Scende il diesel, sale l’elettrico, ma l’Italia è ancora indietro

Le immatricolazioni di veicoli elettrici toccheranno quota 20% entro il 2025 ed entro il 2030 il gasolio rappresenterà una soluzione residuale riservata solo a elevati chilometraggi e a grandi veicoli premium.

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Si avviano verso il declino le motorizzazioni tradizionali, in particolare del diesel che entro il 2030 rappresenterà una soluzione residuale riservata solo a elevati chilometraggi e a grandi veicoli premium.
Per quanto riguarda l’elettrico, in Europa sono presenti solo 424.000 punti di ricarica pubblici, ma le immatricolazioni green raggiungeranno quota 20% entro il 2025, anche sull’onda dei cospicui investimenti delle case automobilistiche, che prevedono 255 miliardi di dollari nei prossimi 8 anni e oltre 200 nuovi modelli in rampa di lancio nei prossimi 3 anni.
Sul fronte dei veicoli a guida autonoma, i consumatori sono ancora diffidenti: oltre la metà degli automobilisti non è interessato all’acquisto di queste auto e, comunque, non è disponibile a pagare troppi soldi per un’auto autonoma di livello 4 (alta automazione).

È questa la fotografia dei principali trend in atto nel mercato automotive mondiale e della previsione delle sue linee di sviluppo, contenuta nel rapporto realizzato da AlixPartnersAuto elettrica e autonoma. La grande scommessa dell’industria dell’automobile” presentato nel corso della tradizionale tavola rotonda organizzata alla vigilia di #FORUMAutoMotive.

A livello globale il mercato dell’auto risulta in crescita moderata, con una previsione del +2,2% annuo fino al 2025.
In testa la Cina con il 4% di crescita annuale e 10 milioni di veicoli tra 2017 e il 2025, contro un’Europa che cresce dell’1,6% annuo, trainata dall’Est Europa.

La svolta storica delle motorizzazioni sarà elettrica.
AlixPartners prevede infatti una penetrazione di veicoli elettrici e ibridi plug-in al 20% nel 2025, a discapito di alimentazioni a benzina tradizionali e soprattutto diesel di piccole e medie dimensioni. La svolta verso alimentazioni alternative si estende dalle vetture passeggeri ai veicoli commerciali leggeri e pesanti, dove alimentazioni a gas, gas e diesel ed elettriche a fuel cell sono previste al 10% già nel 2025.

In declino il diesel, soprattutto in Europa, dove tra il 2015 e il 2017 è sceso dal 52% al 45%, con la sola Italia che ha visto crescere questa motorizzazione del 2%.
Tuttavia, anche nel nostro Paese nei primi 9 mesi del 2018 le vendite di vetture diesel sono calate dal 56% al 48% del mercato.

A beneficiarne sono stati i modelli a benzina, le ibride plug-in e le elettriche.

La transizione verso l’elettrificazione è ormai una tappa obbligatoria, dati gli obiettivi a lungo termine per la riduzione di CO2. – ha sottolineato Giacomo Mori, managing director di AlixPartners – La velocità del passaggio deve però essere gestita con attenzione dalle istituzioni centrali della UE, per garantire il graduale adeguamento di capacità produttiva e di competenze della filiera automotive alle nuove tecnologie dell’elettrico”.

Tuttavia la rivoluzione elettrica in Italia è frenata dall’annoso problema della mancanza di infrastrutture di ricarica.

“Ci deve essere da parte dello Stato un cambio di passo sugli investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile. – ha dichiarato Michele Crisci, Presidente di Unrae -Occorre accelerare perché con i ritmi di oggi, a 15-20mila nuove auto elettriche vendute all’anno, ci vorranno secoli per sostituire il parco auto italiano. Bisogna perciò partire da un deciso programma del Governo e delle amministrazioni locali in favore delle infrastrutture, che non significa solo le colonnine sulle strade, ma punti di ricarica ovunque, dagli hotel ai ristoranti, fino alle case”.

Lo sviluppo delle infrastrutture in Europa richiederà capitali privati, che a loro volta richiederanno ritorni sugli investimenti, e la necessità di un maggiore utilizzo delle colonnine di ricarica già esistenti, per evitare l’aumento del prezzo dell’energia alla colonnina, che renderebbe poco competitivo l’elettrico.
Nonostante queste sfide, i costruttori hanno annunciato una massiccia campagna di nuovi lanci di vetture elettriche e ibride plug in: più di 200 nei prossimi 3 anni, in buona parte provenienti dai costruttori cinesi (circa 1 lancio su 3).

In questa fase di passaggio da carburanti tradizionali a elettrico, secondo AlixPartners il gas rappresenta una soluzione che garantisce un miglioramento delle emissioni di CO2 attraverso una tecnologia disponibile ed economica, che richiede minori investimenti infrastrutturali.
L’Italia, pur in ritardo sull’elettrificazione, è leader nelle infrastrutture e nella tecnologia del gas e può puntare su un modello bilanciato verso la “mobilità sostenibile”: da una parte attraverso investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture di ricarica elettrica, dall’altra facendo leva su un’infrastruttura di distribuzione e un know-how di rilievo per il gas naturale, che è di fatto una tecnologia complementare, valida e disponibile non solo come soluzione ponte, ma anche per la riduzione di CO2.

Infine, le incognite sulla guida autonoma che richiederà anch’essa crescenti investimenti (56 miliardi di euro già spesi nel 2018, erano 36 nel 2016) non solo da parte dei costruttori, ma anche dei player tecnologici che vorranno giocare un ruolo importante nell’industria.
In questo caso però la sfida sta più nell’accettazione del cliente e nella sua propensione a spendere.
Il 57% dei consumatori, infatti, non acquisterebbe un veicolo a guida autonoma se fosse disponibile e l’automobilista medio è disposto a pagare solo 2.000 dei 21.000 dollari necessari per mettere le mani su un’auto autonoma di livello 4.


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