Ogni giorno 9 morti sulle strade italiane
L’Automobile Club d’Italia ha realizzato la mappa delle strade più pericolose in Italia.
Ogni giorno si contano 9 morti sulle strade italiane.
Nel solo 2017, gli incidenti stradali sono stati quasi 175.000 (174.933): in media più di 470 al giorno.
I morti sono stati 3.378, i feriti 246.750 con costi sociali che ogni anno superano i 19 miliardi di euro.
“La mobilità è una componente della vita di tutti noi, – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, alla vigilia della Giornata del ricordo delle vittime della strada celebrata domenica 18 Novembre – ma non può esigere un così alto tributo morale, sociale ed economico. Soprattutto adesso, che le nuove tecnologie rendono le nostre auto così sicure da riuscire a scongiurare buona parte degli incidenti e a ridurre sensibilmente gli effetti di quelli che non si riescono ad evitare”.
Secondo le statistiche, il 90% degli incidenti sono imputabili all’uomo: disattenzione, uso improprio del cellulare, mancato rispetto delle norme e della segnaletica, velocità non adeguata.
7 incidenti su 10 avvengono sulle strade urbane, 3 su quelle extraurbane; aumentano dello 0,4% gli incidenti in autostrada, mentre diminuiscono sulle altre tipologie di strada (-0,7% extraurbane, -0,5% urbane). Tuttavia, sulle strade extraurbane principali i morti aumentano del 7,4% e i feriti calano dell’1,6%.
Sono i dati emersi dalla “Localizzazione degli incidenti stradali 2017”, lo studio realizzato dall’ACI, che ha analizzato 36.560 incidenti (di cui 1.228 mortali), 1.359 decessi e 58.967 feriti, avvenuti su circa 55.000 chilometri di strade del nostro Paese.
Prendendo come riferimento l’anno 2010, gli incidenti sono diminuiti del 22%, i morti del 17,8%.
Rispetto al 2016, invece, gli incidenti sono calati dell’1% e i decessi cresciuti del 7,4% (94 in più).
Le autostrade urbane risultano quelle con la maggiore densità di incidenti a causa degli elevati flussi di traffico e della pluralità di mezzi diversi.
In autostrada la circolazione dei veicoli per il trasporto delle merci costituisce un elemento di rischio: nel 41% degli incidenti, infatti, è coinvolto un autocarro (anche leggero), un autotreno o un autoarticolato.
Sulle strade extraurbane gli utenti vulnerabili rappresentano una quota assai elevata dei decessi: ben il 36% (1 morto su 3 è ciclista, “dueruotista” o pedone): nel 21% dei casi è deceduto un motociclista (288), nell’11% un pedone (149) e nel 4% un ciclista (52). Rispetto al totale dei morti per modalità di trasporto, i pedoni sono il 25% (1 su 4) ed i ciclisti il 20% (1 su 5).
La Penetrazione urbana della A24 è la strada sulla quale si verificano più incidenti: 17,1/km, a fronte di una media italiana di 1,3 incidenti/km – per la rete autostradale – e di 0,6 incidenti/km – per le strade extraurbane.
Seguono il Raccordo di Marghera (11,3 incidenti/km) e il Raccordo di Reggio Calabria (10,5 incidenti/km).
Tra le strade extraurbane troviamo al primo posto la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (7,6 incidenti/km), seguita dalla 131 dir (7,5 incidenti/km) e dalla 296 della Scafa (6 incidenti/km).
I veicoli a due ruote (biciclette comprese), sono coinvolti nel 23% degli incidenti stradali.
L’indice di mortalità delle due ruote (motocicli e biciclette) è molto più elevato di quello delle quattro ruote: più di 3,8 morti ogni 100 mezzi coinvolti in incidente, rispetto all’1,4 delle auto.
Al vertice delle tratte più pericolose per le due ruote, la SS 001 Aurelia in Liguria, la SS 249 Gardesana Orientale in provincia di Verona e la SS 145 Sorrentina in provincia di Napoli.
Per quanto riguarda i pedoni, le strade con un numero particolarmente elevato di investimenti sono: Aurelia, Adriatica, Statale Tosco Romagnola, Padana Superiore e Casilina.
Rispetto al 2016, nel complesso, le strade nelle quali gli incidenti sono diminuiti in modo consistente risultano: GRA, 106 Jonica, Statale del Lago di Como e dello Spluga, Appia, Statale dei Giovi e Autostrada Salerno-Reggio Calabria.