Le emissioni medie di CO2 di auto e furgoni in Europa sono aumentate nel 2018
A riferirne l’aumento, che si è verificato per il secondo anno consecutivo, sono i dati provvisori forniti dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Intanto si avvicinano gli obiettivi di riduzione al 2020 e al 2021.
In data 24 giugno l’Agenzia Europea dell’Ambiente – EEA ha pubblicato i dati provvisori sulle emissioni medie di autovetture e furgoni nuovi immatricolati in UE e in Islanda nel 2018.
Ebbene, secondo la ricerca le emissioni medie di biossido di carbonio (CO2) delle nuove autovetture immatricolate nell’Unione europea (UE) nel 2018 sono aumentate per il secondo anno consecutivo, raggiungendo 120,4 grammi di CO2/Km.
Non solo, per la prima volta, anche le emissioni medie di CO2 dei nuovi furgoni sono aumentate, pertanto, al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle stesse emissioni al 2020 e al 2021, è giocoforza che i produttori dovranno ridurre significativamente le performance emissive delle loro flotte.
La ricerca conferma che dopo un costante calo di quasi 22 grammi di CO2/Km avvenuto nel periodo dal 2010 al 2016, le emissioni medie delle nuove autovetture sono aumentate nel 2017 di 0,4 g di CO2/Km e secondo i dati provvisori, la tendenza al rialzo è proseguita nel 2018 con un ulteriore aumento di 2,0 g di CO2/Km.
I furgoni immatricolati nell’UE e in Islanda nel 2018 hanno emesso in media 158,1 g CO2/Km, ovvero 2,0 grammi in più rispetto al 2017.
Si tratta del primo aumento delle emissioni medie di CO2 dei nuovi furgoni da quando il Regolamento apposito (Regolamento UE 510/2011) è entrato in vigore , dopo un forte calo nel 2017.
Tra i principali fattori individuati responsabili dell’aumento delle emissioni medie per le autovetture nell’anno preso in esame figurano:
– l’aumento della quota delle nuove immatricolazioni di auto a benzina, soprattutto SUV e veicoli commerciali leggeri;
– la scarsa penetrazione nel mercato di autoveicoli a zero e a basse emissioni (comprese le auto elettriche), che, nel 2018 è rimasta lenta laddove, invece, dati gli obiettivi europei di 95 g di CO2/Km al 2021, sarebbe doveroso un aumento della flotta green.
Tra i fattori che hanno influito sull’aumento di emissioni dei furgoni la ricerca sottolinea negativamente: l’aumento della massa, della cilindrata e delle dimensioni dei veicoli. Anche in questo settore commerciale la quota relativa alle immatricolazioni a benzina è aumentata arrivando al 3,6% della flotta (contro il 2,4% del 2017). Pertanto, sarebbero necessari ulteriori miglioramenti dell’efficienza per raggiungere l’obiettivo UE di 147 g di CO2 /Km fissato per il 2020.
I dati 2018 sulle nuove auto
Secondo l’EEA le auto a benzina sono state le più vendute in Ue nel 2018, arrivando a coprire quasi il 60% di tutte le nuove immatricolazioni, sempre nel 2018 i veicoli diesel hanno segnato un calo del 9% rispetto all’anno precedente e del 19% rispetto al 2011 attestandosi al 36% delle nuove immatricolazioni.
In media, le emissioni di CO2 delle auto diesel (121,5 g CO2/Km) sono ora molto vicine a quelle delle auto a benzina (123,4 g CO2/Km).
La differenza di 1,9 g di CO2/Km è stata la più bassa osservata negli ultimi 5 anni.
I problemi nascono se si prende in considerazione la tipologia di auto; dei circa 4,5 milioni di nuove auto vendute nell’UE e in Islanda nel 2018 – quasi una su tre – erano SUV.
Questo significa massa maggiore, maggior peso, motori più potenti e minore aerodinamicità; tutti fattori che incidono negativamente sul consumo di carburante.
Minor efficienza, quindi, ma non solo: la maggior parte dei nuovi SUV era alimentata a benzina con emissioni medie di 133 g CO2/Km, ovvero + 13 g CO2/Km superiore alle emissioni medie di altre nuove auto a benzina.
Sul fronte delle green car c’è ancora parecchio da fare. Le vendite di veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) e di veicoli elettrici a batteria (BEV) sono in ascesa e, con circa 150 000 registrazioni, le vendite di BEV sono aumentate del 50% rispetto al 2017.
Però la quota di PHEV e BEV in tutte le vendite di automobili è rimasta piuttosto bassa: appena il 2% rispetto all’1,5% riferito al 2017.
I dati 2018 sui nuovi furgoni
Nel 2018 sono stati immatricolati nell’UE e in Islanda 1,66 milioni di nuovi furgoni (+ 3,5% rispetto al 2017).
In questo segmento dei veicoli commerciali le alimentazioni diesel, al 2018, costituivano il 94,7% delle nuove immatricolazioni; con una quota in aumento dal 2016, tuttavia, delle immatricolazioni a benzina.
A causa dei diversi modelli e dimensioni dei veicoli venduti in ciascun Paese il consumo medio di carburante dei nuovi furgoni varia notevolmente da uno Stato membro all’altro così come le emissioni medie: dal picco massimo della Germania (173,4 g CO2/Km) a quello minimo del Portogallo (133,7 g CO2/Km).
Anche il peso medio dei nuovi furgoni immatricolati presenta variazioni significative da Paese a Paese, tuttavia, in media, si è registrato un lieve aumento dell’1% rispetto al 2017. All’incremento della media delle emissioni di biossido di carbonio dei nuovi furgoni rispetto all’anno precedente hanno contribuito anche: la maggiore cilindrata media (+ 1%), e l’aumento della dimensione media (+1,4% della distanza media tra ruote anteriori e posteriori).
Test delle emissioni dei veicoli
Dal 2017 è entrata in vigore la nuova procedura di prova per veicoli leggeri armonizzati a livello mondiale WLTP, con l’obiettivo di sostituire progressivamente il precedente test NEDC, dal quale si differenzia per l’opportunità di ottenere informazioni più realistiche sulle emissioni dei veicoli nelle prove di omologazione.
Ebbene, lo scorso anno gli Stati membri hanno riferito sia fattori di emissione NEDC che WLTP per circa 4,4 milioni di automobili (circa il 30% delle nuove immatricolazioni) e dai dati è emerso che, per tali veicoli, il fattore di emissione WLTP era in media superiore del 20% rispetto al fattore di emissione NEDC.
Nel commentare i dati forniti dall’EEA, Julia Poliscanova, clean vehicles manager di Transport & Environment – Federazione europea per i trasporti e l’ambiente , “ombrello” europeo per le organizzazioni non governative che operano nel settore dei trasporti e dell’ambiente, promuovendo il trasporto sostenibile, ha dichiarato: “I costruttori automobilistici stanno giocando un gioco ad alto rischio… stanno deliberatamente rinviando le vendite di auto più pulite per massimizzare i profitti alimentati da SUV. Potrebbe piacere ai loro azionisti ma è una tragedia per il nostro pianeta. Queste cifre ci ricordano chiaramente che i governi devono essere molto più energici quando si tratta di promuovere veicoli a emissioni zero, in particolare riformando la tassazione dei veicoli e installando punti di ricarica“.