Mercato auto italiano: il 2018 chiude a -3,1%
Dopo tre mesi in calo, il mercato italiano delle autovetture tenta in dicembre un modesto rialzo, che non modifica però il risultato complessivo del 2018.
Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i volumi di autovetture immatricolati nel 2018 si attestano complessivamente a 1.910.025, con una flessione del 3,1% rispetto al 2017.
A dicembre si registra, invece, una lieve crescita che sfiora il 2% con 124.078 immatricolazioni grazie a una giornata lavorativa in più rispetto a dicembre 2017.
Il 2018, in generale, ha visto un andamento altalenante del mercato: 7 mesi su 12 hanno chiuso con il segno meno.
Nella prima parte dell’anno i fattori che più hanno inciso su questo trend sono stati dapprima l’instabilità politica e il clima pre-elettorale e poi la progressiva contrazione delle vendite di auto diesel sulla scia di quanto accaduto negli altri maggiori mercati europei.
Nell’ultima parte dell’anno, hanno influito negativamente il peggioramento del clima di fiducia e l’entrata in vigore, dal 1° settembre scorso, dei nuovi standard sulla misurazione delle emissioni.
Secondo il Centro Studi Promotor, nel 2018 si è interrotta la robusta ripresa della domanda di autovetture dopo il drastico calo che aveva portato le immatricolazioni nel 2013 a quota 1.304.648, cioè al di sotto del 47,7% rispetto al livello ante-crisi (2007).
Da questo minimo assoluto, dopo un fase di stabilizzazione nel 2014, è iniziata una robusta ripresa con tassi di crescita del 16% nel 2015 e nel 2016 e dell’8% nel 2017.
Nel 2018 il recupero si è interrotto nonostante fosse ancora ben lontano il livello fisiologico delle immatricolazioni per un Paese che dispone di un parco circolante di autovetture di 39 milioni di unità ed ha quindi una forte domanda di sostituzione.
Difficile fare previsioni per l’anno appena iniziato, che si apre all’insegna della preoccupazione per le ripercussioni negative del bonus-malus, in quanto ad essere colpite non saranno solo le autovetture di lusso e di grossa cilindrata, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato, per il clima di incertezza economica, nonché per un contesto produttivo piuttosto critico.
“Per quanto riguarda le previsioni per il 2019 – ha dichiarato il Presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino – ci aspettiamo un anno difficile per il settore, sul quale graverà l’impatto negativo determinato dall’ecotassa, introdotta dalla legge di Bilancio 2019, che sarà operativa sulle immatricolazioni di autovetture nuove (con emissioni di CO2 oltre 160 g/Km) a partire dal 1° marzo 2019.
Non ci aspettiamo alcun effetto sul rinnovo del vetusto parco circolante (età media 10,8 anni) che contraddistingue il nostro Paese che, al contrario, necessiterebbe di maggior attenzione da parte del legislatore.
Tale misura influenzerà in modo rilevante il nostro business e le varie gestioni aziendali, con il concreto rischio di perdita di posti di lavoro e consistente sottrazione di gettito Iva per le casse dell’Erario qualora le previsioni più pessimistiche dovessero trovare conferma nella realtà dei dati”.
“Il 2019 sarà un anno che, eccezion fatta per fattori che ad oggi non vediamo – ha affermato Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – dovrebbe attestarsi su un volume di auto vendute più basso del 2018, sia per la tassazione aggiuntiva che provocherà un forte ammanco di IVA nelle entrate dello Stato, come più volte abbiamo rappresentato al Governo, sia per una tendenza al rallentamento che già si era fatta vedere negli ultimi mesi del 2018, non solo nelle immatricolazioni ma anche nelle acquisizioni di nuovi contratti. Non ultima, la confusione generata dai blocchi del traffico sui diesel e le dichiarazioni di alcune amministrazioni locali di importanti città italiane non aiuteranno il consumatore a prendere decisioni serene di acquisto, complicando ulteriormente la risposta alle esigenze di mobilità dei cittadini”.
Passando all’analisi del mercato per alimentazione, infatti a dicembre 2018 risultano in calo le immatricolazioni di autovetture diesel, a Gpl e a metano a fronte di una crescita di quelle a benzina, ibride ed elettriche.
Secondo l’UNRAE, le difficoltà che stanno incontrando le motorizzazioni diesel emergono anche dall’analisi dello stock di autoimmatricolazioni per alimentazione che, al 31 agosto 2018 (dato ad oggi consolidato), su un totale di oltre 178.000 unità, erano costituite per il 69,1% da vetture diesel, quota che sta registrando progressivi aumenti.
Come conseguenza del tipo di motorizzazioni acquistate, continua a salire la CO2 media ponderata che in dicembre segna un incremento del 7,1% (a 120,6 g/km) e a fine anno dell’1,8% a 114,4 g/km, rispetto ai 112,4 dell’anno precedente.