Settore auto: gli investimenti in Europa hanno raggiunto il massimo storico
I numeri sono molto vicini ai valori pre-crisi, ma la situazione dell’industria automobilistica europea rimane ancora fragile.
Gli investimenti annuali dell’UE in R&S da parte del settore automobilistico e dei ricambi sono aumentati del 7,4%, raggiungendo il massimo storico di 53,8 miliardi di euro.
Questo, e molti altri dati sul settore, sono stati resi noti dall’ACEA (Associazione europea dei costruttori di automobili) nella “Automobile Industry Pocket Guide“ (Guida tascabile dell’industria automobilistica), pubblicata in occasione dell’assemblea generale annuale dell’associazione.
Queste cifre rendono il settore automobilistico e dei ricambi il principale investitore europeo in R&S, davanti a farmaceutica e tecnologia, ed responsabile del 27% della spesa totale in R&S dell’area europea.
Rispetto ad altri continenti, il settore automobilistico dell’UE è di gran lunga il primo in termini di investimenti in ricerca e sviluppo.
Il Giappone è al secondo posto nella classifica mondiale con un investimento di € 29,8 miliardi all’anno, seguito dagli Stati Uniti con € 18,5 miliardi.
Al quarto posto arriva la Cina con 5,4 miliardi di euro, ovvero solo un decimo della spesa annuale dell’UE.
Inoltre, lo scorso anno l’Ufficio europeo dei brevetti ha ricevuto oltre 8.700 brevetti automobilistici.
“Questo livello di investimenti nell’innovazione – ha sottolineato Erik Jonnaert, Segretario generale dell’ACEA – dimostra la nostra serietà sull’ulteriore decarbonizzazione e sulla digitalizzazione dei trasporti, sostenendo in tal modo gli obiettivi politici dell’UE”.
Oggi il settore automobilistico offre posti di lavoro diretti e nell’indotto a 13,3 milioni di europei, che rappresentano il 6,1% del totale dell’occupazione nell’UE.
Le immatricolazioni di auto sono cresciute del 3,4% nel 2017, superando per la prima volta dal 2007 la soglia psicologica di 15 milioni di unità.
In parallelo, nell’UE sono stati costruiti oltre 2,6 milioni di camion, autobus, pullman e furgoni per un aumento dell’1,8%.
Le cifre sono molto vicine ai valori pre-crisi, ma la situazione dell’industria automobilistica europea rimane ancora fragile.
“È fondamentale – ha aggiunto Jonnaert – mantenere questa linea di ripresa in Europa, anche come salvaguardia della competitività del nostro settore a livello globale”.
I produttori auto europei nel 2017 hanno esportato 5,9 milioni di veicoli, generando un surplus commerciale di 90,3 miliardi di euro per l’Unione europea.
Rispetto alla bilancia commerciale totale dei beni manifatturieri dell’UE, le esportazioni di automobili, con un valore di circa 290 miliardi di euro, diventano un contributo vitale alla posizione commerciale generale dell’UE.
Oltre alla crescita economica, le auto rappresentano anche una fonte di entrate per lo Stato.
La tassazione sui veicoli, ad esempio, vale 413 miliardi di euro l’anno solo nell’UE-15, ovvero quasi tre volte il bilancio totale dell’Unione europea!
“Allo stesso tempo, – ha spiegato Jonnaert – i membri di ACEA si sono impegnati ad affrontare le sfide future. Sebbene la produzione di automobili sia di nuovo in aumento dal 2013, i produttori sono stati in grado di disaccoppiare il loro impatto ambientale dalla crescita della produzione”.
Le emissioni totali di CO2 della produzione automobilistica sono diminuite del 23,7% negli ultimi dieci anni, mentre il consumo di acqua per auto prodotta è stato ridotto del 31% rispetto al 2008.