Veicoli elettrici: le vendite aumenteranno nel prossimo decennio.
Trend decisamente in crescita secondo le analisi della società di ricerca e consulenza americana Wood Mackenzie. A far la differenza l’evoluzione tecnologica che consentirà maggior efficienza e minori costi generali, anche del tempo di ricarica.
Avanza la propensione degli automobilisti verso le opportunità offerte dal mercato dei veicoli elettrici e il 2020 si apre con la previsione di una forte crescita della domanda di veicoli elettrici a batteria (BEV).
Ad affermarlo è Wood Mackenzie società di ricerca, analisi, consulenza e valutazione dei rischi americana con uffici in oltre 25 Paesi del globo, che in un suo recente studio ha valutato i trend di crescita del mercato dei veicoli elettrici nel prossimo futuro.
Nella seconda metà del primo decennio del nuovo millennio – considerano gli analisti americani – si è assistito ad un crescente interesse verso la mobilità elettrica che, tuttavia, scontava ancora gli alti costi dei veicoli, la ridotta autonomia e i lunghi tempi di ricarica.
Ancora nel 2019, i soli veicoli elettrici a batteria rappresentavano appena il 3% delle auto vendute nel mondo e lo 0,5 del parco circolante globale.
Tuttavia, la continua ricerca tecnologica ed il crescere della domanda da parte degli utenti ha rappresentato una sfida continua per le Case costruttrici che attualmente sono in gara per il miglioramento continuo di performance e prezzi e oggi, anche solo per considerare la voce autonomia: “va dalle 200 alle 250 miglia e può arrivare fino a 373 miglia come nel caso della Tesla Model S“.
Ed è proprio dal considerare le opportunità legate all’evoluzione tecnologica che le previsioni della società di consulenza vedono aumentare nel decennio che si è appena inaugurato la quota di mercato globale dei BEV dal 3% dello scorso anni al 14% entro il 2030.
Nello stesso arco di tempo, stimano gli analisti, la percentuale di ibridi completi passerà dal 4% al 9%, mentre la penetrazione dei veicoli con motore alimentato a benzina dovrebbe scendere dal 79% al 66%.
Tutto questo provocherà un: “effetto a catena su molti altri settori – ha affermato Ram Chandrasekaran, analista principale trasporti e mobilità di Wood Mackenzie – Secondo le nostre proiezioni, la domanda di prodotti petroliferi globali diminuirà di 1 milione di barili al giorno dall’impatto della sola crescita di BEV… Prevediamo inoltre che le batterie per autoveicoli costituiranno la maggior parte della domanda globale di metalli per batterie, tra cui litio (69%) e cobalto (46%)“.
Non solo, si prevede altresì che la domanda crescente di infrastrutture di ricarica necessarie per sostenere questa transizione indurrà nuove opportunità di lavoro nei settori dell’installazione e della manutenzione delle stesse.
Ma l’analisi delle prospettive di mercato non si ferma a queste sole considerazioni; altri due fattori chiave per lo sviluppo dei BEV sono evidenziati nell’aumento auspicabile della densità energetica delle batterie e nella velocizzazione della capacità di ricarica.
Attualmente, il pacco batteria più avanzato dell’industria automotive (quello della Tesla model 3, per intenderci) ha una densità energetica di 160 Wh/Kg; il pacco da 75 kWh pesa circa 480 Kg e rappresenta circa un quarto del peso del veicolo.
“Un aumento della densità di energia riduce il peso della batteria e quindi del veicolo stesso” ha spiegato Chandrasekaran e si può ben intuire quali vantaggi in termini di minori consumi si otterranno con le batterie di prossima generazione, per le quali, secondo Wood Mackenzie, la densità energetica delle batterie agli ioni di litio dovrebbe aumentare del 25-35% a seconda della chimica specifica utilizzata nel prossimo decennio.
“L’aumento dell’efficienza del veicolo derivante da questi cambiamenti – scrive la società di consulenza in un suo comunicato stampa – combinato con la prevista riduzione dei costi comporterà un marcato calo del prezzo dei BEV all’acquisto“.
E anche sul fronte della velocizzazione del processo di ricarica si prevedono novità sostanziali. Allo stato attuale le stazioni veloci a carica diretta (CC) funzionano ad una velocità di 50kW (molto più veloce dei caricabatterie domestici che si fermano a 2,5 kW), tuttavia tale soglia consente di fornire circa 40 miglia di autonomia in 10′ – valida per brevi spostamenti giornalieri – il che significa che per raggiungere un’autonomia oltre le 200 miglia servirebbero più di 30-40′!
Un tempo troppo dilatato per i consumatori che effettuano spostamenti molto lunghi nell’arco della giornata. Tuttavia, l’implementazione di sistemi di ricarica rapida da 300 kW (in grado di erogare energia per oltre 200 miglia di autonomia in 10′) allorquando diffusi sulla rete autostradale potranno rispondere adeguatamente alle necessità degli automobilisti che, pertanto, saranno più invogliati ad adottare mezzi elettrici.
“Una combinazione di densità di energia significativamente migliorata e una rete di stazioni pubbliche di ricarica rapida ad alta capacità ha il potenziale per catapultare l’adozione di BEV dal 14% al 30-40% previsto“, affermano in Wood Mackenzie.
Un altro fattore-chiave da tenere in considerazione e che, per il momento è ancora nella sua fase iniziale, è rappresentato dalla tecnologia di ricarica dinamica dei veicoli elettrici (DEVC). Questa tecnologia consente di ricaricare il mezzo mentre questo è già in movimento annullando, di fatto, “l’ansia da autonomia“.
Certo: “C’è ancora molta strada da fare prima che tale tecnologia possa essere considerata commercialmente fattibile“, ha affermato Chandrasekaran, tuttavia rappresenterà un punto di svolta dal momento che spingerà i produttori a immettere sul mercato autoveicoli con pacchi-batteria molto più piccoli che, avendo minor peso e migliorando le performance dei mezzi stessi anche dal punto di vista del costo, saranno più appetibili dai consumatori con un potenziale di spinta del mercato BEV al 70-80%.
Segnali di una sostanziale unità di visione nelle previsioni degli esperti circa il prossimo futuro della mobilità stanno arrivando ormai da tempo da più parti e la rivoluzione verso un approccio più sostenibile alla mobilità è già iniziata.
Ci auguriamo che la sfida sia ben accolta perché i vantaggi, indubbiamente, ci sono per tutti.