Mercato auto europeo: 2019 modesto nonostante il balzo di dicembre

Il 2019 è stato l’anno in cui lo sviluppo sostenibile è entrato in modo preponderante nell’agenda delle istituzioni internazionali e nazionali e le case automobilistiche hanno di conseguenza adattato le proprie strategie di prodotto.

mercato-auto-europeo-2019

Secondo i dati diffusi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA a dicembre le immatricolazioni di auto ammontano a 1.261.742 unità, con una crescita del 21% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che tuttavia aveva fatto registrare un crollo del 9% su Dicembre 2017.

Tutti i Paesi dell’area UE-EFTA hanno chiuso il mese con il segno positivo eccetto la Norvegia (-9,7%) e l’impennata delle immatricolazioni registrata da alcuni di essi (in particolare Francia, Svezia e Olanda, le ultime due in rialzo a tripla cifra) si giustifica con un giorno lavorativo in più e con un massiccio ricorso a immatricolazioni “tattiche” da parte di Case e reti distributive, forse anche in vista dell’introduzione nel 2020 dei nuovi, restrittivi target sulle emissioni di CO2.

I dati di Dicembre confermano la fondamentale debolezza del mercato auto Europeo – ha dichiarato Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – che avrebbe chiuso l’anno in calo in assenza dell’ingente ricorso a vendite poco remunerative per il comparto automotive, già gravato dagli ingenti investimenti richiesti dalle pressanti sfide tecnologiche”.

Decisamente meno brillante del dato di dicembre, anche se positivo, è il consuntivo dell’intero 2019 che chiude a quota 15.805.752 facendo registrare una crescita dell’1,2% dovuta agli incrementi di 20 dei 31 mercati dell’area.

Le immatricolazioni hanno toccato i volumi più alti dal 2008 dopo il livello record raggiunto nel 2007 (16,1 milioni di unità).

Per il mercato europeo, il 2019 è il sesto anno consecutivo in crescita, un risultato ottenuto grazie al recupero delle vendite nel 4° trimestre dell’anno (+11%) e nonostante un inizio d’anno debole a causa dei prolungati effetti dell’introduzione del test WLTP, del rallentamento dell’economia europea, dei fattori di incertezza del contesto internazionale.

Tuttavia, le tensioni commerciali con gli USA, la frenata dell’economia cinese, la Brexit, le elezioni europee e infine le evoluzioni della normativa europea sulla riduzione delle emissioni di CO2 delle nuove vetture hanno ha portato le vendite ancora lievemente al di sotto (-1,24%) del livello ante-crisi del 2007, anno in cui le immatricolazioni toccarono quota 16.003.436.

In sintesi – ha spiegato Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor – il mercato dell’auto dell’area UE+Efta chiude il 2109 senza infamia e senza lode, mentre il 2020 si presenta con notevoli difficoltà essenzialmente per le ulteriori restrizioni sulle emissioni di CO2 e per il persistere degli effetti negativi della demonizzazione del diesel”.

I 5 major markets europei (Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna), che pesano per il 71,5% del mercato auto complessivo, a dicembre crescono complessivamente del 12,5%.
Tutti i Paesi hanno segno positivo e l’ottimo andamento del mercato a dicembre, ha consentito al mercato dell’area di chiudere il 2019 positivamente a +0,9% sul 2018, con 11.307.257 nuove registrazioni.

La Germania cresce del 19,5% in dicembre e del 5% nell’intero anno con immatricolazioni a quota 3.607.258 che è il miglior risultato degli ultimi 20 anni dopo quello del 2009 fortemente sostenuto da bonus aziendali.

Il secondo mercato dei 5 grandi, il Regno Unito, fa invece registrare una crescita del 3,4% in dicembre, ma accusa, per il terzo anno consecutivo, un calo del 2,4% nel consuntivo dei dodici mesi, a causa della demonizzazione del diesel e delle incertezze per la Brexit.
Il mercato francese, chiude in positivo sia il mese di dicembre (+27,7%) che l’intera annata (+1,9%).

Anche in Francia il risultato delle vendite avrebbe potuto essere migliore se la demonizzazione del diesel non avesse indotto un numero significativo di potenziali acquirenti a rinviare la sostituzione di vetture diesel non essendo disponibili sul mercato soluzioni alternative comparabili sul piano economico e della versatilità di impiego.

Il quarto mercato dei cinque grandi, l’Italia, in dicembre ha fatto registrare un incremento del 12,5%, mentre nell’intero anno ha superato soltanto in lieve misura (+0,3%) il risultato del 2018.

Ultimo tra i 5 grandi è il mercato spagnolo che chiude con un incremento del 6,6% in dicembre e un calo del 4,8% nel 2019.
Questo mercato risente sostanzialmente della debolezza della domanda privata, mentre discreto è l’andamento degli acquisiti delle società.

Il 2019 sarà ricordato come l’anno in cui lo sviluppo sostenibile è entrato in modo preponderante nell’agenda delle istituzioni internazionali e nazionali e le case automobilistiche hanno di conseguenza adattato le proprie strategie di prodotto, spinte anche dalla regolamentazione europea sulla riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti.

L’Unione europea ha preso una posizione netta sulla questione ambientale, – ha commentato Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – ponendosi l’obiettivo di diventare il primo continente a impatto climatico zero: una sfida molto ambiziosa, che potrà essere vinta solo con un approccio di sistema, che coinvolga tutti i soggetti interessati, ma anche una delle opportunità più grandi del nostro tempo”.

In ogni caso, quando e quale sarà il punto di svolta nel settore automobilistico e la fine dell’era del motore a combustione, lo decideranno la domanda dei clienti e la capacità di produrre auto a prezzi accessibili per il mercato.


Condividi con:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *