Dazi provvisori per pneumatici cinesi
La Commissione Europea ha istituito dei dazi provvisori sulle importazioni di pneumatici nuovi e ricostruiti per autobus o autocarri provenienti dalla Cina.
Il Regolamento (UE) 2018/683 della Commissione Europea del 4 maggio 2018, pubblicato lunedì scorso sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, ha stabilito dazi provvisori sulle importazioni di pneumatici nuovi e ricostruiti per autobus o autocarri provenienti dalla Cina.
Il dazio si applica per un periodo di 6 mesi e varia, in base ai differenti marchi, da un minimo di 52,85 euro a un massimo di 82,17 euro per pneumatico.
A novembre la Commissione Europea si esprimerà invece in merito all’applicazione dei dazi definitivi.
“La pubblicazione di questo regolamento ha una portata storica per noi ricostruttori, – ha dichiarato Stefano Carloni, presidente Airp, l’Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici che ha reso nota la notizia – che da molto tempo denunciamo la concorrenza sleale dei prodotti venduti sottocosto. Per un verso vediamo finalmente applicati dazi compensativi per ristabilire una parità di condizioni sul mercato. D’altra parte è importante anche sottolineare che l’accurata indagine condotta dalla Commissione dimostra in modo inequivocabile il grave danno che l’industria europea ha subito a causa del regime di dumping che si è protratto per lunghi anni”.
Il provvedimento sui dazi provvisori è infatti il risultato di un’inchiesta approfondita, avviata dalla Commissione Europea l’11 agosto 2017.
Il mercato dell’Unione degli pneumatici per autobus e autocarri è stato fortemente colpito dalla crisi economica, dopo la quale le offerte a buon mercato di pneumatici cinesi e la tendenza di alcuni proprietari di flotte ad optare per pneumatici più economici hanno rivestito un ruolo importante nella riconfigurazione del mercato dell’Unione.
Durante il periodo dell’inchiesta i prezzi cinesi erano notevolmente inferiori ai prezzi dell’industria dell’Unione, con margini di sottoquotazione compresi tra il 21% e il 31%.
Tale situazione ha determinato una riduzione della quota di mercato e della redditività per l’industria dell’Unione, nonché la perdita di oltre 4.200 posti di lavoro.
La reintroduzione di un’equa concorrenza e di condizioni di parità, in assenza di importazioni oggetto di dumping, andrebbe a vantaggio di un sano sviluppo dell’intero mercato del pneumatico dell’Unione.
I dazi appena introdotti si riveleranno positivi per i produttori dell’Unione e in particolare per le PMI che potrebbero beneficiare di un consumo in crescita e di un mercato regolato da condizioni eque.
Si prevede in particolare che, in tali condizioni, i produttori dell’Unione saranno in grado di aumentare le loro vendite e riacquistare la parte di quota di mercato perduta.
Inoltre, essendo l’industria della ricostruzione ad alta intensità di manodopera e localizzata in tutta l’Unione, tali misure fornirebbero sostegno all’occupazione.
“I prodotti oggetto delle misure non solo hanno messo fuori mercato i pneumatici ricostruiti, – ha concluso Carloni – ma nella maggior parte dei casi non sono neanche ricostruibili, con grave danno anche per l’ambiente. Auspichiamo quindi che i dazi vengano confermati in via definitiva, anche in considerazione delle indicazioni contenute nelle recenti direttive europee sull’economia circolare: un modello di sviluppo ormai ineludibile per tutti gli Stati, e che da oltre sessant’anni trova un perfetto esempio proprio nella ricostruzione dei pneumatici”.