La Commissione UE chiede all’Italia di abolire l’Imposta regionale sulla benzina per autotrazione
La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all’Italia per allineare le sue norme in materia di imposta regionale sulla benzina per autoveicoli con il diritto dell’UE.
Nel Pacchetto di infrazioni di novembre è presente un parere motivato per l’Italia in materia di fiscalità.
La Commissione europea ha infatti chiesto all’Italia di abolire l’IRBA, l’Imposta regionale sulla benzina per autotrazione, per allineare le norme italiane con il diritto dell’UE.
L’imposta regionale sulla benzina per autotrazione è applicata su ogni litro di benzina erogato, è pagata dai consumatori ed è riscossa e riversata alla Regione dai titolari degli impianti di carburante.
L’incidenza dell’IRBA è di circa 2 centesimi per litro di benzina, rispetto ai 72 centesimi di accisa percepiti sulla base della legislazione armonizzata dell’UE.
Secondo la Direttiva 2008/118/CE del Consiglio Europeo, gli Stati membri possono imporre altre imposte indirette sulle accise se sono rispettate due condizioni:
1. l’imposta è destinata a scopi specifici;
2. l’imposta è conforme alle norme UE applicabili per l’accisa o il valore imposta aggiunta.
Secondo la Commissione, nel caso dell’Imposta regionale sulla benzina per autotrazione questi due requisiti non sono soddisfatti.
L’IRBA infatti non ha finalità specifiche, ma esclusivamente di bilancio, contravvenendo quindi all’articolo 1, paragrafo 2, della direttiva sul regime generale delle accise.
Già a luglio 2018 l’Italia aveva ricevuto dalla Commissione una lettera di costituzione in mora sulla questione IRBA, chiedendone l’abolizione.
Entro due mesi, l’Italia avrebbe dovuto attivarsi, ma di fatto l’IRBA non fu abolita.
Ora la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato.
Se l’Italia non si attiverà entro i prossimi due mesi, la Commissione questa volta potrà rivolgersi alla Corte di giustizia dell’UE.