Ricambi falsi sul web: lotta alla contraffazione

Parte, in Italia un Progetto Pilota ANFIA – Convey finalizzato al contrasto alla contraffazione online su piattaforme di e-Commerce B2B E B2C

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Il problema della contraffazione nel settore dei ricambi auto non è di poco conto. Il fenomeno, accentuato e moltiplicato dalle opportunità del web e dai meccanismi di e-commerce, si ripercuote negativamente non solo sui fatturati delle imprese produttrici di ricambi originali, ma anche su quelli dei distributori ufficiali che subiscono la concorrenza sleale dei produttori di ricambi falsi o contraffatti, senza contare i rischi notevoli che corrono gli acquirenti – spesso, magari, anche inconsapevoli della qualità del prodotto acquistato – con un aggravio complessivo arrecato al sistema socio economico.

Per contrastare tale fenomeno, ANFIAAssociazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica e Convey, Società leader nei servizi per la lotta alla contraffazione online, hanno avviato – a partire dal mese di aprile – il Progetto Pilota: “Lotta alla contraffazione online su piattaforme di e-Commerce B2B E B2C“. Una iniziativa che non ha precedenti in Italia e che mira a diventare una best practice in grado di essere replicata anche da altre associazioni di categoria.

L’obiettivo è quello di fornire alle società associate all’ANFIA la consapevolezza del fenomeno e le sue reali dimensioni dando al contempo, alle imprese che hanno evidenziato situazioni di maggiore criticità, le Linee Guida per intervenire con concrete e sistematiche azioni di contrasto, così da renderle effettivamente capaci di decidere in merito alle migliori strategie di intervento.

In sostanza: Convey sottoporrà una decina di imprese Associate ad ANFIA ad una fase di pre-analisi delle criticità su una decina di Piattaforme e-Commerce basate in Cina, ma con mercato mondiale. Da tale analisi dovrà emergere è una prima “fotografia” che evidenzierà il perimetro e caratteristiche delle criticità in essere (contraffazioni, abusi, ecc.), nonché le dimensioni economiche del business illegale.

L’inserimento delle imprese nel “Test group” sarà effettuato in base alle informazioni fornite su base volontaria dalle aziende, dal profilo di rischio delineato nelle indagini preliminari sopra citate e da ulteriori approfondimenti degli esperti Convey.

In effetti, il Progetto Pilota ha già avuto una sua fase preliminare a cui hanno aderito 70 delle circa 200 imprese della componentistica automotive associate ad ANFIA, durante il quale ha avuto luogo una prima indagine sul dimensionamento della presenza del Brand aziendale o di prodotto su alcune delle principali piattaforme di e-Commerce cinesi B2B e B2C, con mercato di sbocco internazionale o con sbocco prioritario in Cina.

Una seconda indagine analoga e parallela ha riguardato alcune delle principali piattaforme occidentali di e-Commerce B2C, con mercato di sbocco internazionale o con sbocco prioritario in Italia. A questa hanno partecipato un centinaio di Associati del Gruppo Componenti ANFIA.

Va detto che lo scorso 20 aprile, presso la sede torinese di ANFIA, la Società Convey aveva tenuto un primo Seminario specialistico sul tema della contraffazione nei ricambi auto, una sorta di “prequel” ove sono stati presentati per la prima volta contenuti e metodologie del Progetto ANFIA-Convey.

L’evento, durante il quale è stato tracciato un quadro di riferimento per un efficace contrasto alla contraffazione, è stato occasione, altresì per approfondire – attraverso alcune testimonianze – l’analisi di casi tipici e la loro risoluzione.

Sarà possibile per le aziende proprietarie di marchi contrastare il fenomeno.. . E in che modo?Alla domanda hanno risposto gli analisti del Seminario affermando che una efficace azione di lotta alla contraffazione on line è non solo un obiettivo realistico, ma anche facilmente raggiungibile a condizione, tuttavia, che si verifichino alcune condizioni:
– ricorso ad azioni programmatiche a breve e medio termine e non ad interventi spot;
– protezione, da parte delle aziende, di tutte le loro innovazioni attraverso il corretto utilizzo di registrazioni, diritti di proprietà intellettuale (brevetti, Modelli, Marchi, Copyright, ecc.) correttamente estesi ai vari Paesi di mondo.

Inoltre, secondo quanto emerso dal Seminario, ogni strategia di contrasto non può prescindere dall’osservazione che le principali fonti primarie delle produzioni contraffatte nella ricambistica automotive sono riconducibili al colosso cinese e al mercato asiatico in generale, non solo per le enormi capacità manifatturiere esistenti ma anche: per la mole e la portata di operatori di e-commerce, per il numero di utenti della Rete che supera i 700 milioni e per volumi e valori di transazioni nell’e-commerce stesso.

A questo punto, la dinamica di difesa contro l’avanzata delle inserzioni “fake”, secondo Convey si concretizza nell’inversione del paradigma tradizionalmente adottato, ovverossia, spostare l’attenzione del titolare dei diritti di proprietà intellettuale non già solo sui “contraffattori” (che potenzialmente possono essere milioni), bensì su quei soggetti denominati “proxi” che, attraverso servizi e strutture telematiche rendono possibili le attività di commercio elettronico che, a loro volta, veicolano il falso.

Fondamentale nella fase iniziale delle dinamiche di contrasto, sarà, quindi, ottenere dai “proxi” – a seguito di puntuali notifiche dei diritti violati – l’immediato “take-down” dell’offerta illecita e, in caso di recidiva, anche la chiusura definitiva dell’account del seller/contraffattore.

Il quadro giuridico sotteso a quest’approccio – si legge nel Comunicato Stampa pubblicato sul sito dell’ANFIA – è quello delle recenti normative, condivise a livello internazionale, sulla co-responsabilità degli Internet Service Providers (ISPs) nell’e-Commerce in caso non intervengano a seguito di documentate notifiche da parte dei titolari degli IPRs o di loro procuratori“.

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