EV: serviranno 3 milioni di punti di ricarica nei prossimi 10 anni.
Secondo T&E per spingere i veicoli elettrici in Europa e conseguire una reale decarbonizzazione dei trasporti servono decisi investimenti per i prossimi anni sul fronte delle infrastrutture di ricarica.
L’Europa s’è data un obiettivo ambizioso al 2050, praticamente “dopodomani”: raggiungere una sostanziale neutralità dal punto di vista delle emissioni di CO2 notoriamente responsabili dell’innalzamento della temperatura globale.
Un obiettivo ambizioso e impegnativo che deve tener conto di innumerevoli elementi e della complessa molteplicità di fattori e settori produttivi, merceologici, logistici e di servizio in gioco; e quello dei trasporti rappresenta un ambito estremamente coinvolto e strategico.
Il trasporto di merci e di persone è alla base dell’economia e dell’attuale sistema di sviluppo, tuttavia rimane fra le principali cause di pressione antropica sull’ambiente e rappresenta 1/5 delle emissioni prodotte (gran parte di questa frazione è generata proprio dal trasporto su strada).
L’avvento e la conseguente crescita sul mercato automotive di modelli più performanti sotto il profilo emissivo – siano essi full electric, ibridi, a batterie e plug-in – unito ad una maggior consapevolezza da parte degli utenti circa gli effetti globali di scelte più sostenibili; l’innovazione tecnologica che consente l’abbattimento dei costi delle batterie; sistemi di incentivazione all’acquisto di nuovi modelli e disincentivazione alla circolazione di automezzi più inquinanti, hanno provocato una crescita della domanda di EV nel mercato delle auto.
Tuttavia, una reale diffusione di queste tipologie di mezzi non potrà avvenire prima di una sostanziale equiparazione dei costi di acquisto rispetto ai modelli tradizionali e alla certezza, per gli utenti, della garanzia di puntuali e diffuse stazioni di ricarica nei centri urbani e nella rete stradale e autostradale.
Recentemente la Federazione europea dei trasporti e l’ambiente, Transport & Environment, ha promosso una analisi che punta a palesare l’entità degli investimenti che dovranno essere messi in campo per aumentare i punti di ricarica in Europa e contribuire così alla decarbonizzazione dei trasporti.
Il passaggio è epocale: T&E stima che dagli attuali 185.000 si dovrà passare nel prossimo decennio a 3.000.000 di punti di ricarica; per sostenere adeguatamente la domanda di EV che, al 2030 si pensa, saranno circa 44.000.000 in circolazione.
L’ipotesi di spesa, per una simile rivoluzione infrastrutturale si aggira sui 20 miliardi di Euro che, spalmanti nei prossimi 11 anni danno un investimento di 1,8 miliardi di Euro all’anno. Una cifra, quest’ultima, che rappresenta appena il 3% della spesa annuale dell’Ue per le infrastrutture stradali e che, quindi, potrebbe essere messa a disposizione a titolo di investimento futuro.
“Il Green Deal per i trasporti può avvenire solo con infrastrutture a emissioni zero – ha dichiarato Lucien Mathieu, analista di e-mobility di T&E – Ciò significa investire denaro nella creazione della rete di caricabatterie pubblici, soprattutto a casa e al lavoro, e non nella costruzione di più gasdotti fossili. Finora il numero di punti di ricarica ha tenuto il passo con la domanda, ma l’imminente ondata di energia elettrica deve essere potenziata espandendo notevolmente la rete di ricarica“.
E i tempi sono molto rapidi: T&E si augura che un eventuale piano europeo in questo senso possa garantire già al 2025 la piena copertura delle reti stradali con postazioni di ricarica semplici ed efficienti; analogamente, scrive la Federazione, le legislazioni nazionali dovrebbero intervenire affinché aree commerciali, strutture ricreative e sportive con possibilità di parcheggio, senza contare le stazioni di servizio, si dotino di strutture in grado di facilitare la ricarica.
Intanto, la notizia è del 14 gennaio, la Commissione europea, ha diramato la Comunicazione di presentazione del Piano di investimenti per il Green Deal europeo (il cosiddetto “Piano di investimenti per un’Europa sostenibile“) che intende mobilitare in 10 anni la considerevole cifra di 1.000 miliardi per gli investimenti per il Green Deal europeo.
É chiaro che stiamo vivendo un periodo di transizione e che i prossimi anni saranno cruciali per mitigare ed affrontare le sfide del cambiamento climatico promuovendo, al contempo, una nuova visione di sostenibilità.
Ci auguriamo che anche il settore dei trasporti e dell’automotive possa essere protagonista di questo cambiamento.