Veicoli fuori uso: Italia ultima tra i maggiori Paesi UE
L’82,6% del flusso di rifiuti generato ogni anno in Italia dai veicoli fuori uso viene trattato in maniera sostenibile, ma siamo ancora lontani dalle percentuali degli altri grandi Paesi dell’Unione Europea.
Un milione di tonnellate di rottami ferrosi e metallici, marmitte, vetri, plastiche, batterie e tanto altro viene generato ogni anno in Italia dai veicoli fuori uso.
L’82,6% di questo flusso di rifiuti viene trattato in maniera sostenibile attraverso operazioni di reimpiego, riciclaggio e recupero energetico.
Rispetto agli altri grandi Paesi dell’Unione Europea, questa percentuale risulta però molto bassa, tanto che l’Italia si colloca all’ultimo posto nella graduatoria dei maggiori Paesi UE per tasso di recupero dei veicoli fuori uso.
Con la Direttiva europea 2000/53/CE, dal 2015 gli Stati membri sono obbligati a recuperare almeno il 95% del peso di ogni veicolo fuori uso:
– l’85% va avviato a riciclo,
– il 10% dev’essere utilizzato per recupero di energia,
– solo il 5% va destinato allo smaltimento in discarica.
Per quanto riguarda gli obblighi di riciclo l’Italia non ha mostrato particolari difficoltà: nel 2016 è stato avviato a riciclo l’82,5% dei veicoli fuori uso, quasi in linea con il target dell’85%.
Sul fronte del recupero di energia però il nostro Paese nel 2016 è rimasto molto indietro con una percentuale di avvio a recupero energetico dei veicoli fuori uso di appena 0,1%, contro il 10% del target.
La percentuale di recupero complessivo (82,6%) risulta dunque ben distante dal 95% richiesto dall’Europa e pone l’Italia in ritardo rispetto agli altri grandi mercati automobilistici dell’UE.
Secondo i dati riferiti al 2016, di fonte Eurostat emersi da uno studio dell’Osservatorio Autopromotec, la Germania guadagna il primo posto in graduatoria con un tasso di recupero complessivo del 98%.
Al secondo posto troviamo la Francia, con un tasso del 94,8%, seguita dalla Spagna (93,4%) e dal Regno Unito (92,2%).
Al quinto e ultimo posto si posiziona l’Italia (82,6%).
Negli ultimi anni, tuttavia, il nostro Paese ha compiuto notevoli progressi nel campo della gestione dei veicoli fuori uso ed oggi riesce ad avere punte di eccellenza nel settore.
Per ridurre questo gap, però, l’Italia dovrebbe lavorare molto sull’aspetto del recupero energetico.
“La gestione dei veicoli a fine vita – hanno sottolineato gli analisti dell’Osservatorio Autopromotec – è un tema di grande attualità e rappresenta un’attività strategica e cruciale per lo sviluppo dell’economia circolare, ovvero di quel tipo di produzione sostenibile che fa del reimpiego, del riciclo, del recupero e della ridistribuzione dei beni il suo obiettivo principale, nell’ottica della maggiore riduzione possibile di ciò che diventa un rifiuto″.