e l’ultimo report dell’AEA mostra che nel 2018 le emissioni nell’UE erano inferiori del 23,2% rispetto ai livelli del 1990.
Ma non basta, sono necessari sforzi ulteriori e misure aggiuntive per raggiungere la riduzione del 40% fissata dall’attuale obiettivo 2030.
La relazione Europa Ambiente – Stato e prospettive 2020 (SOER 2020) rileva che i progressi stanno rallentando ed è necessario accelerare e aumentare le transizioni nei sistemi chiave, compresi energia, cibo e mobilità.
Ecco quindi che la crisi attuale mostra perché sia necessaria una transizione giusta che offra nuove opportunità e supporto alle persone più colpite.
“Anche se provoca riduzioni temporanee significative delle emissioni, – ha dichiarato Hans Bruyninckx, Direttore generale dell’AEA – Covid-19 è e rimarrà una grave crisi per la salute pubblica. Covid-19 e i suoi molteplici impatti sulla nostra società non possono in alcun modo essere percepiti come un evento con esiti positivi. Anche quelli di noi che, sulla base delle nostre competenze e conoscenze, sono stati insistenti nel chiedere cambiamenti seri nei nostri sistemi di produzione e consumo, non dovrebbero vedere l’arresto massiccio della nostra società come una soluzione accettabile per le sfide urgenti e sistematiche della sostenibilità”.
Secondo l’AEA, l’Europa potrà raggiungere i suoi obiettivi, anche quando affronteremo gli impatti di questa grave crisi, attraverso una transizione socialmente giusta pianificata e attuata a lungo termine.
“È l’unica strada per costruire una società resiliente con un’economia forte e sostenibile. – ha concluso Bruyninckx – Inoltre, gli investimenti che effettueremo per mitigare gli impatti economici di questa crisi dovrebbero essere e possono essere pienamente allineati ai nostri obiettivi di sostenibilità a lungo termine”.