Emissioni dai trasporti: occorre una revisione radicale del sistema
Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria e Transport & Environment hanno inviato al Governo un decalogo di raccomandazioni minime prioritarie (e non esaustive) da inserire nella stesura definitiva del PNIEC 2030.
Dopo che la Commissione europea ha pubblicato le sue valutazioni sulle 28 proposte dei Paesi membri circa i rispettivi Piani Nazionali Integrati Energia e Clima al 2030, evidenziando gravi lacune ben distribuite fra gli Stati UE, in data 1° luglio, un panel di associazioni ambientaliste ha presentato al Governo italiano un decalogo di proposte per la decarbonizzazione del settore Trasporti e la miglioria del PNIEC italiano.
Come già anticipato da Transport & Environment a metà giugno circa (ne avevamo parlato nell’articolo: “Trasporti, energia e clima: c’è ancora parecchio da fare in Europa“) la Commissione ha avuto tempo sino a giugno per valutare tutti i Piani Nazionali Integrati Energia e Clima presentati dagli Stati membri.
Per quanto concerne l’Italia le raccomandazioni di miglioria pervenute in vista della redazione definitiva al 31 dicembre 2019 riguardano, tra l’altro la necessità di:
– presentare misure concrete per la decarbonizzazione del settore dei trasporti;
– rafforzare le misure di efficienza energetica nei trasporti;
– precisare come il previsto sviluppo nel settore del gas sarà compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone;
– elencare le azioni intraprese e i piani previsti per l’eliminazione graduale delle sovvenzioni all’energia, in specialm modo quelle relative ai combustibili fossili.
Orbene, a pochi giorni dal pungolo di Bruxelles, Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Cittadini per l’Aria e Transport & Environment hanno inviato al Governo un documento congiunto che contiene l’appello ad uno sforzo ulteriore nella redazione del PNIEC definitivo in vista degli obiettivi comunitari e della necessità di rivedere gli impatti emissivi del settore trasporti.
“Considerata la gravità degli impatti sociali, economici e ambientali dovuti al settore trasporti italiano, il peso emissivo di tale settore, la centralità che esso detiene nel processo di urgente decarbonizzazione dell’economia – scrivono le Associazioni – si è ritenuto importante fare uno sforzo ulteriore al fine di segnalare alle autorità alcune azioni prioritarie e comuni da inserire nello PNIEC 2030 lato Trasporti“.
Il documento ricorda come la voce trasporti sia particolarmente importante nel “coro” delle politiche climatiche ed energetiche europee ed italiane essendo responsabile in Italia e in Europa, di circa il 28% delle emissioni totali.
“Una revisione radicale del sistema trasporti, tramite azioni mirate e decise – si legge nel documento – risulta necessaria, urgente e non più rimandabile. Le misure da implementare devono essere in grado di affrontare la doppia sfida CO2/qualità dell’aria, essere socialmente eque e liberare il paese dalla dipendenza energetica avviando la transizione da un sistema mobilità basato sui combustibili fossili verso quello basato su energia rinnovabile prodotta localmente al fine di rafforzare l’economia ed incrementare la resilienza del nostro Paese“.
In sostanza, le Associazioni firmatarie dell’appello, ritengono che la proposta del PNIEC inviato alla Commissione non sembra cogliere: “la portata e l’urgenza del cambiamento necessario” per quel che riguarda il settore dei trasporti e manca di lungimiranza fermandosi al 2030 laddove sarebbe molto più importante pensare a politiche coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050.
Non a caso, sottolineano le Associazioni, in Italia si continua ad incentivare l’uso di gas naturale nei trasporti, si fa ancora eccessivo ricorso ai biocombustibili di prima e seconda generazione (tanto quelli liquidi, quanto quelli gassosi) e mancano decisamente target ambiziosi per quanto concerne l’elettrificazione del parco auto privato, così come mancano quelli relativi alla riduzione del numero di autoveicoli nei centri urbani a favore della mobilità attiva.
Per rispettare l’obiettivo di riduzione del 33% di emissioni rispetto ai livelli del 2005, l’Italia dovrà tagliare 23 milioni di tonnellate di CO2 nel settore trasporti al 2030, mentre le restanti 77 milioni di tonnellate di CO2, dovranno essere portate a zero entro il 2050 al più tardi, ma in uno scenario business as usual, ovvero quello che lascia immutata la situazione attuale, T&E stima per il Bel Paese che al 2030 le emissioni relative al settore trasporti ammonteranno a 100 milioni di tonnellate di CO2!
Di qui la necessità, da parte delle succitate Associazioni, di suggerire 10 Raccomandazioni minime prioritarie (e non esaustive) da inserire nella stesura definitiva del Piano Nazionale Energia e Clima 2030 italiano:
– introdurre data di stop vendita dei veicoli endotermici al 2030;
– promuovere solo veicoli elettrici puri: invertire di conseguenza lo share BEV/PHEV al 2030 previsto nel Piano per il target di 6 milioni relativo ai veicoli elettici/ibridi;
– Elettrificare il Trasporto Pubblico Locale, flotte taxi e car sharing;
– target del 21,6% di energia rinnovabile nei trasporti: azzerare il contributo ai biocombustibili di prima generazione nel raggiungimento del target rinnovabili 2030 e triplicare il contributo dell’elettricità rinnovabile nel raggiungimento del target rinnovabili trasporti 2030 (fino a 1000 Ktep);
– inserire target specifici di sviluppo della mobilità a zero emissioni (mobilità pedonale, ciclabile, collettiva e condivisa) e relativi target infrastrutture;
– inserire target CO2 obbligatorio nei Piani Urbani Mobilità Sostenibili (PUMS);
– inserire target specifici relativi al potenziamento di TPL e sharing mobility;
– eliminare i sussidi ambientalmente dannosi nei trasporti (agevolazioni fiscali al gas naturale nei trasporti; esenzione dall’imposta sul cherosene e puntare su biocombustibili avanzati ed elettrocarburanti rinnovabili; sussidi autotrasporto);
– tassare i combustibili sulla base del contenuto energetico e della CO2,
– puntare sull’elettrificazione di navi traghetto, banchine e sistemi di carico e scarico merci e trasporto fluviale e lacunare.
“Con questo documento le associazioni ambientaliste italiane stanno inviando al governo un messaggio chiaro e univoco: la bozza di piano è inadeguata a mettere il settore trasporti sulla giusta rotta per centrare l’obiettivo di Parigi – ha dichiarato Veronica Aneris, responsabile di T&E per l’Italia – Va corretto con misure coerenti e proporzionali alla sfida che dobbiamo affrontare, come l’introduzione di una data di stop per la vendita dei veicoli endotermici al 2030 e l’interruzione dei sussidi ai combustibili fossili. Nel piano si propone di continuare a incentivare il gas naturale nei trasporti e questo è inaccettabile in un’ottica di decarbonizzazione. C’è tempo fino alla fine dell’anno per migliorare la bozza e ci auguriamo che le autorità competenti siano aperte al confronto sui temi sollevati“.