Flotte aziendali: in Europa crescono quelle pulite
A rilevare i dati l’ultimo sondaggio a cura dell’Observatoire du Véhicule d’Entreprise secondo il quale in Europa, il 44% delle aziende possiede già o vorrebbe acquistare veicoli alimentati ad energie alternative.
Veicoli ecologici, ad alimentazione alternativa, più sostenibili e sicuramente eco-friendly. Sono queste le tipologie di automezzi che sempre più suscitano l’attenzione delle imprese europee interessate a rinnovare la propria flotta con evidenti vantaggi economici e di immagine.
Ad evidenziarlo è l’ultimo sondaggio a cura dell’Observatoire du Véhicule d’Entreprise effettuato in collaborazione con l’Istituto di ricerca marketing e sondaggi CSA e condotto in 12 Paesi europei su un target di 3.718 aziende.
L’Observatorie du Véhicule d’Entrepire (OVE), nasce nel 2002 sotto l’impulso di Arval e BNP Parisbas con lo scopo di osservare, studiare, analizzare le tendenze del mercato dei veicoli commerciali in Francia e in Europa, occupandosi, altresì degli aspetti legali, fiscali e normativi dei veicoli aziendali, nonché di argomenti più tecnici relativi alle attrezzature automobilistiche, alle nuove tecnologie, alla sicurezza stradale, allo sviluppo sostenibile e all’ambiente.
Scopo del sondaggio: conoscere lo stato dell’arte delle flotte aziendali attuali e valutare le intenzioni di acquisto delle aziende stesse relativamente a veicoli più ecologici.
In sostanza, cresce l’interesse verso tipologie più ecologiche di automezzi da parte dei gestori delle flotte aziendali; il 44% delle aziende intervistate dispone già o considera di acquistare veicoli puliti nei prossimi tre anni.
Nella fattispecie delle diverse alimentazioni, il 29% delle aziende valuta con interesse l’ibrido; il 23% l’ibrido ricaricabile, mentre il 26% all’elettrico; non solo, prendendo in considerazione i grandi gruppi il 68% si dimostra favorevole alla green revolution nella propria mobilità e il 52% guarda con entusiasmo all’elettrico.
Le imprese di Belgio, Gran Bretagna e Paesi Bassi sono quelle che hanno dimostrato più entusiasmo, con risposte favorevoli, rispettivamente del 64, 61 e 58%. Per quanto riguarda l’elettrico la quota sale al 45% per i Paesi Bassi, al 42% per l’Inghilterra e al 37% per il Belgio.
La Francia, che pure sta puntando parecchio sui nuovi veicoli puliti, si trova leggermente al di sotto della media europea nei sondaggi effettuati, con appena il 41% di risposte positive. In questo caso, le auto ibride sono citate nel 30% dei casi, quelle elettriche nel 26%. Ambizioni che vanno ben oltre le cifre realizzate dal mercato, dal momento che secondo l’ultima dichiarazione semestrale dell’Observatorie, l’elettrico rappresenta solo l’1,7% degli acquisti di flotte e l’ibrido appena il 3%. In Francia, solo il 19% delle aziende ha già installato almeno un veicolo energetico alternativo all’interno della propria flotta.
Il sondaggio rimarca il declino del diesel che, tuttavia, mantiene una quota di maggioranza con l’80,6% della quota di mercato.
A frenare gli acquisti e l’utilizzo da parte dei conducenti sono, ancora una volta, i timori legati all’autonomia dei modelli elettrici e alla loro ricarica. Il Rapporto dell’OVE, auspica, in questo senso un maggior coraggio da parte dei datori di lavoro nella direzione di facilitare l’adozione di veicoli a basse emissioni.
Anche l’alimentazione ad idrogeno sembra riscuotere maggior interesse da parte dei gestori di flotte con un 7% delle aziende intervistate che sta considerando di adottare questa tecnologia. Nella classifica relativa alle intenzioni di acquisto, la Gran Bretagna è in testa con il 22% di risposte favorevoli, seguita da Spagna (10%) e Paesi Bassi (9%); un distacco notevole dalla Francia che con appena il 3% di risposte positive si piazza in coda alla classifica.
Nelle previsioni di acquisto da parte dei gestori di flotte pesa anche l’adozione del nuovo Protocollo di omologazione dei veicoli applicato ai costruttori europei, WLTP (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure), che sostituisce il precedente New European Driving Cycle (NEDC). Il 47% delle aziende intervistate ritiene che questo nuovo standard, particolarmente più accurato nel calcolo delle emissioni di CO2, avrà un impatto sulle loro scelte future; in dettaglio, il 32% delle aziende con meno di dieci dipendenti anticipa un impatto nei prossimi tre anni. Una percentuale che sale al 54% per le grandi aziende (da 100 a 250 dipendenti) e al 72% per i grandi gruppi.
Fra le modalità di acquisto preferite dalle società, il leasing è il ricorso principale (38% in Francia e 28% in Europa), ma il barometro dell’OVE evidenzia anche il forte input rappresentato dalle nuove forme di mobilità condivisa: In Francia, ad esempio, il 45% delle aziende ha già introdotto nuovi servizi in questo senso superando di parecchio la media europea che si attesta appena al 37%.
In testa il car sharing (24%), segue il car pooling (22%) e il credito di mobilità (16%); tutte soluzioni, queste, che emergono in larga parte al crescere delle dimensioni societarie dal 54 al 72%.
Insomma, il futuro della mobilità aziendale, in Ue, sembra volgere verso obiettivi più verdi.
Speriamo, ed anzi, ci auguriamo che la direzione intrapresa da alcuni venga presto seguita dai più: i vantaggi sarebbero per tutti.